EDITORIALE

Semplificazione per la ripresa

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Lunedì 23 novembre scorso è stata approvata in Conferenza Unificata l’Agenda per la semplificazione 2020-2023. È un documento importante che dà una spinta significativa alle azioni di semplificazione amministrativa in vista dei piani per la ripresa. Non si tratta di un’ennesima norma, ma di un programma di lavoro coordinato e concordato, di un impegno comune dei vari livelli di Governo e delle forze sociali ed economiche perché gli oneri amministrativi e i tempi della burocrazia non frenino le azioni verso uno sviluppo equo e sostenibile. Vale la pena di guardarlo più da vicino

30 Novembre 2020

Carlo Mochi Sismondi

Presidente FPA

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Lunedì 23 novembre scorso è stata approvata in Conferenza Unificata l’Agenda per la semplificazione 2020-2023. È un documento importante che dà una spinta significativa alle azioni di semplificazione amministrativa in vista dei piani per la ripresa. È anche un documento “semplice” e comprensibile, e meno male, perché se “il mezzo è il messaggio” era necessario che anche la forma fosse alla portata dei non specialisti. È anche un documento di estrema importanza, direi vitale per il successo del Piano di Ripresa e Resilienza e vale la pena di guardarlo più da vicino.

Sono decenni che invochiamo un’amministrazione semplice, vicina e veloce, ma in questo momento storico quello che era un desiderio è diventato un bisogno imprescindibile. È necessaria infatti, proprio per il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, il cuore del recovery Fund da 209 miliardi di cui ora si tracciano le linee guida, avere quella che chiamerei una “Semplificazione preventiva”. Sarà infatti importante, per ogni azione del Piano, individuare le procedure che la rendono, a legislazione data, attuabile e che ne sviluppano gli effetti, catalogarle, definirne la complessità e l’effettiva utilità, agire, se possibile con norme secondarie, per semplificare le complesse ed eliminare le inutili. Va insomma investigata con cura la “sostenibilità amministrativa” delle norme, la loro effettiva attuabilità da parte delle amministrazioni.

Non aver agito con questa logica ha reso a volte inefficaci, nella fase emergenziale, le norme per i ristori e frustrante l’accesso ai benefici da parte di imprese e cittadini. La rabbia che ne è conseguita è sotto gli occhi di tutti.

Ma torniamo all’Agenda: innanzitutto va notato che si tratta di misure condivise tra Governo, Regioni ed enti locali e che per ciascuna di esse sono individuati in modo puntuale obiettivi, scadenze e risultati attesi, ma viene anche definito il cronoprogramma delle attività. Al monitoraggio sull’andamento degli interventi parteciperanno poi anche le associazioni dei cittadini utenti e dei consumatori e le associazioni imprenditoriali. Velocizzazione delle procedure, taglio dei procedimenti inutili e obsoleti, certezza e chiarezza del quadro regolatorio: su queste direttrici l’Agenda interviene per dare una spinta a settori quali la transizione green e l’economia circolare, la banda ultra larga, l’edilizia e la rigenerazione urbana, l’intero sistema degli appalti.
Ecco in breve le principali linee di azione:

  • la predisposizione di un ‘catalogo delle procedure’ diretto a uniformare i regimi amministrativi, eliminando gli adempimenti e le autorizzazioni non necessarie e la semplificazione e reingegnerizzazione di un set di 50 procedure rilevanti e critiche, da individuare: e già questo basterebbe per considerarla un provvedimento necessario;
  • la definizione di moduli e form online standardizzati e semplificati per l’accesso telematico alle procedure e l’estensione della modulistica standard a settori finora esclusi (per esempio la banda ultra larga o le autorizzazioni sismiche), in modo da favorire l’interoperabilità delle banche dati; 
  • il supporto alle amministrazioni nella gestione delle cosiddette procedure complesse, in modo da accelerare gli interventi cruciali per la ripresa; si tratta di quell’attività di accompagnamento dell’innovazione che molto spesso è mancata nell’illusoria convinzione che bastasse una legge a cambiare i comportamenti e le procedure;
  • la pubblicazione dei tempi di conclusione delle procedure, in modo che la verifica diretta da parte dei cittadini contribuisca a generare una riduzione dei tempi stessi; 
  • l’effettiva applicazione del principio del ‘once only’ attraverso la spinta sugli accordi di fruizione e il dialogo delle banche dati e il potenziamento di sistemi di repository per la gestione e condivisione di documenti di grandi dimensioni, definendo standard condivisi per favorire il dialogo tra sistemi digitalizzati di back office;
  • lo snellimento ulteriore delle Conferenze dei servizi, per giungere al 90% di esse svolte in via telematica e al 90% concluse nei termini e la digitalizzazione dei SUAP o delle procedure per le attività produttive; la digitalizzazione delle procedure dell’edilizia, l’informatizzazione dei Sue e l’interoperabilità dei dati tra enti; 
  • infine, assolutamente necessaria, la razionalizzazione e semplificazione di controlli e attività ispettive.

L’aver dedicato un capitolo intero dell’Agenda alle azioni tese a superare gli ostacoli burocratici nei settori chiave del Piano di rilancio testimonia ancora una volta come la semplificazione può e deve essere un fattore chiave per il successo del piano stesso. È necessario sostenere e monitorare l’attuazione delle misure già previste negli interventi recentemente adottati e proseguire nell’opera di semplificazione mediante la formulazione di nuovi interventi, anche di natura organizzativa e tecnologica. 

Non si tratta quindi di un’ennesima norma, ma di un programma di lavoro coordinato e concordato, di un impegno comune dei vari livelli di Governo e delle forze sociali ed economiche perché gli oneri amministrativi e i tempi della burocrazia non frenino le azioni verso uno sviluppo equo e sostenibile.

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