Open Data Lazio, come cambiare il rapporto tra amministrazione e cittadini

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L’introduzione della cultura della disponibilità del dato ha costituito uno degli obiettivi fondamentali del progetto, con l’Accademia Opendata Lazio, la Regione Lazio ha messo a disposizione percorsi di formazione per la messa on line e la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico

24 Marzo 2016

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Simone Ursini, responsabile Area Lavoro, Formazione, Open Data, Territorio, di LazioCrea

Il progetto Opendata Lazio nasce per dare attuazione alla legge regionale del 18 giugno 2012 n. 7 (BU n. 24 del 28/06/2012) “Disposizioni in materia di dati aperti e riutilizzo di informazioni e dati pubblici e iniziative connesse”.

L’intervento normativo ha avuto quindi l’indubbio merito di aver colto l’importanza del tema in maniera sincrona rispetto al panorama italiano. Meno rapida è stata invece l’attuazione, che ha subito notevoli ritardi, accumulando di fatto un gap importante rispetto ad altre analoghe iniziative in Italia. Paradossalmente, questo ci ha comunque permesso di analizzare nel dettaglio le storie di successo, recuperando principi e filosofie vincenti.

Contemporaneamente, l’indirizzo ricevuto dai committenti regionali ha dato una sensazionale spinta al tema della trasparenza amministrativa, intesa anche e soprattutto come disponibilità del dato e riutilizzo dello stesso su tematiche, quali ad esempio la spesa pubblica, considerate come il vero atout del cambio epocale di rapporto tra amministrazione e cittadini. Non più quindi un paradigma che vedeva l’amministrazione come un soggetto autoreferenziale e chiuso, ma una nuova stagione di rapporto e confronto con i cittadini, con l’amministrazione pubblica soggetta a controllo diretto e stimolo, al fine di radicare finalmente la cultura della valutazione e della misurazione, per consentire di valorizzare le competenze e l’impegno di tutto il personale dell’Amministrazione, restituendo il prestigio perduto e l’orgoglio della propria funzione al servizio dei cittadini.

Cosa è stato fatto

L’attuazione del progetto ha assunto, dunque, fin da subito un valore ben più alto della semplice realizzazione di un portale. Questo cambiamento paradigmatico nel rapporto tra amministrazione e cittadini presuppone, come passaggio obbligato, che questi ultimi abbiano a disposizione l’informazione, in altri termini i dati prodotti gestiti e aggiornati dall’amministrazione, affinché possano essere valutati e utilizzati da ogni portatore d’interesse.

Il dato pubblico è il dato di tutti. Tutti possono accedervi e disporne senza alcuna discriminazione. Gli obiettivi sono plurimi:

  • trasparenza e controllo democratico;
  • partecipazione;
  • miglioramento o creazione di prodotti e servizi privati;
  • innovazione intesa in tutte le sue forme;
  • miglioramento dell’efficienza dei servizi pubblici;
  • miglioramento dell’efficacia dei servizi pubblici;
  • misurazione dell’impatto delle politiche pubbliche;
  • produzione di nuova conoscenza dalla combinazione di diverse fonti di dati e dall’identificazione di regolarità che emergono dall’analisi di grandi masse di dati.

Può apparire paradossale ammettere che i principi suesposti hanno costituito per la Regione Lazio una novità epocale. L’introduzione della cultura della disponibilità del dato ha costituito uno degli obiettivi fondamentali del progetto e su questo punto notevoli energie sono state spese.

Tramite Accademia Opendata Lazio, la Regione Lazio ha messo a disposizione percorsi di formazione per la messa on line e la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico.

La modalità di fruizione è a distanza con contenuti in auto-apprendimento e strumenti di condivisione sul Portale, oltre ad eventi ed incontri in presenza, gestito dai maggiori esperti di Open data in Italia. Sono stati più di 500 i direttori e responsabili Open Data della Regione, i dipendenti e collaboratori degli Enti e Istituzioni operanti su territorio laziale che hanno attivamente partecipato.

