Dibattito pubblico: come funziona il nuovo decreto attuativo

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Abbiamo monitorato il tema del dibattito pubblico per più di un anno, ci siamo interrogati a più riprese sulle implicazioni dei decreti attuativi del Nuovo Codice Appalti. A FORUM PA 2018, facendo un po’ di ripasso, abbiamo approfondito qualche aggiornamento di buon auspicio per il futuro

30 Maggio 2018

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Marina Bassi

All’interno del convegno La nuova legge sul Dibattito pubblico: che cos’è e come si applica coordinato dalla Dott.ssa Iolanda Romano (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), nell’ambito della Manifestazione FORUM PA 2018, si è discusso della Legge sul dibattito pubblico, che finalmente riconosce questo istituto come obbligatorio per tutte le Opere Pubbliche

  • di importo superiore a 50.000.000 €;
  • salvo eccezioni previste per legge, piani regionali di previsione localizzativa relativa alle Opere Pubbliche nazionali;
  • Opere di iniziativa privata di importo superiore a 50.000.000 €, sottoponendo l’opera a dibattito pubblico regionale dopo una valutazione dell’Autorità regionale.

Non solo, oltre a quanto premesso – di cui avevamo già discusso in precedenza, partendo dal topic previsto per l’incontro, ovvero la recentissima firma (9 maggio 2018) del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che introduce in Italia, ai sensi dell’articolo 22 del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, il dibattito pubblico per le grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, i relatori presenti in sala hanno provato a definire alcuni elementi strutturali di questo istituto, che si propone di ribaltare il modo in cui per decenni sono state progettate le grandi opere, anteponendo la conoscenza del contesto alla decisione sull’utilità dell’opera.

Stando a quanto condiviso da Valentina Lostorto, Docente SNA e coordinatrice del DIAP – Dipartimento Istituzioni, Autonomie e Politiche dello Sviluppo, in apertura del convegno, sarà il modo di fare formazione su questo istituto che determinerà un vero progresso nel design delle politiche pubbliche: “Costruire insieme il percorso, affiancando al teorico anche una sperimentazione pratica sul campo della metodologia utilizzata per il dibattito pubblico, sarà indispensabile”.

“Il dibattito pubblico è una parte della strategia generale in cui ci muoviamo quando pensiamo alle Infrastrutture”, ha continuato Marco Bonaretti, Capo di Gabinetto Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sottolineando le tre caratteristiche prioritarie per le Infrastrutture del futuro: queste dovranno essere utili, snelle, condivise. Non ci è difficile immaginare come mai siano proprio queste le priorità sottolineate dal MIT, segnati dal deficit dell’utilità. Tradizionalmente i processi attraverso i quali si decideva se un’opera era utile o no non partivano da un’analisi strategica, basata sull’inter-modalità e l’interconnessione, ma si sfociava molto facilmente in colli di bottiglia. Adesso si muove da una domanda differente: gli interlocutori sono i cittadini? E allora non potrà non trattarsi di strategie condivise. Peraltro, questo non potrà essere che un valore aggiunto – quello della partecipazione e del coinvolgimento civico – per rispondere all’evidente scollamento tra cittadini e amministrazione: “senza comunità forti non avremo istituzioni forti”.

Tanti sono stati gli spunti interessanti, soprattutto per quanto concerne i paradossi emersi, e l’importanza della contestualizzazione progettuale. Di fatto, avvisa Antonio Florindia (Regione Toscana) parlando dell’esperienza regionale, “il dibattito pubblico non è da confondere con l’esercizio della democrazia partecipata, poiché non è un esercizio democratico della volontà dei cittadini, ma è una fase propedeutica alla definizione e configurazione di un’opera pubblica in cui si acquisiscono tutte le informazioni tecniche da parte degli esperti e le informazioni del contesto, frutto degli interessi e delle conoscenze di stakeholder e cittadini su cui impatta direttamente l’opera in questione. Il dibattito pubblico è il momento propedeutico alla decisione istituzionale che di quel dibattito deve tener conto, e per funzionare deve essere un processo affidabile che non deve consentire accordi al di fuori dei momenti di confronto pubblico, che deve garantire un confronto leale e trasparente fra i soggetti coinvolti”.

A questo link gli atti e la registrazione audio dell’evento.

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