Come fare un vero smart working e cambiare la PA

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Nel corso dell’evento organizzato da FPA in collaborazione con Dell Technologies, Intel e VMware, ci siamo confrontati su modelli e tecnologie che abilitano un “vero smart working”, che può e deve essere per le pubbliche amministrazioni l’occasione per attuare un cambiamento profondo, incentrato sul lavoro per obiettivi e una digitalizzazione intelligente delle attività, migliorando engagement e benessere delle persone

3 Febbraio 2023

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Redazione FPA

La pubblica amministrazione sta vivendo ancora una pervasiva fase di adattamento alle nuove modalità di lavoro, che porta i dipendenti pubblici, in alcuni casi, a percepire il lavoro agile come un nuovo privilegio finalizzato al miglioramento del work-life balance e non come un nuovo modello di lavoro efficace e sostenibile. Molte amministrazioni hanno scelto un modello rigido (un numero di giorni fisso al mese in lavoro agile), mentre servirebbe un modello flessibile e adattativo. Questo è quanto è emerso nel corso del digital talk che FPA ha organizzato lo scorso 26 gennaio, in collaborazione con Dell Technologies, Intel e VMware dal titolo “Smart working nella PA, come farlo diventare fattore di cambiamento”.  

Cosa non è smart working 

Le prime rilevazioni post emergenza restituivano una fotografia, che lasciava ben sperare: il 62% delle PA intervistate dall’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, per la consueta ricerca annuale, dichiarava che al termine della pandemia lo Smart Working sarebbe rimasto, mentre una pubblica amministrazione su tre rilevava un miglioramento delle prestazioni con il lavoro da remoto.  

Tuttavia, il dibattito sull’opportunità di adottare modalità di lavoro agili nel settore pubblico rimane ancora aperto:  

  • come le PA possono trovare nuovi equilibri e significati da dare all’esperienza di lavoro?  
  • Di quali tecnologie una pubblica amministrazione deve dotarsi per personalizzare il lavoro senza rinunciare alle dinamiche più sociali e collettive?  
  • Come consolidare nuovi comportamenti, anche in riferimento alla cybersecurity, e stili di leadership? 

Perché al di là dei numeri, con lucidità va rilevato che quello che la gran parte delle pubbliche amministrazioni hanno sperimentato fino ad ora non è smart working. Al netto di alcune eccezioni, si è trattato di forme di lavoro a distanza, prive dei presupposti di autonomia e responsabilizzazione sui risultati su cui si fondano le modalità di lavoro agili.      

Come è messo in luce dalla ricerca 2022 dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, le forme di lavoro tradizionali o “non smart” hanno efficienza ed efficacia minori, e meno capacità di attrarre talenti e trattenere risorse. La pubblica amministrazione, per assolvere al suo ruolo di motore della ripresa e di comprimaria nella costruzione di un futuro più sostenibile e inclusivo, deve accogliere nuovi modelli manageriali e di leadership. Divenire, soprattutto, attrattiva per i profili più specializzati.    

Come fare un “vero smart working” 

L’adozione di modalità di lavoro ibride o agili può essere per le pubbliche amministrazioni l’occasione per adottare modelli incentrati sul lavoro per obiettivi e per una digitalizzazione intelligente delle attività, migliorando engagement e benessere delle persone.  Solo un progetto congiunto tra le diverse professionalità del settore IT e HR può trasformare lo smart working in una leva per il cambiamento.  

Per tutte le organizzazioni, infatti, la sfida è conciliare la personalizzazione dell’esperienza lavorativa, che abbiamo tutti provato con il lavoro da remoto, con le dinamiche di lavoro di gruppo e quelle scoiali del lavoro in presenza. Per riuscire a farlo, bisogna cercare di bilanciare i carichi di lavoro, ripensare gli spazi (digital workspace), far evolvere i modelli di leadership e le pratiche lavorative. 

Digital workspace 

La tecnologia abilitante c’è, è emerso chiaramente dal dibattito, ma corriamo il rischio di darla per scontata. L’aggiornamento delle infrastrutture e il potenziamento della rete, il rafforzamento della sicurezza sono processi non eludibili. Inoltre, non si pensa mai alle sale riunioni, che vanno attrezzate per la collaborazione ibrida. 

Il pc diventa il “gateway dell’employee experience”: l’utente torna al centro della progettazione e grazie al cloud l’esperienza lavorativa si slega dallo spazio e dal tempo. 

Change management e nuovi stili di leadership 

Modalità di lavoro ibride o agili, richiedono un importante cambiamento di stile manageriale e di leadership caratterizzato dal lavoro per obiettivi, dallo sviluppo di relazioni basate sulla fiducia reciproca, spostando l’attenzione dal controllo alla responsabilità per i risultati. L’attenzione si sposta così sull’effettivo raggiungimento degli obiettivi e sull’impatto dell’azione amministrativa. Ne parliamo in maniera approfondita in questo articolo

Il Digital talk 

Nel corso del talk organizzato da FPA, in collaborazione con Dell Technologies, Intel e VMware, ci siamo confrontati su modelli e tecnologie che abilitano un “vero smart working”, che può e deve essere per le pubbliche amministrazioni l’occasione per attuare un cambiamento profondo.  È possibile vedere la registrazione. 

Hanno contribuito al dibattito: Fabrizio Liberatore, Local Public Sector Sales Director di Dell Technologies Italia, Claudia Angelelli, Semea Core Solution Engineering Manager Italy di VMware, Stefano Calabrese, Direttore Regionale Innovazione Tecnologica e Trasformazione Digitale di Regione Lazio, Maria Dolores Di Baia, Responsabile Scuola di Formazione di Banca d’Italia, Roberta Lotti, Responsabile Innovazione e Progetti Europei del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessandro Luzzi, Dirigente Infrastruttura, Rete e Sicurezza del Ministero dell’Istruzione e del merito  e Riccardo Magni, Field Marketing Manager Client Solutions di Dell Technologies Italia. 

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