In Italia il 99% dei servizi essenziali è online

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Possiamo anche non crederci, ma l’Italia è nel gruppo di paesi che l’anno scorso hanno conseguito i migliori risultati in termini di servizi della pubblica amministrazione disponibili online. A dirlo è l’eGovernment Benchmark Report elaborato dalla commissione Europea.

22 Febbraio 2011

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Possiamo anche non crederci, ma l’Italia è nel gruppo di paesi che l’anno scorso hanno conseguito i migliori risultati in termini di servizi della pubblica amministrazione disponibili online. A dirlo è l’eGovernment Benchmark Report elaborato dalla commissione Europea.

Tra il 2009 e il 2010 la disponibilità media dei servizi della pubblica amministrazione nell’UE e’ passata dal 69 all’82%. Il nostro Paese ha reso disponibili via Web il 99% delle 20 prestazioni "essenziali", individuate da Bruxelles per il raggiungimento degli obiettivi dell’agenda Digitale: tra esse la dichiarazione dei redditi i servizi di sicurezza sociale e ricerca di lavoro, il registro automobilistico, la richiesta di licenza edilizia, il certificati di nascita e di matrimonio (albo pretorio online), l’iscrizione a scuole superiori, i servizi sanitari, i contributi sociali per i lavoratori dipendenti, la registrazione di una nuova impresa e gli appalti pubblici.

Mettendo in linea un maggior numero di servizi pubblici si contribuisce a diminuire i costi della pubblica amministrazione e a ridurre le formalità amministrative per le imprese e per i cittadini. La relazione svela quali Stati dell’UE sono risultati più efficaci e quali meno in tale ambito, prendendo in esame due servizi pubblici essenziali.
Al top della classifica Austria, Irlanda, Malta, Portogallo e Svezia, in cui tutti questi servizi fondamentali sono integralmente disponibili online.

Le amministrazioni pubbliche nazionali in Europa stanno procedendo nella giusta direzione, ma permangono disparità tra i diversi paesi. Inoltre vi è un margine per migliorare la diffusione degli appalti elettronici. Solo il 5% del totale degli appalti viene assegnato, infatti, attraverso una piattaforma di e-Procurement.

Nell’ambito dell’Agenda digitale europea, l’Unione europea intende fare in modo che il 50% dei cittadini e l’80% delle imprese fruiscano dei servizi di e-Government entro il 2015.

”Sono lieta – commenta il commissario europeo Neelie Kroes – che un numero sempre maggiore di cittadini europei possa ora utilizzare servizi pubblici online per questioni importanti come la ricerca di un lavoro, la dichiarazione dei redditi o la registrazione di nuove imprese. Gli Stati membri che rendono integralmente disponibili in linea i servizi pubblici fondamentali non soltanto semplificano l’esistenza dei cittadini e delle imprese ma riducono anche i propri costi”.

Per la prima volta il report fotografa anche la dimensione locale dell’e-government, evidenziando le disparità esistenti all’interno dei singoli Paesi. “Mentre i siti web di piccole città offrono informazioni sulle modalità da seguire per chiedere una copia del certificato di nascita – si legge nello studio – quelli di città più grandi contengono anche i formulari da scaricare”. 

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