La smart control room della Città di Venezia: esempio riuscito di appalto innovativo
Realizzata nell’ambito del PON Metro è una centrale operativa unica di monitoraggio e controllo che, in sinergia con la rete di strumenti di rilevazione esistente e grazie all’utilizzo di sistemi IoT complessi, raccoglie e integra tutti i dati delle centrali di controllo cittadine per realizzare economie di scala e scopo e garantire una nuova organizzazione della gestione del territorio
21 Ottobre 2020
Alessandra Poggiani
Direttore Generale, Venis SpA
Nell’ambito del PON Metro, il Programma Operativo Nazionale Città Metropolitane 2014-2020 che, in linea con le strategie dell’Agenda urbana europea e con gli obiettivi di Europa 2020, ha affrontato le principali sfide territoriali e organizzative che interessano i contesti metropolitani, la Città di Venezia ha voluto sviluppare e concretizzare alcuni interventi di sistema, legati anche alla trasformazione digitale della città, in una visione più ampia la cui bussola è sempre stata orientata a facilitare e incrementare la fruizione dei servizi cittadini e la capacità di sfruttare le nuove tecnologie per la qualità della vita della città.
Venis, società in house per l’informatica e le telecomunicazioni dell’Amministrazione comunale e metropolitana, è stato il soggetto attuatore degli interventi ad alto tasso di innovazione tecnologica.
Proprio per questa specificità, gli interventi in ambito PON Metro hanno rappresentato per VENIS e l’Amministrazione comunale beneficiaria, il terreno su cui sperimentare forme di procurement innovativo, sia in ottica di leva nell’attivazione di processi di sinergia e collaborazione, con modelli di intervento comuni e di riuso fra città metropolitane, sia nell’utilizzo delle nuove formule di approvvigionamento previste dal rinnovato Codice degli Appalti del 2016.
In particolare il tema si è posto per l’intervento Smart Control Room, una vera e propria “centrale operativa unica di monitoraggio e controllo” che, in sinergia con la rete di strumenti di rilevazione esistente e grazie a nuovi moduli verticali resi possibili dall’utilizzo di sistemi IoT complessi, raccoglie e integra tutti i dati delle centrali di controllo cittadine per realizzare economie di scala e scopo e garantire una nuova organizzazione della gestione del territorio.
La SCR, nelle ambizioni dell’Amministrazione, oltre a essere dotata di tecnologie all’avanguardia per la sensoristica e il rilevamento, doveva integrare i dati su traffico, mobilità, sicurezza, servizi fornendo oltre che una visione in tempo reale dello stato dell’arte della città, anche modelli di previsione per permettere un’allocazione delle risorse più efficiente ed efficace.
Questi requisiti adottando un approccio multilivello e immaginando la città come una piattaforma erano, all’inizio del percorso, molto sfidanti e, come tali, hanno richiesto da parte di Venis un approccio innovativo sia nel disegno della soluzione, sia nelle forme di approvvigionamento.
La complessità del contesto ambientale e operativo di Venezia – tra peculiarità urbanistiche, caratteristiche orografiche, vincoli storico-artistici, mobilità multimodale con oltre settecentomila city users e un’affluenza turistica fra le più elevate del continente – tratteggiava un fabbisogno progettuale che doveva garantire:
- Il monitoraggio puntuale e in tempo reale del territorio attraverso diversi tipi di tecnologie, a seconda del contesto (acqueo, stradale e pedonale);
- la raccolta di informazioni e dati relativi a diversi soggetti di servizio pubblico (Trasporti, igiene ambientale, idrico, stradale, videosorveglianza, forze dell’ordine);
- la restituzione di informazioni in termini di infomobilità cittadina e in termini di sicurezza, anche ambientale.
Dall’analisi esplorativa sul mercato, condotta inizialmente, è emersa la mancanza di soluzioni già disponibili per il controllo della mobilità di un territorio anche acqueo, con fattori ambientali peculiari (andamento maree) che fossero interoperabili e integrate con i sistemi esistenti (basati su tecnologie diversificate), ed i cui dati venissero analizzati e gestiti da un unico sistema, caratterizzato da sistemi di videoanalisi specifici per la mobilità acqua e pedonale.
E’ dunque maturata la scelta di avvalersi dell’allora appena istituito Partenariato Per l’Innovazione (PPI) previsto all’art. 65 del D.Lgs. 50/2016, per permettere di far maturare l’idea progetto fino alla progettazione esecutiva, per poi scegliere la soluzione più efficace e innovativa per soddisfare il fabbisogno del complesso ecosistema di Venezia e gli obiettivi strategici dell’Amministrazione.
Attraverso la formula del PPI, disciplinato dall’articolo 65 del dlgs 50/2016, le Amministrazioni aggiudicatrici possono, infatti, indire procedure di gara in cui l’esigenza di sviluppare prodotti, servizi o lavori innovativi non può essere soddisfatta ricorrendo a soluzioni già disponibili sul mercato, e, pertanto, avviano un confronto con gli operatori di mercato volto alla realizzazione della migliore soluzione innovativa.
Il 7 luglio 2017, a seguito di una intensa attività preparatoria di elaborazione dei contenuti dell’intervento, Venis ha pubblicato il bando europeo per la realizzazione della Smart Control Room attraverso la procedura del Partenariato Per l’Innovazione, a cui hanno risposto 12 soggetti, fra imprese singole e/o RTI del mercato nazionale e internazionale.
