Comunicare con il cittadino e non verso il cittadino: una sfida ancora aperta per la sanità italiana

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I siti di ASL e Aziende Ospedaliere rispettano i criteri per una comunicazione online di qualità indicati nelle linee guida 2010 del Ministero della Salute? Non completamente, secondo uno studio realizzato da professori e ricercatori delle Università romane Tor Vergata e Campus Bio Medico. Scopriamo perché in questo articolo[1] di Marina Vanzetta, Dottoranda di ricerca in Scienze Infermieristiche che ha partecipato all’indagine.

6 Febbraio 2013

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

I siti di ASL e Aziende Ospedaliere rispettano i criteri per una comunicazione online di qualità indicati nelle linee guida 2010 del Ministero della Salute? Non completamente, secondo uno studio realizzato da professori e ricercatori delle Università romane Tor Vergata e Campus Bio Medico. Scopriamo perché in questo articolo[1] di Marina Vanzetta, Dottoranda di ricerca in Scienze Infermieristiche che ha partecipato all’indagine.

Nei paesi in cui l’uso di internet è molto diffuso, la percentuale di persone che cerca informazioni sanitarie sul web è pari (in alcuni paesi anche superiore) alla percentuale di persone che richiedono assistenza sanitaria. Nella relazione tra aziende sanitarie e cittadino l’informazione assume un ruolo centrale e strategico e, sempre più spesso in tutto il mondo, internet viene promosso come parte di un’infrastruttura di e–health dei moderni sistemi sanitari allo scopo di rispondere ai bisogni di informazione dei cittadini, dei pazienti, degli operatori sanitari. È in questo contesto che nel 2010 il Ministero della Salute ha elaborato le linee guida per la comunicazione on line in tema di tutela e promozione della salute.

Oltre a raccomandazioni e criteri d’indirizzo per una comunicazione online di qualità in ambito sanitario, le linee guida offrono, in appendice, anche una scheda di autovalutazione della qualità del sito basata sui seguenti criteri: caratterizzazione istituzionale, relazionalità, trasparenza amministrativa, disponibilità e qualità del servizio online, utilizzabilità e qualità tecnologica. Uno studio[2], condotto nel maggio 2012, ha preso in esame i siti web di tutte le Aziende Sanitarie Locali (ASL) e le Aziende Ospedaliere (AO) italiane, analizzando proprio la loro rispondenza ai criteri fissati nelle linee guida. Sono stati analizzati in totale 245 siti: 149 delle ASL e 96 delle AO. Le ASL erano rispettivamente: 75 del nord, 34 del centro e 40 del sud. Le AO, invece, 54 del nord, 16 del centro e 26 del sud. 

Sintesi dei risultati

La rispondenza dei siti ai criteri analizzati è risultata relativamente bassa: le strutture che riportavano nell’area link siti di interesse professionale (ordine dei medici, ordine dei farmacisti, collegio infermieri professionali ecc.) erano 32 (13%). Ben 142 siti (il 58%) non offrivano informazioni di carattere sanitario (fisiopatologia, principali patologie, comportamenti a rischio, interventi di prevenzione primaria e secondaria). Un menu di servizio articolato secondo gli eventi della vita (o la tipologia di utenti: io sono/dedicato a ..) era disponibile in 53 siti (22%).

Conclusioni

Le linee guida elaborate dal Ministero della salute sono, per gli aspetti analizzati, almeno in parte disattese, e i criteri indicati e auspicabili non completamente adottati da parte delle ASL e delle AO. Viene evidenziata una comunicazione in alcuni casi statica (vengono segnalati aggiornamenti datati 2007, 2009, 2010) e comunque globalmente verso il cittadino e non con il cittadino. Per realizzare questa seconda modalità di comunicazione è sempre più necessario, secondo gli esperti, orientare l’attenzione e gli sforzi verso contesti, strumenti e modalità di relazioni diverse (socialnetwork). Ulteriori studi sarebbero necessari per comprendere a fondo i bisogni informativi, le attese del cittadino e le modalità di presenza nei socialnetwork delle aziende sanitarie.

Per approfondire i risultati e le conclusioni dell’indagine, leggi l’articolo integrale

 


[1] L’articolo è stata pubblicato sugli Annali di Igiene, Volume 24 – Anno 2012 – Numero 6
[2] Lo studio è a cura di: M. Vanzetta, Dottoranda di ricerca in Scienze Infermieristiche, Università Tor Vergata Roma; E. Vellone, Assegnista di Ricerca in Scienze Infermieristiche, Università Tor Vergata Roma; M.G. De Marinis, Professore Associato di Scienze Infermieristiche, Università Campus Bio Medico, Roma; I. Cavicchi, Professore a contratto di Sociologia dell’Organizzazione Sanitaria, Università Tor Vergata Roma; R. Alvaro, Professore Associato di Scienze Infermieristiche, Università Tor Vergata Roma.
 

 

 

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