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Post COVID-19: fondamentale regolarizzare questa overdose di tecnologia

Post COVID-19: fondamentale regolarizzare questa overdose di tecnologia
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L’emergenza causata dal COVID-19 ci ha sommerso di tecnologia: dallo Smart Working, alla scuola digitale, sono molti i nuovi strumenti entrati nelle nostre case. Ma come fare chiarezza in questa overdose di tecnologia? Ne parliamo con Dimitri Tartari, Responsabile dell’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna, intervistato da Gianni Dominici.

26 Maggio 2020

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Redazione FPA

La quantità di tecnologia, oggetti multimediali e device connessi a Internet che abbiamo sperimentato durante questa quarantena è stata impressionante. Basti pensare alle onnipresenti riunioni su Skype, Zoom o Teams, strumenti che fino a qualche mese fa erano destinati alle aziende o alle PA che le utilizzavano per incontri di lavoro e che, invece, adesso vengono utilizzati anche da chi deve semplicemente sentirsi con gli amici.

Post COVID-19: fondamentale regolarizzare questa overdose di tecnologia

Pensiamo anche a molti servizi pubblici, divenuti accessibili esclusivamente online. Chi non ha un minimo di dimestichezza può trovarsi spiazzato.

Siamo stati sommersi da una valanga di innovazione, nella vita di tutti i giorni. Questo, naturalmente, può essere visto come un bene: sicuramente in futuro saremo più pronti al cambiamento e alla digitalizzazione dopo questa “scorpacciata” di digitale. D’altro canto, però, essere sommersi non è mai una buona cosa: si rischia di apprendere male e, quindi, fare solo danni; senza dimenticare tutti coloro che, a causa di mancanza di connettività o passione, non hanno avuto accesso a questa overdose digitale e che, quindi, hanno visto aumentare ancora di più il divario che li divide da chi ormai è avvezzo a questa tecnologie.

Di questo e di molti altri argomenti parliamo con Dimitri Tartari, Responsabile dell’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna, intervistato da Gianni Dominici per #road2ForumPA2020, la rubrica di avvicinamento a FORUM PA 2020, che si terrà dal 6 all’11 luglio totalmente in digitale.

L’intervista

“Dopo tanti anni, vedere che in un momento di crisi si assegna centralità ai temi del digitale dà una certa soddisfazione” dice Tartari, “Credo che ci sia stata una presa di coscienza significativa di quanto la tecnologia e la sua applicazione siano dei temi prioritari, sui quali non si può più soprassedere”.

Centralità del digitale, dunque, ma per il futuro? “Questo adeguarsi al digitale” prosegue Tartari, “non è però necessariamente una conquista irreversibile e qualitativamente di livello accettabile: bisognerà lavorare per far diventare normalità qualcosa di eccezionale e aumentare i livelli di competenze e comprensione dell’uso della tecnologia, altrimenti l’eccesso tecnologico non avrà una ricaduta nella realtà e nell’attualità”.

Naturalmente, chi aveva già investito sulle nuove tecnologie adesso si è trovato meno in difficoltà: “Questa fase ha stupito anche sull’efficacia di alcuni processi avviati in passato” afferma il Responsabile dell’Agenda Digitale della Regione Emilia-Romagna, “È evidente che aver investito sullo Smart Working ci ha portato ad essere molto pronti in questo frangente”.

Infine, passiamo a un argomento che sembrerebbe marginale: la motivazione dei dipendenti pubblici. In questo periodo, infatti, è stato fondamentale contare su una PA motivata, che si senta in grado di cambiare le cose: “Chi lavora nel pubblico molto spesso lo fa perché ritiene di poter migliorare il mondo o la propria città” conclude Tartari, “Questo è un fattore di sostegno e di motivazione che va spinto molto, soprattutto in questa fase in cui ci troviamo. E’ una sfida perché entreremo in una crisi economica e sociale nella quale dovremo ricostruire le nostre città, i nostri spazi, perché il modello che avevamo fino a quattro mesi fa era un modello già insostenibile: il COVID-19 ha accelerato questa presa di coscienza e questa necessità di disegnare una nuova realtà”.

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