Processo transfrontaliero, l’Europa lo vuole digitale entro luglio 2017

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Tutti gli Stati membri dell’UE saranno tenuti a consentire l’uso di tecnologie di comunicazione a distanza per il processo attraverso appropriate tecnologie al fine di garantire l’equità del procedimento in Europa e di favorire i consumatori, ma anche e soprattutto le PMI che operano nei paesi dell’UE, la loro circolazione e quella dei loro crediti

4 Maggio 2016

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Michele Gorga, avvocato

Dopo la censura all’Italia contenuta nel quarto rapporto annuale sullo stato della giustizia nei 28 Paesi dell’UE, pubblicato un mese fa, le Istituzioni Europee accelerano sulla giustizia digitale nei procedimenti transfrontalieri anche per la mediazione civile e commerciale e per le ADR in generale e per le ODR in particolare. Con il recente regolamento UE n. 2015/2421 del 16/12/2016, infatti, di modifica del regolamento CE n. 861/2007, del Parlamento europeo e del Consiglio, e che è già entrato in vigore, anche se limitatamente ad alcune e marginali norme, l’UE imprime una repentina accelerazione verso la conciliazione e mediazione transfrontaliera e verso il residuale processo elettronico transfrontaliero per le controversie civili e commerciali.

La sperimentazione del processo transfrontaliero prende avvio con il procedimento europeo per le controversie di modesta entità, vale a dire quelle non superiori a cinquemila euro, le cui sentenze saranno sempre esecutive, a prescindere dal fatto che siano emesse in uno dei qualsiasi dei 28 paesi dell’Unione, senza quindi la necessità della relativa dichiarazione – exequatur- nello Stato membro Europeo nel quale devono essere fatte valere ai fini giudiziari e fatto salvo l’opposizione da parte dell’esecutato dinanzi all’autorità giudiziaria nazionale.

La strategia europea dichiarata, questa volta, non è solo quella di favorire i consumatori ma anche e soprattutto le PMI che operano nei paesi dell’UE, la loro circolazione e quella dei loro crediti , la certezza di poter riscuotere, come pure di poter essere esecutate indipendentemente dall’appartenenza a un diverso stato europeo nel quale opera.

Il predetto procedimento europeo per le controversie di modesta entità, già attuato per le controversie di modestissimo valore, oltre al nuovo tetto dei cinquemila euro, è stato potenziato grazie alla previsione dall’uso delle nuove tecnologie nel settore della giustizia, sia per quanto attiene la fase della necessaria mediazione, che può essere svolta in Online Dispute Resolution (ODR) sia con i nuovi strumenti a disposizione degli organi giurisdizionali che possono contribuire a rendere più rapide le decisioni, quali il deposito telematico degli atti, le comunicazione e le notificazioni elettroniche, nonché il portale della giustizia telematica europea.

Riduzione delle spese del contenzioso e della durata dei procedimenti sono gli obiettivi che si intendono raggiungere per le controversie di modesta entità anche grazie all’uso delle ODR e all’impiego delle moderne tecnologie di comunicazione laddove compatibili con le norme procedurali nazionali dei singoli Stati dell’UE che andranno, quindi, ulteriormente armonizzati.

Nel concreto il regolamento UE n. 2015/2421 del 16/12/2016 non prevede solo il ricorso massiccio alla tecnologia, ma anche lo svolgimento di tutto il processo mediante l’utilizzo degli strumenti tecnologici disponibili in sede di giustizia digitale del paese membro. Così si prevede, ridisegnando il procedimento, che di norma dovrà essere data preferenza a un processo sostanzialmente, se non esclusivamente, scritto ossia che la procedura dovrà svolgersi solo sulla base di documenti mentre la fase orale di trattazione della causa, così come l’audizione dei testi dovrà essere fatta, se richiesta, preferibilmente in video conferenza e i moduli per le comunicazioni telematiche e gli scambi degli atti dovranno essere scaricabili direttamente tramite gli appositi siti web nazionali al link del portale della giustizia elettronica europea che dovrà prevedere anche la traduzione nella lingua dei contendenti nel procedimento.

Dal luglio 2017 quindi tutti gli Stati membri dell’UE saranno tenuti a consentire l’uso di tecnologie di comunicazione a distanza per il processo attraverso appropriate tecnologie al fine di garantire l’equità del procedimento in Europa.

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