Dal welfare integrato al welfare eco-sociale. L’amministrazione condivisa come leva per l’innovazione territoriale

Home Riforma PA Dal welfare integrato al welfare eco-sociale. L’amministrazione condivisa come leva per l’innovazione territoriale

L’amministrazione condivisa emerge oggi come strategia per un welfare eco-sociale, capace di integrare giustizia sociale e sostenibilità ambientale. In questo quadro, il Terzo Settore gioca un ruolo chiave nell’implementare politiche inclusive e sostenibili. La Legge 328/2000 e il Codice del Terzo Settore hanno di fatto rafforzato la co-programmazione tra pubblico e privato sociale, promuovendo un welfare mix che risponde a bisogni diversificati

15 Aprile 2025

F

Cecilia Fracassa

Dottoranda in Analisi e valutazione delle politiche pubbliche presso l’Università Sapienza di Roma

Foto di Maria Lupan su Unsplash - https://unsplash.com/it/foto/persone-sedute-sulla-panchina-vicino-alledificio-durante-il-giorno-hwhO7cYOcUs

Le transizioni in corso – demografica, ecologica, digitale – stanno ridisegnando bisogni, disuguaglianze e priorità nel campo delle politiche sociali. Cresce il numero dei working poor, si ampliano le fratture territoriali e si acuiscono i fenomeni di marginalità sociale, educative e abitativa. In questo contesto, la sfida non è solo quella di “fare meglio” con meno risorse, ma di ripensare strutturalmente il welfare come infrastruttura pubblica di prossimità, co-gestita da una pluralità di attori.

L’amministrazione condivisa in ambito sociale si rivela sempre più uno strumento strategico non solo per l’erogazione dei servizi, ma per la costruzione di nuove forme di cittadinanza e coesione sociale, in grado di rigenerare legami comunitari, responsabilità collettive e capacità locali.


Un’evoluzione normativa e culturale

La Legge 328/2000 ha rappresentato un passaggio decisivo per l’evoluzione del welfare italiano. Introducendo il concetto di sistema integrato di interventi e servizi sociali, ha reso esplicita la necessità di un approccio collaborativo e multilivello, basato sui principi di solidarietà, sussidiarietà, partecipazione e concertazione. I Piani di Zona, introdotti dalla legge, si sono configurati come strumenti di programmazione condivisa, capaci – almeno nei contesti più dinamici – di attivare spazi stabili di dialogo tra enti pubblici, Terzo Settore e cittadini.

Tommaso Vitale, professore ordinario di Sociologia presso Sciences Po e tra i principali studiosi europei di governance urbana e welfare locale, osserva come questi strumenti abbiano introdotto nel lessico politico “termini come capacità, socialità, mobilitazione, concertazione, coordinamento, integrazione e programmazione”, contribuendo alla costruzione di un vocabolario operativo della governance partecipata (Vitale, 2006).

Una svolta decisiva: la riforma del Terzo Settore

Il D.Lgs. 117/2017, che ha istituito il Codice del Terzo Settore, delineando il ruolo degli ETS come partner stabili nella co-programmazione e co-progettazione delle politiche pubbliche, sancisce con maggiore forza questo orientamento. Gli articoli 55-57 definiscono un quadro normativo chiaro per l’attivazione di partenariati tra amministrazioni pubbliche ed enti del privato sociale, in attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art. 118 della Costituzione, poi richiamato dalla sentenza 131/2020 della Corte Costituzionale.

Questa evoluzione ha consolidato il modello del welfare mix, dove il pubblico svolge una funzione di regia, abilitando reti territoriali di attori capaci di leggere i bisogni, co-produrre risposte e generare impatto.

Il welfare contemporaneo è chiamato “a rispondere a bisogni sempre più diversificati, spesso emergenti ai margini dei sistemi tradizionali di protezione” sottolinea Chiara Saraceno, sociologa esperta di povertà, disuguaglianze e politiche familiari. La dimensione relazionale e comunitaria dell’intervento sociale diventa quindi essenziale per contrastare nuove vulnerabilità, e il Terzo Settore gioca un ruolo insostituibile in questa mediazione tra istituzioni e società civile.

