Processo penale telematico: a lavoro per una razionalizzazione degli applicativi

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Entro il 2016 è previsto un unico sistema informativo che sia un enterprise system del processo penale
in analogia coi sistemi di base in uso nelle imprese. La
reingegnerizzazione sarà accompagnata da interventi
normativi di adeguamento, per i quali è già attivo un gruppo di lavoro
tecnico

8 Aprile 2016

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De Rugeriis Giovanna, Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Bologna

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando ha pubblicamente annunciato che il 2016 sarà l’anno del Processo Penale Telematico (PPT). Lo sviluppo dell’applicativo sarà finanziato con fondi europei strutturali 2014-2020, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale. Diventerà dunque realtà quella sagoma che oggi non tutti riescono a scorgere con chiarezza, come accade per i viaggiatori che si avvicinano alla costa, quando per primi gridano “terra” quelli che hanno la vista migliore.

Benché ci sia ancora molto da realizzare, non sarebbe corretto affermare che siamo all’anno zero del PPT, perché molti (troppi) sono gli applicativi già diffusi per rendere più efficiente la gestione del processo penale, e già oggi è impossibile immaginare di celebrare un processo senza ricorrere alle tecnologie informatiche. L’opera che partirà nel corso di quest’anno è una complessiva reingegnerizzazione dei sistemi in uso per arrivare a un unico sistema informativo che sia completo, integrato e sicuro, un enterprise system del processo penale in analogia coi sistemi di base in uso nelle imprese. La reingegnerizzazione sarà accompagnata dagli indispensabili interventi normativi di adeguamento per i quali è già attivo un gruppo di lavoro tecnico.

Se questa è la premessa, una sia pur sintetica ricognizione dello stato dell’arte può contribuire alla comprensione del cammino già compiuto e dei passi ancora da intraprendere per arrivare al PPT

Lo stato dell’arte: back office

Anche nella e.justice, come accade sovente nei progetti di e.government, l’informatizzazione è partita dal back office. Il primo risultato conseguito, infatti, è stato l’informatizzazione dei registri generali. Ciò non sorprende perché essi sono contenitori di informazioni che erano già fortemente strutturati, stante la tipicità e obbligatorietà delle diverse voci dei registri tradizionali, e la cui trasformazione in campi di un data base non ha incontrato né difficoltà tecniche né resistenza culturale negli operatori. Il Re.Ge. (acronimo per registro generale), sviluppato con l’introduzione del nuovo codice di procedura penale nel 1989, è stato sostituito con il dispiegamento, concluso nel corso dell’anno 2015, del SICP (Sistema Informativo della Cognizione Penale). Attraverso i suoi diversi moduli, il SICP consente una gestione più completa e integrata dei dati, inclusa la produzione semi automatica di atti (modulo Atti e Documenti), nel processo di primo e secondo grado. Se il SICP è l’applicativo più articolato e complesso non è certo il solo. Per la fase della esecuzione penale, ad esempio, è stato sviluppato il SIES (Sistema Informativo Esecuzione e Sorveglianza); per le misure di prevenzione il sistema SIPPI (Sistema Informativo Prefetture e Procure dell’Italia meridionale); la Direzione Nazionale Antimafia ha il suo sistema (SIDDA – SIDNA), e così la Suprema Corte di Cassazione, il Casellario giudiziale, e vari altri sistemi. Il problema nodale, tuttavia, non è tanto la frammentazione dei sistemi, quanto la loro limitata interoperabilità.

Il passo successivo nell’informatizzazione del back office è stato l’adozione di sistemi software per la gestione di fascicoli digitali che, è bene chiarirlo subito, non sono a oggi sostitutivi dei fascicoli “ufficiali” che restano analogici. Sebbene al 31.12.2014 solo 35 uffici su 367 utilizzassero un gestore documentale, erano ben quattro i diversi applicativi diffusi. In questo scenario è di recente intervenuto il Direttore Generale dei Sistemi Informativi Automatizzati Pasquale Liccardo che ha opportunamente stabilito, al fine di uniformare la gestione elettronica dei fascicolo in ambito penale, la diffusione su tutto il territorio nazionale del solo sistema TIAP (Trattamento Informatizzato Atti Processuali). E’ pertanto in corso una intensa attività per arrivare a tale dispiegamento nazionale, per fornire adeguata formazione al personale e per recuperare il patrimonio documentale presente negli altri gestori.

