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Startup e Startupper per la PA digitale
Quello tra start up e innovazione della PA è un matrimonio possibile? Sì, a giudicare dai risultati della “FORUM PA Call4ideas 2015 – Startup e Startupper per la PA digitale”, iniziativa promossa da FORUM PA in collaborazione con Camera di Commercio di Roma e PoliHub – l’incubatore del Politecnico di Milano: in un solo mese sono arrivate oltre 100 candidature, tra cui verranno selezionate le dieci più interessanti e innovative.
Parte esattamente da qui l'evento, che ha l'obiettivo di riflettere e far riflettere sulla relazione tra il mondo imprenditoriale delle imprese innovative e delle startup ed il mondo della pubblica amministrazione. Come si possono incontrare realtà così distanti? Una dinamica orientata al risultato e alle competenze, l'altra fondata sul rispetto formale della norma e chiusa tra vincoli di bilancio, procedure di acquisto vincolate, e controlli pressanti della magistratura contabile?
Le piccole realtà territoriali, da sempre fucina di sperimentazione, possono rappresentare un buon punto di incontro? Quali gli ambiti tecnologici più promettenti?
A discuterne rappresentanti della nuova economia digitale, investitori e venture capitalist, mondo dell'Accademia e imprenditori che sono riusciti a "fare il salto" e a passare da startup a aziende avviate. Nel corso dell'evento i 12 progetti selezionati dalla giuria della Call si presenteranno utilizzando la formula dell'elevator pitch: tre minuti di tempo per raccontare la propria soluzione innovativa a una platea di potenziali clienti e investitori.
Tutte le soluzione candidate sono disponibili sul portale www.forumpachallenge.it
Intervento di Leonardo Mangiavacchi al convegno “Data driven decision: aumentare la capacità decisionale grazie alla disponibilità e all’interpretazione dei dati”
Comunque li si voglia definire, i Big Data non riguardano solo la Tecnologia ma riguardano anche e soprattutto Processi e Modelli di Business. Da questo punto di vista non c’è grande differenza fra mondo privato e pubblico nel senso che i Big Data abilitano un modello di business che mette sia il cliente ma anche il cittadino “al centro” e migliorano i processi di customer e citizen management.
A fianco dell’approccio sistemico adottato dall’Agenda Digitale, le metodologie basate sugli analytics e i Big Data possono trovare concreta applicazione nel mondo della PA attraverso l’adozione di un modello basato su Integrazione, Analisi e Visualizzazione dei dati. Se poi si considera che alcuni trend tecnologici come le APP, la sensoristica e i moderni sistemi di geolocalizzazione basati sugli e-beacon sono già materia di utilizzo corrente, è possibile “costruire” già da subito soluzioni digitali per la PA che effettivamente migliorano la fruizione dei servizi al cittadino. In questa direzione vanno le soluzioni progettate da Telecom Italia Digital Solutions di citizen intelligence, proximity e indoor/outdoor analytics presentate durante il convegno.
Laboratori per l’Innovazione
Un framework efficace ed innovativo nell’industria e nel commercio può applicarsi efficacemente nella PA.
SAS partecipa attivamente alla realizzazione di esperienze innovative basate su un approccio multisettoriale dove diverse realtà industriali convergono su un progetto comune che ha il collante principale nella condivisione dei dati. Aziende appartenenti a industry diverse o limitrofe, superando ostacoli di tipo competitivo e di compliance, conferiscono ad un soggetto terzo, senza cederne la proprietà, i dati sui loro consumer, nel totale rispetto delle privacy rules. Ne ottengono in cambio 1) un ritorno informativo sotto forma di iperprofili e 2) uno stream di ricavi incrementali derivanti dalla vendita di servizi a valore aggiunto. La sfida tecnologica è nella interpretazione del patrimonio di dati comune che sono eterogenei nella forma e nella natura, visto che ogni azienda apporta un punto di vista sull’individuo tipico del settore di business di appartenenza. Per questo motivo abbiamo applicato un set di metodologie avanzate di analisi dei dati che va sotto il nome di “Data Fusion” e che appunto consente di coniugare informazioni eterogenee e creare nuovo patrimonio informativo (nuovo DNA). L’impatto sulla capacità di prendere decisioni delle singole aziende è notevole poiché si dispone di un patrimonio informativo molto più ricco e complesso.