Dalla co-governance al welfare eco-sociale

La sfida odierna – sottolinea Andrea Ciarini, docente di Sociologia economica e del lavoro alla Sapienza Università di Roma – è integrare giustizia sociale e transizione ecologica, superando i dualismi tra settori produttivi e territori. Ciarini propone il concetto di cittadinanza eco-sociale, che prevede la promozione di nuovi diritti e beni comuni (come servizi territoriali, accesso all’abitare, spazi verdi, mobilità sostenibile), accompagnati da doveri in termini di comportamenti collettivi e stili di consumo. In questo quadro, il Terzo Settore può diventare motore di innovazione sociale e ambientale, contribuendo alla definizione di politiche integrate, più eque e sostenibili.

L’amministrazione condivisa si configura così come dispositivo di co-governance adattiva, capace di connettere dimensioni materiali (servizi, infrastrutture, risorse) e immateriali (fiducia, partecipazione, innovazione civica). La sua efficacia dipende però dalla capacità di istituzionalizzare gli spazi di dialogo, rafforzare le competenze collaborative e orientare la programmazione strategica verso obiettivi di impatto territoriale.

Le leve europee e il ruolo del PNRR

A livello europeo, strumenti come il Pilastro Europeo dei Diritti Sociali e il Social Economy Action Plan (2021) incoraggiano il coinvolgimento degli attori dell’economia sociale nella progettazione delle politiche locali. Il PNRR italiano, in particolare attraverso la Missione 5 “Inclusione e Coesione”, riconosce il ruolo del Terzo Settore nei processi di innovazione sociale e rafforza la logica del partenariato nella pianificazione e attuazione degli interventi territoriali.

È fondamentale, tuttavia, che queste risorse non si traducano solo in progettualità episodiche, ma diventino occasioni per rafforzare sistemi locali di welfare e consolidare la presenza del Terzo Settore come attore sistemico.

Alcune esperienze dai territori

I Patti Educativi di Comunità mostrano come la collaborazione tra istituzioni ed enti del privato sociale possa generare valore sociale partendo dal basso. Queste esperienze mettono in rete scuole, associazioni, municipi, parrocchie e famiglie, trasformando gli spazi scolastici in presidi di comunità.

Progetti come “Scuole Aperte – Mappa Città Educante”, promosso dall’ Assessorato alla Scuola, Formazione, e Lavoro di Roma Capitale, rappresentano tentativi riusciti di co-programmazione educativa municipale, capaci di integrare risorse, conoscenze e visioni tra soggetti eterogenei ma uniti da un obiettivo comune: contrastare le disuguaglianze a partire dal territorio.

Il progetto Territori a Disoccupazione Zero, sperimentazione attualmente in corso nei quartieri romani di Tor Bella Monaca e Corviale, integra inserimento lavorativo e inclusione sociale a partire da un percorso di coprogrammazione e coprogettazione. Sulla base di un’analisi dei bisogni sociali, culturali, economici, ecologici dei territori, mira allo sviluppo di nuove attività volte a rispondere a questi bisogni – servizi alle persone, cura ambientale, offerta culturale – attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro a livello locale.

Un welfare generativo, inclusivo e sostenibile

La collaborazione tra enti pubblici e privato sociale non è più solo un’opzione tecnica, ma una necessità strategica: in un’epoca in cui i tradizionali strumenti di policy appaiono insufficienti, può rappresentare la chiave per riattivare i territori, coinvolgere le comunità e generare innovazione sistemica.

Ripensare il welfare in ottica eco-sociale significa abbandonare la logica riparativa ed emergenziale, per abbracciare un paradigma rigenerativo, che valorizzi la prossimità, la partecipazione e la sostenibilità. È su questo terreno che si gioca la capacità delle istituzioni pubbliche e del Terzo Settore di costruire insieme il futuro del welfare.

Di questi temi avevamo parlato nella seconda puntata del video podcast “Sinergie per il sociale”, alla quale rimandiamo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Su questo argomento

"Sinergie per il sociale". Costruire fiducia per generare valore