Il TIAP (e gli altri gestori documentali) ha consentito un primo passo verso la informatizzazione del c.d. front office usabile dagli utenti autorizzati. Sebbene si sia ancora lontani da una consultazione telematica il TIAP, infatti, consente l’accesso al fascicolo digitale da parte degli aventi diritto in modalità self service nelle postazioni messe a disposizione all’interno degli uffici giudiziari, dopo il rilascio, a valle della verifica della legittimazione processuale alla consultazione, di una one time password.

Lo stato dell’arte: front office

Nel viaggio verso il PPT gli sviluppi più recenti permettono, sebbene in misura ancora immatura, l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la interazione a distanza con gli utenti esterni.

Gli scambi telematici sono oggi possibili in due diversi ambiti del processo penale: le comunicazioni della notizia di reato (bidirezionali) e le notifiche telematiche (monodirezionali).

Il 70% circa delle Procure della Repubblica può oggi ricevere le notizie di reato anche attraverso il Portale nazionale delle notizie di reato, il modulo del SICP finalizzato a trasmettere via Internet, con protezione da parte di sistemi di sicurezza evoluti, i dati strutturati della notizia stessa e i documenti digitalizzati. Tale canale di comunicazione, che non è sostitutivo del deposito cartaceo, è a disposizione delle Forze di Polizia e di tutte le altre fonti (tra cui INPS, e Aziende Sanitarie Locali) che abbiamo preventivamente ottenuto l’accreditamento.

Collegandosi al Portale le fonti compilano una preiscrizione (c.d. annotazioni preliminari) inserendo i dati relativi all’autore del reato, alla qualificazione giuridica, alla parte offesa ecc.. Tali annotazioni preliminari, trasferite in tempo reale, consentono alla Segreteria una registrazione semplificata nel modulo Re.Ge. Web del SICP. Il Portale restituisce alle fonti informazioni minime, ma essenziali: il numero del fascicolo, il nome del magistrato assegnatario e l’esito della notizia di reato.

Quanto alle notifiche, la comunicazione telematica a persona diversa dall’imputato, a mezzo PEC (Posta Elettronica Certificata), nei procedimenti di cognizione di primo e secondo grado e nei soli casi di notifica diversa da quella eseguita con le forme tradizionali (mezzo tecnico idoneo) è diventata obbligatoria dal 15.12.2014. Si tratta dunque di un segmento ancora limitato, ma indubbiamente significativo.

L’applicativo ministeriale prevalentemente in uso è SNT (Sistema Notifiche Telematiche); si tratta di un sistema web based che utilizza una (o più) casella di PEC per ogni ufficio e permette la selezione dei destinatari da una rubrica collegata con il RegIndE (Registro Generale degli Indirizzi Elettronici del Ministero Giustizia). Rispetto all’uso di una semplice casella PEC, il sistema SNT facilita la predisposizione degli atti da notificare (firma elettronica), consente l’archiviazione strutturata così come la condivisione tra utenti diversi che possono intervenire anche in tempi successivi, agevola il controllo sulla regolarità della notifica, ma viaggia in una sola direzione: trasmette all’esterno, ma non è destinato a riceve di messaggi. La maggiore criticità di SNT sta nella mancanza di integrazione nei registri e nei gestori documentali in uso. Negli uffici che già utilizzano il TIAP, la notifica a mezzo PEC può essere effettuata direttamente dal fascicolo processuale elettronico.

Conclusioni

In attesa che il percorso che porterà a un PPT propriamente detto sia completato, e con sano realismo è difficile ipotizzare tempi brevi, continua il cammino quotidiano per razionalizzare e incrementare l’uso dei sistemi applicativi già disponibili al fine di svolgere al meglio l’attività giurisdizionale. Sebbene le odierne criticità possano indurre talora a momenti di sfiducia, non si può negare che il percorso di avvicinamento all’obiettivo, intravisto da chi ha una vista più acuta, sia lento ma costante. Di più, si può auspicare che tale lento avvicinamento abbia favorito una matura riflessione che possa scongiurare errori di realizzazione nel PPT che verrà.

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