La Regione Campania SPICCA nella società dell’informazione

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Spicca….il sistema di interoperabilità della Regione Campania.
Un gioco di parole che da un lato dà il nome al Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione della Campania, ovvero SPICCA, e dall’altro ben evidenzia i risultati "di spicco" che , da marzo 2004 (data in cui il progetto è stato presentato), il progetto ha raggiunto.

20 Settembre 2004

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Tommaso Del Lungo

Articolo FPA

Spicca….il sistema di interoperabilità della Regione Campania.
Un gioco di parole che da un lato dà il nome al Sistema Pubblico di Interoperabilità e Cooperazione della Campania, ovvero SPICCA, e dall’altro ben evidenzia i risultati "di spicco" che , da marzo 2004 (data in cui il progetto è stato presentato), il progetto ha raggiunto.

È il 2001, quando la Campania decide di cominciare ad elaborare un proprio Piano strategico della Società dell’Informazione necessario a definire le linee guida sia per lo sviluppo del sistema informativo dell’ente Regione, che più in generale della regione Campania nel suo complesso.
Oggi la Campania vanta una leadership nazionale e comunitaria in alcuni applicativi e progettualità per la Società dell’Informazione e tra questi si inserisce SPICCA. Si tratta di un modello di gestione e implementazione delle attività realizzate per l’ammodernamento, la semplificazione e l’informatizzazione delle organizzazioni amministrative della regione, realizzate nell’ambito della misura 6.2 "Sviluppo della Società dell’Informazione" del POR Campania 2000-2006.
Spicca definisce le modalità tecniche e operative per realizzare, erogare e gestire i servizi ai cittadini, imprese e istituzioni consentendo l’interoperabilità fra le diverse strutture coinvolte senza toccare l’autonomia tecnologica e organizzativa dei singoli sistemi/strutture.

Gli obiettivi

Attraverso Spicca si passa dall’attuale modello di cooperazione applicativa, che prevede accordi tra privati sia negli aspetti tecnici che organizzativi, ad un modello più generale di interoperabilità che permette ad un qualsiasi servizio disponibile di essere fruibile da utenti e Enti, garantendo contemporaneamente la misurabilità della qualità globale del servizio.
Infatti, i criteri identificati per la realizzazione di SPICCA sono elementi generali e funzionali, basati su standard aperti non proprietari, che garantiscono l’autonomia nella scelta delle tecnologie realizzative ed organizzative da parte dei diversi Enti che intendono erogare dei servizi.
Il primo riferimento applicativo sperimentale è il CUP, Centro Unico di Prenotazione Regionale per le prestazioni sanitarie. Grazie all’applicazione del modello di interoperabilità, tutte le Asl hanno stabilito tra loro un modello di connessione per poter offrire i servizi di prenotazione in modo integrato. Per cui, e a oggi il progetto è in corso, il cittadino potrà prenotare qualsiasi servizio sanitario allo stesso modo sia che si tratti di un’operazione chirurgica sia che si tratti di una routine, su tutte le risorse campane.

Ma come è resa possibile questa interoperabilità?

Analisi requisiti

Innanzitutto, nella definizione dell’infrastruttura di Spicca, sono stati definiti una serie di requisiti chiave necessari ad assicurare la massima capacità di integrazione dei sistemi già esistenti.
Per tanto Spicca è caratterizzato da aspetti tecnici e organizzativi distinguibili in 4 tipologie:

  • Architetturali
    L’architettura di Spicca è stata costruita su componenti già esistenti, assicura attraverso uno specifico componente l’intermediazione e la comunicazione tra i diversi elementi, adotta standard aperti per garantire interoperabilità e indipendenza tra i vari enti produttori o fornitori che adottano tecnologie diverse, ed è indipendente dalle altre piattaforme utilizzate oltre che può essere accessibile da diversi terminali;
  • Funzionali
    Fanno di Spicca un ambiente distribuito nel quale tutti gli enti possono interagire senza problemi e prescindendo dalle piattaforme e dai linguaggi utilizzati. Il modello Spicca assicura l’integrazione e l’interoperabilità delle diverse applicazioni (servizi di pubblicazione, indicizzazione e ricerca, presentazione), meccanismi per la gestione della sicurezza (servizi di autenticazione e autorizzazione), meccanismi per la qualità del servizio e infine meccanismi per la gestione dell’accesso da diversi dispositivi;
  • Non funzionali
    Riguardano il corretto funzionamento del sistema per ciò che concerne l’apertura (la capacità di adeguamento a nuove necessità), la scalabilità, (l’apertura dell’architettura), la personalizzazione dei servizi (la possibilità per l’utente di selezionare solo i contenuti del servizio richiesto in funzione di uno specifico profilo), l’affidabilità e la disponibilità (sono previsti meccanismi che garantiscono il funzionamento del sistema in ogni condizione);
  • Organizzativi
    Spicca assicura il rispetto delle autonomie e le responsabilità degli Enti che decidono di "interoperare" assicurando loro l’autonomia sui dati di pertinenza e sulla struttura informatica di cui sono gia dotati. E inoltre, tiene conto della normativa vigente sulla privacy ovvero sarà possibile, ad esempio, fornire l’accesso agli archivi anagrafici di propria competenza , ma non è pensabile la realizzazione di un archivio unico.

Funzionalità

In particolare, le funzionalità primarie che la piattaforma è in grado di offrire sono:

1. l’accesso ad un servizio della rete regionale, che può essere usufruito sia da un utente mediante una semplice interfaccia web, che da applicativi mediante meccanismi che consentano in modo automatico l’attivazione del servizio;

2. la ricerca e indicizzazione dei servizi della rete regionale, che appartengono ad un’architettura federata di Web services;

3. l’implementazione di politiche di sicurezza che consentano di discriminare l’accesso sia all’indice dei servizi che alle diverse funzionalità da questi previste;

4. l’accesso da diversi terminali fissi e mobili (telefoni cellulari WAP o UMTS, personal computer, laptop, palmari, PC dotati di sistemi di ricezione satellitari, etc.)

Architettura

In tale contesto, il modello architetturale previsto da SPICCA introduce una piattaforma che deve essere in grado di fornire:

  • Le funzionalità ed i servizi di base necessari affinché diversi enti ed amministrazioni dotati di infrastrutture informatiche e telematiche proprie possano scambiare informazioni fra loro in modo controllato;
  • Le modalità per la cooperazione applicativa, ossia la possibilità di realizzare servizi ed automatizzare processi impiegando funzionalità coordinate di più infrastrutture.

Nel progetto SPICCA ogni singola infrastruttura informatica dei diversi Enti è vista come un dominio unitario vincolato a meccanismi standard di interfacciamento che sono resi accessibili da un unico punto di accesso al sistema; l’architettura prevede due nodi funzionali:
NAG – nodo aggregatore: è un aggregatore di servizi ossia un elemento di intermediazione; esso ha il compito fondamentale di costruire nuovi servizi aggregandone degli altri, ossia dai diversi NDOM.
Le caratteristiche proprie di un NAG che si propone come aggregatore di servizi sono:

  • assicurare la fruibilità dei servizi esposti (quindi disponibili);
  • fornire un ambiente transazionale e sicuro;
  • garantire una qualità pre-assegnata dei servizi applicativi;
  • prevenire o gestire situazioni critiche come attacchi o guasti.

NDOM- nodo di dominio: sono considerati come centri di ‘business process’, essi devono esporre i servizi applicativi che devono essere opportunamente indicizzati indipendentemente dal modello cooperativo. Ogni NDOM che intende utilizzare i servizi attraverso il NAG, presenta le seguenti necessità:

  • localizzare il servizio migliore, in termini di efficienza o di costo (nell’ottica del raggiungimento di un determinato livello di qualità),
  • scegliere tra servizi alternativi, dato che un requestor non ha nessun controllo sulla disponibilità dei servizi offerti dagli altri provider,
  • usufruire di un ambiente sicuro.

Per il modo in cui è pensato e per le caratteristiche intrinseche che offre, un NAG regionale non è un nodo/ente predominante sugli altri ma piuttosto è un nodo appartenente ad una federazione di NAG che appartengono a Enti Regionali diversi.