La nostra ambizione è mutuare questo framework vincente ed applicarlo al contesto PA. Obiettivo arricchire la conoscenza su bisogni e caratteristiche del cittadino e fornire un abilitatore fondamentale per il processo di digitalizzazione e modernizzazione della PA stessa. Gli elementi sono tutti presenti: i diversi punti di vista sul cittadino possono essere forniti dalle Amministrazioni ed Enti pubblici, il benchmark Italia può essere identificato tramite l’utilizzo dei dati degli istituti di ricerca statistica (in primis ISTAT) e dall’enorme patrimonio degli Open Data che appunto possono fungere da protocollo di comunicazione tra le Amministrazioni, la tecnologia è disponibile. I servizi che si possono offrire sono molteplici, anche se si ci si limita al solo ritorno informativo che le Amministrazioni possono utilizzare. Pensate alle scuole, che in base alla normativa sull’autonomia sono incaricate di definire in dettaglio l’offerta formativa sulla base delle esigenze del territorio di riferimento ed alle caratteristiche della domanda e che dispongono di poche informazioni a riguardo (solo in alcuni rari casi definiscono accordi con le Università per condurre ricerche ad-hoc). Pensate ad offrire ad ogni scuola una mappa sinottica del territorio e dell’utenza di riferimento che fornisca informazioni sul tessuto sociale, sugli aspetti generazionali, sulle condizioni lavorative, etc. Altre applicazioni sono possibili, tra l’altro, nell’ambito della Sanità digitale (e-health) dove l’analisi avanzata del dato è fondamentale per accelerare lo sviluppo e l’adozione dei servizi digitale di gestione della relazione con il paziente-cittadino e per sfruttare l’enorme patrimonio informativo al fine di elaborare piani di prevenzione e di azione personalizzati. Questi sono soltanto degli esempi ma, estendendo lo scope, le ricadute sul sistema sono moltissime, sia in termini di maggiore efficienza e congruenza dei servizi al cittadino che di impatti sul tessuto economico una volta che tali informazioni sono condivise con le aziende che operano sui territori.
L’altra sfida è quella delle competenze, degli skill di “Data Science” necessari ad estrarre valore dal framework descritto. Per questo motivo la nostra idea è di avviare con la PA dei laboratori di innovazione che fungano da acceleratori per la PA stessa. I laboratori sono costituiti dall’asset data, dalla tecnologia e da data scientist che siano in grado sia di svolgere il lavoro, tramite metodologie certificate, sia di trasmettere la conoscenza alle risorse giovani e inesperte. Sono dei laboratori ma lavorano in logica industriale, sono misurati sul numero ed il valore degli use case che riescono a realizzare in un tempo definito e sul numero di risorse che riescono a formare e distribuire alle Amministrazioni. SAS inoltre, proprio per rafforzare ed aumentare il numero di data scientist a livello nazionale, è attiva con diversi Master in collaborazione con Istituzioni del mondo accademico tra cui l’Università di Roma “Tor Vergata”, l’Università Cattolica del Sacro Cuore e l’Università Bicocca di Milano, e l’Università di Torino.
I laboratori per l’innovazione, per caratteristiche tecnologiche ed organizzative, per impatti minimi sulle architetture IT esistenti e per la possibilità di condividere con i partner tecnologici parte del rischio del processo di innovazione, rappresentano uno strumento principe a disposizione della PA per il miglioramento della qualità del processo decisionale e dei servizi al cittadino.
Beniamino De Simone
Head of Innovation Central East Europe – SAS