Coordinamento centro-territori per gli investimenti PNRR per la ricerca

Home Programmazione Europea Coordinamento centro-territori per gli investimenti PNRR per la ricerca

Investire nella collaborazione tra il centro e i territori non è stata solo una necessità, ma un imperativo per garantire una crescita armoniosa e inclusiva, in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro

4 Marzo 2025

D

Antonio Di Donato

Direttore Generale Unità di Missione per l'attuazione degli interventi del PNRR, Ministero dell'Università e della Ricerca

Foto di Anastasia Petrova su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/persona-che-tiene-la-bussola-dargento-xu2WYJek5AI

Questo articolo è tratto dal capitolo “PNRR e Coesione” dell’Annual Report 2024 di FPA (la pubblicazione è disponibile online gratuitamente, previa registrazione)


Nell’ambito di iniziative volte a valorizzare la ricerca e l’innovazione che nascono dal territorio, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta un’importante leva strategica per promuovere e incentivare il coordinamento tra strutture centrali ed enti locali, migliorando al contempo l’attrattività dei sistemi territoriali per gli investimenti nazionali e internazionali. All’interno del PNRR, Missione 4 Istruzione e ricerca della Componente 2 “dalla ricerca all’impresa”, di competenza del Ministero dell’Università e della Ricerca, circa 6 miliardi di euro di risorse europee sono state destinate al finanziamento delle iniziative cosiddette “di sistema”. Questi programmi strategici, condotti in sinergia tra università, enti pubblici di ricerca e soggetti pubblici/privati impegnati in attività di ricerca, mirano a sostenere l’innovazione e il trasferimento tecnologico sui territori.

Lo scopo è stato quello di creare una massa critica capace di avere un impatto duraturo sul sistema economico, produttivo, sociale e culturale del Paese, coinvolgendo le migliori competenze presenti sul territorio e favorendo la competitività verso il contesto internazionale. I principali obiettivi hanno incluso il rafforzamento della ricerca per promuovere modelli innovativi sia nella ricerca di base che in quella applicata, il supporto ai processi di innovazione e al trasferimento tecnologico e il potenziamento delle infrastrutture di ricerca innovative, del capitale umano e delle competenze necessarie per sostenere l’innovazione.

Le linee d’intervento previste hanno coperto l’intera filiera del processo di ricerca e innovazione, dalla ricerca di base al trasferimento tecnologico. Le misure si sono differenziate sia per eterogeneità dei network tra università, centri di ricerca e altri soggetti coinvolti sia per il grado di maturità tecnologica e, in alcuni casi, anche per il carattere territoriale, con un’attenzione particolare alla sostenibilità nel lungo periodo degli investimenti.

Sin dalle prime fasi della pianificazione, si è palesata la necessità di un coordinamento centro-territori e più in generale la presenza di una intelaiatura complessiva e condivisa all’interno della quale incasellare i diversi investimenti: il MUR, già nel mese di maggio 2021, ha formalizzato al suo interno l’istituzione del Comitato Scientifico Supervisory Board del PNRR, composto da esperti di comprovata qualificazione scientifica il cui scopo è quello di supportare il coordinamento dell’attuazione delle misure.

Risultato di particolare rilievo di questo organo consultivo sono state le Linee guida per le iniziative di sistema della Missione 4 Componente 2, documento di indirizzo che ha preceduto l’emanazione dei bandi di finanziamento, e che ha fornito le indicazioni chiave per i potenziali partecipanti, individuando, tra le altre, le aree tematiche rispetto alle quali si sarebbero dovuti focalizzare gli investimenti: un esempio virtuoso di programmazione strategica non solo a livello di misure di investimento, ma anche di singole progettualità, evitando la duplicazione e la frammentazione degli interventi e la dispersione delle risorse.

Sono state dunque definite cinque tematiche di riferimento per i Centri Nazionali e 15 ambiti di priorità per i Partenariati Estesi, lasciando alle compagini progettuali la libertà di organizzare la proposta progettuale e definire le collaborazioni. Al ministero, diversamente, è spettato il compito di scegliere la migliore proposta, una sola per ambito/tematica: un solo interlocutore a cui affidare la traiettoria strategica di sviluppo definita a monte.

Diverso è stato il caso degli Ecosistemi dell’Innovazione, reti coordinate tra università, enti pubblici di ricerca, enti pubblici territoriali e soggetti pubblici e privati, altamente qualificati e riconosciuti a livello internazionale. Questi attori, coinvolti in base alla loro specializzazione e capacità innovativa, collaborano per mettere a sistema competenze, conoscenze e visioni, generando innovazione e valore. La relazione con il territorio per questa tipologia di investimenti è stata fondamentale: la misura ha previsto, infatti, che i temi di ricerca delle iniziative fossero individuati nell’ambito di aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca locali, rafforzando la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali.

A garanzia della qualità della ricerca, e sempre nell’ottica di coordinare congiuntamente tra il livello centrale e i territori gli sforzi profusi per l’attuazione del PNRR, promuovendo i più opportuni indirizzi strategici territoriali, ad ogni proposta di finanziamento degli Ecosistemi dell’Innovazione è stato richiesto di allegare una “lettera di endorsement” da parte della Regione. Ogni regione ha potuto presentare una sola proposta, necessariamente coerente con la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente, con gli indirizzi dello schema di accordo di partenariato 21-27, con i piani operativi regionali e le priorità di ricerca e innovazione regionali o sovraregionali.

