La partecipazione è il sale della democrazia

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Terzo Veneto è un’operazione di trasparenza e di democrazia davvero encomiabile. Perchè Terzo Veneto?
L’ho chiesto al responsabile del progetto Remigio Ruzzante che da alcuni anni è impegnato a spargere il seme dell’eDemocracy nel territorio veneto.

15 Novembre 2009

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Gianluigi Cogo*

Articolo FPA
Riceviamo e pubblichiamo con piacere un articolo di Gianluigi Cogo della Regione Veneto sull’iniziativa di partecipazione "Terzo Veneto" del Consiglio Regionale del Veneto

Perchè Terzo Veneto?
(L’ho chiesto al responsabile del progetto Remigio Ruzzante che da alcuni anni è impegnato a spargere il seme dell’eDemocracy nel territorio veneto).

“Eravamo convinti, e lo siamo ancora, che il Consiglio Regionale e i suoi compiti legislativi fossero quasi del tutto sconosciuti ai cittadini. Mi spiego meglio. Sappiamo benissimo che gli stackholder sanno perfettamente che il Consiglio Regionale legifera su materie di loro interesse ma, quasi sempre, la negoziazione avviene con modalità lobbistiche, grazie alle associazioni di categoria e ai loro rappresentanti direttamente eletti in Consiglio o in altri enti con cui il consiglio negozia politicamente e socialmente attraverso i lavori delle Commissioni. Tutto questo lavoro è praticamente sconosciuto ai cittadini e ancor di più ai giovani”

Ok, ma questo succede anche per lo Stato e per i Comuni. La gente sa che esistono degli organi, non sa bene cosa fanno, magari si confonde anche, e rimane comunque distaccata. Non esiste un obbligo nel comunicare e nel coinvolgere il cittadino alla conoscenza e alla partecipazione. Perchè lo fate?

Per saperne di più sull’iniziativa Terzo Veneto naviga su Saperi PA

“In effetti è vero. Lo Statuto è molto rigido e non contiene norme precise su questo tema. Tutto il tema dell’eDemocracy, d’altronde, è giovane per il nostro paese e non ci sono molti strumenti per farlo decollare e sentire come un vero “diritto”. Ma noi ci abbiamo provato lo stesso. Abbiamo preso la palla al balzo grazie ai progetti della Società dell’Informazione(MIT) che nel 2004 avevano riservato dei fondi per la sperimentazione di forme partecipate di democrazia nel nostro territorio. Lo abbiamo fatto, con entusiasmo e passione e, in quegli anni, è nato: eLaborando. eLaborando ha permesso di sperimentre tre ambiti molto interessanti e, in particolare, ha sviluppato quello del Bilancio Sociale.”

In effetti il tema è molto caldo e suggestivo. Ricordo, a tal proposito, che anche la Regione Lazio è molto impegnata su questo tema. Quindi, senza il supporto dello Statuto o di altre norme, come avete fatto? Chi ha sostenuto questa incredibile opportunità?

“Devo dire che sono rimasto davvero molto sorpreso dalla sensibilità del Presidente e del Direttore Generale. Entrambi hanno capito da subito le molte opportunità che si presentavano e il cambio di passo e di paradigma che, specialmente le commissioni consiliari, avrebbero potuto fare, venendo incontro ai cittadini e facendo conoscere meglio il loro prezioso lavoro e il contributo che quest’ultimi avrebbero potuto portare.”

Avete avuto difficoltà iniziali?

“Certo, non c’era una struttura, ce la siamo inventata e abbiamo dovuto ricorrere ad appalti esterni per la creazione e la gestione dei vari siti e servizi. Pura passione e tanto lavoro di persuasione all’interno. Molta presenza ai convegni e ai work-shop per capire quanta domanda ci fosse e quanta aspettativa da parte dei cittadini. Tutt’oggi siamo considerati un piccolo ufficio di “sperimentazione”, un “pensatoio”, ma ciò non ci intimorisce, perchè il top management ci incita a proseguire.”

Negli ultimi anni, osservando il portale e seguendo i seminari che state proponendo sul territorio, le iniziative si son moltiplicate. Quali sono gli assi principali di intervento sui quali state lavorando?

“Oggi abbiamo una serie di strumenti di democrazia partecipata che ci permettono di coinvolgere diversi attori del territorio: L’AGENDA DELLE AUTONOMIE ON_LINE ad esempio, oppure CORO, l’ambiente web che consente la gestione on-line delle “consultazioni” relative ai Progetti di legge regionale, ma ancora CIVILLIFE dove parliamo e ascoltiamo i giovani con il loro stesso linguaggio. Ma anche BLA BLA BLA e ELECTION PLAY, per coinvolgere i giovanissimi e, soprattutto, le scuole nella costruzione della democrazia.
Abbiamo, inoltre, attivato tutti i canali socialmediali da Facebook a Youtube con grosse iniezioni di blogging nei vari servizi che Terzo Veneto offre.”

Ecco, blogging, social media e grande interesse a sviluppare dialogo anche su piattaforme sociali. Ho visto i Ning di Demotopia e di CivilLife. Siete quindi impegnati a “presidiare” anche i canali sociali, perchè?

“Siamo straconvinti che è compito dell’istituzione avvicinarsi al cittadino anche attraverso la conoscenza e la pratica dei “canali” che questo usa. Oggi il web sociale è un luogo dove si sviluppa l’eDemocracy e dove si sviluppa la conoscenza. Con Demotopia stiamo tentando di affrontare appunto il tema della democrazia elettronica ed anche per questo siamo interessatissimi al Manifesto dell’Amministrare 2.0 e vorremo essere fra i primi firmatari”

Cosa ti aspetti ora?

“Abbiamo molto consenso attorno, e questa è un’iniezione di fiducia giornaliera che ci stimola ad andare avanti. Sono fioccati diversi premi e riconoscimenti e ci stiamo muovendo anche in campo europeo conpartecipando a reti di democrazia partecipata come PEP-NET. Ora ci manca solo tempo, persone e qualche finanziamento, perchè da fare c’è molto e quando lo fai per la democrazia non è mai abbastanza”.

Ci vediamo il 20 Novembre al Futurcenter Telecom per il convegno di Demotopia.


*Gianluigi Cogo è funzionario della Direzione Sistema Informatico e architetture Web della Regione Veneto.

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