Per quanto riguarda la piattaforma tecnologica, il portale dati.lazio.it è stato messo in esercizio in data 1/4/2015. 236 sono i dataset oggi disponibili. Sono state realizzate inoltre due applicazioni verticali, su specifiche tematiche di particolare interesse.

L’applicazione Open Spesa fornisce una vista guidata sulle finanze regionali puntando l’attenzione sui pagamenti per esercizio finanziario. Più di 110 miliardi di euro di pagamenti eseguiti da regione sono consultabili e utilizzabili.

L’applicazione Openprogetti rende accessibili più di 600 progetti finanziati con 400 milioni di fondi europei.

Al più presto sarà disponibile anche una terza applicazione, Opensanità che permetterà di navigare sui dati di oltre 75 milioni di prestazioni in ambito di assistenza specialistica ambulatoriale erogate ogni anno dalle ASL della Regione Lazio.

Ancora qualche parola su quello che ci accingiamo a fare per il prossimo futuro, partendo da ciò che ancora non va:

  • i dati ad oggi liberati sono una piccola parte di quanto effettivamente esistente;
  • la pubblicazione dei dati aperti non segue una logica d’incontro domanda/offerta. Cosa si aspettano davvero gli stakeholder del territorio?
  • il riuso dei dati è ancora insoddisfacente;
  • la cultura del dato aperto non è ancora consolidata nelle amministrazioni del territorio;
  • non sono stati ancora introdotti strumenti organizzativi relativi all’automatismo di produzione del dato amministrativo come dato aperto;
  • l coinvolgimento delle amministrazioni locali del territorio regionale è ancora basso.

Cosa resta da fare

Sulla base dei punti sinteticamente suesposti, cosa resta da fare?

  • l’attività di disseminazione della cultura del dato aperto deve proseguire con maggiore intensità e capillarità. Accademia Opendatalazio deve consolidarsi come un polo di formazione continua per la comunità di pratica composta dai dipendenti delle amministrazioni pubbliche;
  • deve essere consolidato e rafforzato il rapporto con le imprese, in termini di domanda/offerta dei dati: dimmi cosa ti serve, ti fornisco quello che ho. Il fine è di pubblicare dati che siano da subito “utili” e utilizzabili. Questo rapporto deve essere quindi fattivo, concreto, costante;
  • si deve intervenire affinché la pubblicazione del dato aperto sia per gli uffici amministrativi un’attività ordinaria e non più straordinaria. Quest’obiettivo deve essere perseguito anche e soprattutto attraverso modifiche anche profonde delle organizzazioni delle amministrazioni;
  • consolidare ed estendere l’esperienza (già adottata in Regione Lazio) dell’individuazione di specifici obiettivi misurabili legati alla pubblicazione dei dati aperti, sui quali valutare l’efficienza e l’efficacia degli uffici delle amministrazione;
  • si deve puntare a federare sulla piattaforma tecnologica quelle amministrazioni non ancora “aperte”, puntando, ad esempio sulla collateralità tra trasparenza amministrativa e open data. Un dato che risponde agli obblighi della trasparenza amministrativa può e deve tranquillamente essere un dato “nativamente” aperto;
  • dalla mera pubblicazione del dato si deve passare ad un più forte stimolo di realizzazione di prodotti e servizi che riutilizzino dati aperti. Incontri, contest, civic hacking sono strumenti utili in tal senso.

È molto ciò che è stato fatto.

In occasione del conferimento del premio “Agenda Digitale 2015” per la categoria Agende Digitali regionali, promosso dall’Osservatorio Agenda Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, Opendata Lazio è stato valutato come il miglior progetto nazionale tra i 110 esaminati, per l’ottima iniziativa volta alla semplificazione del rapporto tra amministrazione e cittadini, per la buona diffusione in tutto il territorio regionale e alta replicabilità del modello estendibile ad altre Regioni. Si tratta di un importante riconoscimento di quanto fin qui svolto.

Ma è altrettanto chiaro che ciò che resta da fare è ancora moltissimo e che il percorso intrapreso sia solo all’inizio.

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