Innovation Union Scoreboard: Usa e Giappone crescono più dell’UE
Sebbene in materia d’innovazione l’andamento nella maggior parte degli Stati membri UE sia promettente, i progressi non sono abbastanza rapidi e cresce lo scarto tra l’Unione Europea e i suoi principali concorrenti internazionali: gli USA e il Giappone. Il Brasile continua ad avanzare e la Cina la sta velocemente raggiungendo. Sono alcune delle conclusioni dell’ Innovation Union Scoreboard del 2010 pubblicato oggi dalla Commissione europea che sostituisce lo European Innovation Scoreborad.
2 Febbraio 2011
Tommaso Del Lungo
Sebbene in materia d’innovazione l’andamento nella maggior parte degli Stati membri UE sia promettente, i progressi non sono abbastanza rapidi e cresce lo scarto tra l’Unione Europea e i suoi principali concorrenti internazionali: gli USA e il Giappone. Il Brasile continua ad avanzare e la Cina la sta velocemente raggiungendo. Sono alcune delle conclusioni dell’ Innovation Union Scoreboard del 2010 pubblicato oggi dalla Commissione europea che sostituisce lo European Innovation Scoreborad.
In Europa i migliori risultati in materia di innovazione li ha ottenuti la Svezia, seguita da Danimarca, Finlandia e Germania. Subito dopo si attestano, nell’ordine, Regno Unito, Belgio, Austria, Irlanda, Lussemburgo, Francia, Cipro, Slovenia ed Estonia. L’Italia guadagna con fatica tre posizioni, ma rimane tra gli “innovatori moderati” con una performance al di sotto della media. Sono i dati pubblicati questa mattina dalla prima edizione della Innovation Union Scoreborad, prodotta dalla Direzione generale per le Imprese e l’industria della Commissione Europea e che sostituisce la European Innovation Scoreboard (4 edizioni dal 2006 al 2009).
Scopo della misurazione è monitorare lo sviluppo e la realizzazione degli obiettivi di innovazione e competitività del programma “Europe 2020” nei vari stati membri e identificare i punti di forza e le debolezze del sistema
Il vicepresidente Antonio Tajani ha commentato il dato non incoraggiante, sottolineando che "Il quadro valutativo evidenzia che dobbiamo aumentare il nostro impegno per rendere l’Europa maggiormente innovativa, per raggiungere i nostri principali concorrenti e riprendere il cammino verso una crescita solida e sostenibile".
I dati
Lo Innovation Unione Scoreboard si basa su 25 indicatori relativi a ricerca e innovazione e considera i 27 Stati membri dell’UE, la Croazia, la Serbia, la Turchia, l’Islanda, l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, la Norvegia e la Svizzera. Gli indicatori sono raggruppati in tre principali categorie:
- "Elementi abilitanti", ovvero gli elementi fondamentali che rendono possibile l’innovazione (risorse umane, finanziamenti e aiuti, sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi);
- "Attività delle imprese" che mostrano in che modo le imprese europee sono innovative (investimenti, collaborazioni e attività imprenditoriali, patrimonio intellettuale); e
- – "Risultati" che mostrano come ciò si traduce in benefici per l’intera economia (innovatori, effetti economici).
Un confronto tra gli indicatori di UE-27, USA e Giappone evidenzia che l’Unione non riesce a colmare il divario nelle prestazioni in materia d’innovazione che la separa dai suoi principali concorrenti.
Le differenze maggiori si riscontrano nella categoria "Attività delle imprese", nell’ambito della quale l’UE-27 è in ritardo in termini di co-pubblicazioni pubblico/privato, spesa delle imprese per attività di R&S e, rispetto al Giappone, brevetti. Questi dati sottolineano che il deficit di innovazione dell’Europa deriva innanzitutto dal settore privato. Dovrebbe quindi essere data priorità alla creazione di condizioni normative e quadro atte a incoraggiare maggiori investimenti del settore privato e ad agevolare l’impiego dei risultati della ricerca da parte delle imprese, in particolare tramite un sistema di brevetti più efficiente. Il divario è particolarmente ampio e in rapido aumento per quanto riguarda le entrate dall’estero derivanti da licenze e brevetti. Questo elemento è un indicatore importante del dinamismo economico ed evidenzia che nell’UE il modello economico e il funzionamento del mercato interno della conoscenza protetta devono essere migliorati. Esso dimostra inoltre che l’Unione produce meno brevetti ad alto impatto (che generano entrate significative da paesi terzi) rispetto a USA e Giappone e che non raggiunge una posizione adeguata nei settori a crescita globale elevata.
Si riduce leggermente lo scarto, ancora notevole, riguardante il numero di persone che portano a termine gli studi di istruzione terziaria, con una crescita relativamente elevata nell’UE.
L’UE-27 ottiene invece risultati migliori rispetto agli USA nell’ambito della spesa pubblica per R&S e delle esportazioni di servizi ad elevata intensità di conoscenze.
Negli ultimi cinque anni la maggiore crescita degli indicatori di innovazione dell’UE-27 si è registrata nei sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi (co-pubblicazioni scientifiche internazionali, pubblicazioni ad alto impatto, dottorandi extraeuropei) e nel patrimonio intellettuale (deposito di marchi UE, brevetti PCT e disegni e modelli dell’UE).
Complessivamente l’UE-27 rimane in posizione più avanzata rispetto a India e Russia, mentre sta perdendo il proprio vantaggio sul Brasile e soprattutto sulla Cina, il cui deficit in termini di prestazioni si sta rapidamente assottigliando (si veda la figura 1).
La rilevazione suddivide gli Stati membri nei seguenti quattro gruppi di paesi (si veda la figura):
- Leader dell’innovazione: Danimarca, Finlandia, Germania e Svezia presentano risultati molto al di sopra della media dell’UE-27.
- Paesi che tengono il passo: Austria, Belgio, Cipro, Estonia, Francia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito presentano risultati che si avvicinano alla media dell’UE-27.
- Innovatori moderati: i risultati di Croazia, Repubblica ceca, Grecia, Ungheria, Italia, Malta, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Spagna sono inferiori alla media dell’UE-27.
- Paesi in ritardo: i risultati di Bulgaria, Lettonia, Lituania e Romania sono molto inferiori alla media dell’UE-27.
Le prestazioni dei leader dell’innovazione sono superiori del 20% o più rispetto a quelle dell’UE-27; quelle dei paesi che tengono il passo sono superiori di meno del 20%, ma inferiori di meno del 10% rispetto all’UE-27; quelle degli innovatori moderati sono inferiori di più del 10%, ma di meno del 50% rispetto all’UE-27; quelle dei paesi in ritardo sono inferiori di oltre il 50% rispetto a quelle dell’UE-27.
L’Italia
Come dicevamo il nostro paese si trova tra gli innovatori moderati. Il nostro maggior punto di forza è rappresentato da “assett intellettuali”, “innovatori” e “risultati”. Le maggiori debolezze, invece, dipendono da “Investimenti” e “collaborazione tra aziende transfrontaliere”. In questi 12 mesi la crescita maggiore nel nostro paese la si è registrata tra i “nuovi dottorati di laurea” mentre nel campo della spesa in innovazione non collegata alla ricerca e sviluppo, c’è stato il maggior calo.