Ogni nodo NDOM dello specifico Ente ha la possibilità di:

  • collegarsi al sistema di connettività mediante il nodo aggregatore;
  • collegarsi al sistema di connettività mediante un supporto di cooperazione offerto da un altro Ente (ad esempio se o quando vuole offrire un servizio aggregato a valore aggiunto);
  • collegarsi al sistema di connettività direttamente (cioè senza l’ausilio di alcun nodo aggregatore).

Questo aspetto è di fondamentale importanza se si vuole garantire il requisito fondamentale di preservare l’autonomia dei singoli Enti.

Ogni NAG regionale decide le modalità con cui gli NDOM possono registrarsi, è tuttavia necessario implementare delle strategie opportune per garantire interoperabilità sia tra i vari NDOM che tra i vari NAG; in particolare, le strategie da implementare includono:

  • definizione di standard per il formato dei documenti e dei dati trasmessi;
  • scelta di metodologie e standard per l’invocazione remota di funzioni disponibili in altri domini applicativi tenendo conto delle problematiche di sicurezza;
  • modalità di connessione tra i sistemi;
  • scelta di standard per indicizzare ed interrogare le modalità di accesso ai servizi applicativi ed alle risorse.

Federazione di nodi aggregatori

IUno dei requisiti dell’architettura deve essere quello di avere la capacità di adeguarsi alla nascita di nuove necessità, ossia deve garantire la possibilità di ampliare l’insieme dei servizi offerti estendendo il sistema nel suo complesso e senza determinare costi aggiuntivi di gestione. In tale contesto la scalabilità ha una duplice importanza dato che come requisito architetturale deve prevedere la possibilità di includere nell’architettura:

  • nuovi Enti che vogliono registrarsi per offrire nuovi servizi;
  • altri nodi aggregatori affinché questi possano cooperare nello stesso modo con cui i nodi terminali di vari domini cooperano tra loro.

L’architettura generale proposta dalla Regione Campania prevede una federazione di nodi NAG che possono essere organizzati in una gerarchia a livelli, proprio come mostrato in figura 2.
Dal punto di vista dell’accesso ad un servizio, si noti che la gerarchia a livelli consente l’accesso ai servizi terminali sottostanti ma anche ai nodi aggregatori dei livelli sottostanti, dato che ad un nodo si possono iscrivere sia servizi base (considerati gli elementi atomici di questo modello architetturale) sia altri nodi aggregatori.

Dal punto di vista degli Enti, è da notare che ogni singolo Ente può autonomamente decidere in quale nodo aggregatore pubblicare i propri servizi e, da quanto detto nei paragrafi precedenti, se farlo, dato che può esso stesso connettersi direttamente al sistema di connettività.
Grazie a questo modello scalabile è possibile preservare e rispettare le autonomie dei sistemi preesistenti, in altri termini, l’architettura, essendo aperta e scalabile, può facilmente essere vista come nodo unico e "inscriversi" in un’architettura più grande (di livello più alto) nello stesso modo in cui un nodo erogatore si inscrive in un nodo aggregatore (Architettura gerarchica), cioè un nodo aggregatore deve avere la funzione di pubblicare verso il mondo esterno, e con un’interfaccia unica, tutti i servizi offerti dai nodi terminali appartenenti ai nodi di dominio permettendo così l’interazione con nodi aggregatori di pari livello o livello superiore.
Tale tipo di organizzazione è facilmente implementabile grazie ad una gestione gerarchica dei server registry che registrano i servizi:
I nodi aggregatori di livello alto registrano i servizi dei nodi aggregatori dei livelli inferiori;
il registro risultante può essere sia l’unione di tutti i registri che essere strutturato in maniera opportuna in base ai domini (DNS-like di nodi aggregatori) gestendo in maniera distribuita le strategie di sicurezza.
Approfondimenti

Come è nato il progetto SPICCA e quali saranno i suoi sviluppi? Lo chiedimo a Nicola Mazzocca del Comitato Tecnico Scientifico Società dell’Informazione della Regione Campania

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