Il bando è stato strutturato in 3 Fasi – Prequalifica, Fase 1 e Fase 2 – fissando un sistema di valutazione, per ciascuna fase, dagli elevati standard qualitativi.
Nella “Fase di Prequalifica” gli operatori economici partecipanti sono stati valutati da una commissione che si è espressa sulla presenza di requisiti oggettivi:
- Capacità economico-finanziarie (negli ultimi 3 esercizi antecedenti la pubblicazione del bando) proporzionate agli investimenti necessari per la realizzazione del progetto:
- fatturato medio annuo globale non inferiore a 6 milioni;
- fatturato medio annuo specifico relativo a servizi/forniture nell’integrazione di tecnologie, sistemi e piattaforme ITC non inferiore 4 milioni;
- Capacità tecnico-professionali (negli ultimi 3 esercizi antecedenti la pubblicazione del bando) idonee a garantire un adeguato ed elevato livello qualitativo del concorrente necessario per la progettazione integrata, lo sviluppo e l’implementazione del progetto:
- almeno un contratto, le cui attività risultino collaudate, avente ad oggetto l’integrazione di tecnologie, sistemi e piattaforme ITC per la gestione della mobilità urbana in aree urbane con popolazione pari o superiore ai 500.000 abitanti;
- almeno un contratto, le cui attività risultino collaudate, avente ad oggetto l’integrazione di tecnologie, sistemi e piattaforme ITC per il monitoraggio del territorio e la gestione della sicurezza urbana e stradale in aree urbane con popolazione pari o superiore ai 500.000 abitanti;
- almeno un contratto, le cui attività risultassero collaudate, avente ad oggetto l’utilizzo di sistemi di videoanalisi per il monitoraggio e la gestione del traffico o del territorio o della sicurezza.
A seguito della Fase di Prequalifica, sono stati ammessi alla successiva “Fase 1”, avente l’obiettivo di elaborare una progettazione di massima della SCR, 9 operatori.
Le proposte pervenute a valle dei lavori della “Fase 1” sono state valutate da una commissione di 5 membri, che ha valutato le progettualità dei candidati ammessi, secondo i seguenti criteri:
- organizzazione dell’offerente (gruppo di lavoro, competenze, capacità organizzativa)
- proposte per la piattaforma (architettura, interoperabilità, data driven)
- caratteristiche funzionali e tecnologiche (scalabilità adattabilità, sostenibilità)
- modalità di assistenza e garanzia
- economicità e prezzo.
La Commissione ha ammesso alla successiva “Fase 2”, 3 operatori con l’obiettivo di elaborare la progettazione esecutiva della SCR.
Al termine della Fase 2 la stessa commissione di valutazione ha provveduto alla selezione della proposta migliore, all’aggiudicazione e alla stipula dell’Accordo per la realizzazione della SCR.
Il criterio utilizzato per l’aggiudicazione finale dell’appalto è stato quello del rapporto qualità/prezzo basato sulla valutazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.
I principali benefici che abbiamo riscontrato grazie alla procedura del PPI possono essere così sintetizzati:
- Procedura stimolante e sfidante, adatta ad identificare la migliore soluzione;
- Rischio condiviso tra le parti (stazione appaltante ed operatori economici/concorrenti);
- Costi calmierati di progettazione stabiliti dalla stazione appaltante sotto forma di rimborso spese agli operatori fino alla progettazione esecutiva;
- Possibilità d’interruzione della procedura alla fine di ogni fase (per mancato raggiungimento dell’obiettivo);
- Procedura con accentuata flessibilità di negoziazione (ad eccezione dei criteri di valutazione e di selezione iniziali ovvero i requisiti minimi);
- Variazioni in corso d’opera incoraggiate dalla procedura stessa e dall’evoluzione innovativa/creativa del progetto.
Di contro, si è trattato comunque di una procedura molto articolata, che ha richiesto un’assistenza legale costante, non essendoci ancora giurisprudenza sufficiente sul tema, oltre a un forte impegno di competenze da parte di Venis in qualità di Stazione Appaltante per la collaborazione costante nella coprogettazione durante tutte le fasi di sviluppo del PPI e di coordinamento con tutti gli stakeholders nelle fasi di realizzazione. La maggior difficoltà incontrata è stata, infatti, quella di attivare e far dialogare i diversi attori che “producono” dati, attraverso le loro attività istituzionali sul territorio.
Per quanto riguarda le tempistiche, appaiono in linea, se non più celeri, di quanto sarebbe occorso con due distinte procedure di gara tradizionali (una per la progettazione e una per la realizzazione). Si consideri, infatti, che il 7 luglio 2017 è stato pubblicato il bando iniziale ed il 19 luglio 2019 è stato affidato l’appalto per la realizzazione, conclusosi il 5 maggio 2020 e oggi nelle fasi finali di verifica di conformità.
La SCR ad oggi, nella sua quasi completa realizzazione, opera già come aggregatore di fonti dati eterogenee prodotte dall’Amministrazione Comunale, dalla Polizia Locale e dalle aziende partecipate dal Comune (TPL; multiservice ambientale; promozione turistica) ed ha, ad esempio, già dato un grande contributo al monitoraggio della città in occasione dell’emergenza legate alle misure di contrasto al COVID.
Un caso di successo, che ci ripaga del rischio corso nell’attivare fra i primi in Italia una formula di procurement che può garantire, con un approccio collaborativo con il mercato, la realizzazione di soluzioni a prova di futuro.