Tale livello di coordinamento ha costituito, quantomeno per l’entità finanziaria dispiegata e per la dimensione partenariale, una assoluta novità nel panorama degli strumenti di attuazione del MUR: l’obiettivo degli Ecosistemi dell’Innovazione non è stato semplicemente quello di aggregare soggetti attorno ad un progetto, ma di stimolare la ricerca e l’innovazione attraverso un’interazione stretta con il sistema imprenditoriale locale.

Le proposte hanno riflettuto, a livello locale, gran parte degli ambiti coperti dalla strategia nazionale del Programma nazionale per la Ricerca 21-27: salute, cultura umanistica, creatività, trasformazioni sociali, società dell’inclusione, digitale, industria e aerospazio, clima, energia e mobilità sostenibile.

 In quest’ottica, la struttura di governance di tipo Hub&Spoke e l’attivazione di bandi “a cascata” ha incoraggiato ulteriormente il coinvolgimento delle imprese locali, facilitando il trasferimento tecnologico sul territorio. La contaminazione tra la parte pubblica e la componente industriale è avvenuta poi in modo coordinato, stimolando la capacità di lavorare come sistema e favorendo l’interdisciplinarietà tra diversi ambiti e settori, con risultati molto significativi nella ricerca scientifica e nell’innovazione.

Il focus sui settori individuati dalle strategie regionali come leve dello sviluppo ha garantito che i progetti di ricerca e innovazione fossero allineati con le esigenze e le priorità locali. In questo modo, si è promosso un circolo virtuoso di crescita e progresso che parte dal “basso”, secondo il concetto tradizionale di sistema locale dell’innovazione. Il territorio è diventato così un incubatore di idee e un promotore di connessioni e collaborazioni tra soggetti diversi, grazie alla coerenza con gli obiettivi strategici regionali.

La modernizzazione del sistema Paese ha potuto seguire pertanto una prospettiva nuova: i processi partecipativi di tipo bottom-up hanno offerto l’opportunità di realizzare un’effettiva innovazione. E l’articolazione degli Ecosistemi dell’Innovazione su base regionale, insieme alla scelta di finanziare un solo progetto regionale nell’ambito di ciascuna iniziativa di sistema, ha reso il PNRR una politica di sviluppo rispondente ai bisogni di tutte le comunità. In questo contesto si è inserita, ad esempio, la proposta dell’Ecosistema RAISE, espressione delle specificità scientifiche, tecnologiche ed economiche della Regione Liguria: il territorio ha stimolato la creazione di grandi laboratori di ricerca in robotica e intelligenza artificiale, dedicati a programmi scientifici che esplorano la coesistenza di macchine intelligenti accanto all’uomo, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita e del lavoro. In questa prospettiva, RAISE mira a ridurre le debolezze del territorio utilizzando il contesto locale come uno straordinario e immediato laboratorio di sperimentazione e applicazione e, attraverso di esso, generare nuove opportunità, attraverso un trasferimento tecnologico efficace ed efficiente. Un altro esempio rilevante è rappresentato da Tech4You, Ecosistema che coinvolge Basilicata e Calabria.

Questo ecosistema si concentra su aree scientifiche e tecnologiche che meglio rappresentano l’intersezione tra le esigenze dei due territori e le competenze disponibili nei centri di ricerca locali, come l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità della vita. L’iniziativa condotta da Tech4You mira a favorire l’incontro tra la ricerca scientifica condotta dalle università e dai centri di ricerca – e supportata da start-up locali – e le esigenze dei cittadini e delle istituzioni pubbliche, per poi realizzare prodotti commercializzabili, sviluppati e sfruttati da aziende locali con il supporto di esperti nel settore dell’innovazione industriale.

Ulteriore esempio è costituito dal THE – Tuscany Health Ecosystem, ecosistema dedicato alle Scienze della vita e presentato dall’Università di Firenze: fare della Toscana la “Regione della salute” spingendo la ricerca verso le applicazioni e le aziende per far crescere le tecnologie dedicate alla salute e al benessere, in linea con una delle linee strategiche della Regione.

Il lavoro congiunto tra sistemi imprenditoriali locali, Regioni e strutture centrali ha mirato a creare un ecosistema basato sulla stretta integrazione tra imprese, territorio e ricerca. Se l’innovazione è diventata il motore dello sviluppo economico e sociale dei territori, l’obiettivo finale era accrescere la competitività e l’attrattività, sia a livello nazionale che internazionale.

L’implementazione delle misure previste dal PNRR ha offerto così l’occasione di costruire un futuro condiviso, in cui ogni territorio ha potuto esprimere il proprio potenziale innovativo e contribuire alla competitività del Paese. Investire nella collaborazione tra il centro e i territori non è stata solo una necessità, ma un imperativo per garantire una crescita armoniosa e inclusiva, in grado di affrontare le sfide del presente e del futuro. Questo approccio non solo ha stimolato lo sviluppo economico e sociale, ma ha promosso anche la coesione territoriale, assicurando che le specificità e le esigenze locali fossero rispettate e valorizzate.

Sfruttando appieno le opportunità offerte dal PNRR, abbiamo potuto tracciare un percorso di innovazione e sviluppo che, radicandosi nei territori, ha saputo rispondere con efficacia alle sfide globali, trasformando le potenzialità locali in risultati tangibili.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Su questo argomento

PNRR e Coesione: laboratori di collaborazione per una nuova capacità amministrativa