Spazi pubblici riqualificati per il benessere dei cittadini: la sperimentazione in Emilia

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Energia, ambiente e la vivibilità dello spazio urbano sono temi all’ordine del giorno nelle riflessioni in materia di sviluppo intelligente.  Anche in questa materia il cittadino si conferma al centro del dibattito, che individua come fine l’ultimo di ogni forma di riqualificazione dello spazio pubblico il benessere e la qualità della vita. Questa settimana vi segnaliamo il lavoro che la Regione Emilia Romagna sta portanto avanti aderendo al progetto europeo Republic Med, volto proprio ad indagare la metodologia migliore per intraprendere una riqualificazione degli spazi urbani che vada oltre la riduzione dei consumi.

9 Febbraio 2015

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Silvia Rossi* e Kristian Fabbri**

Energia, ambiente e la vivibilità dello spazio urbano sono temi all’ordine del giorno nelle riflessioni in materia di sviluppo intelligente.  Anche in questa materia il cittadino si conferma al centro del dibattito, che individua come fine l’ultimo di ogni forma di riqualificazione dello spazio pubblico il benessere e la qualità della vita. Questa settimana vi segnaliamo il lavoro che la Regione Emilia Romagna sta portanto avanti aderendo al progetto europeo Republic Med, volto proprio ad indagare la metodologia migliore per intraprendere una riqualificazione degli spazi urbani che vada oltre la riduzione dei consumi.

Il tema della relazione fra consumo di energia, spazio pubblico e benessere è indagato nel progetto europeo Republic Med al quale la Regione Emilia-Romagna partecipa attivamente. L’obiettivo del progetto è duplice, da un lato si concentra sugli edifici pubblici, per i quali intende sviluppare una metodologia per condurre studi tecnico-economici per ridurre i consumi, tenuto conto del comportamento degli utenti e della percezione di comfort; dall’altro lato studia le condizioni e le strategie per migliorare il microclima degli spazi pubblici urbani e per la mitigazione delle isole di calore.

Lo sviluppo del primo obiettivo vede un contesto di riferimento, tecnico e legislativo, già consolidato. Il progetto, infatti, fa riferimento alla Direttiva 2012/27/EU, recepita nell’Ordinamento Italiano con il D.lgs. 102/2014, che prevede, per gli Stati Membri, l’obbligo di riqualificare, ogni anno, almeno il 3% della superficie utile totale degli edifici pubblici occupati dall’amministrazione centrale. Sull’altro versante, la mitigazione delle isole di calore urbane – Urban Heat Island – rappresenta la componente più “sperimentale” del progetto. Tema carente nel dibattito italiano e nell’attività di pianificazione e progettazione degli spazi pubblici, con circoscritte esperienze a livello internazionale, prevalentemente nel settore della ricerca.

Obiettivo, qualità ambientale

In Italia e in Emilia-Romagna il fenomeno delle isole di calore è trattato dal punto di vista sanitario e di protezione civile (ondate di calore ed allerta popolazione). Il progetto vuole spostare l’attenzione verso un approccio di prevenzione che coinvolga i cambiamenti in ambito urbano, ad un livello di scala più di dettaglio, fornendo una metodologia operativa a pubblici amministratori e professionisti del settore, perché sia possibile riqualificare gli spazi aperti pubblici in modo attento al benessere e al microclima urbano.

Raramente nella progettazione urbana e paesaggistica dello spazio pubblico si tiene conto degli aspetti relativi al comfort microclimatico del benessere sociale e fisiologico dei cittadini; gli spazi urbani aperti della nostra contemporaneità troppo spesso sembrano rispondere più a criteri quantitativi (requisiti normativi degli standard urbanistici) che ad obiettivi di qualità ambientale, comfort, vivibilità, accessibilità, ecc. Nel più generale obiettivo di sostenibilità dell’ambiente urbano, la riqualificazione degli spazi pubblici (open space), oltre a creare un ambiente più salutare e migliorare il comfort climatico dei pedoni, migliora anche il benessere all’interno degli edifici adiacenti a tali aree, riducendo la domanda di energia per il raffrescamento nel periodo estivo, in particolare nelle città mediterranee.

Il modello di lavoro

Nell’ambito del progetto REPUBLIC MED sono state previste delle diagnosi energetiche, accompagnate da interviste sul campo, per verificare la conoscenza e la sensibilità dei cittadini sul tema. Sono stati analizzati cinque casi studio in area modenese, due spazi urbani e tre edifici pubblici, e su questi sono state raccolte le “percezioni” degli abitanti, dei lavoratori e dei visitatori, mediante interviste strutturate su questionari. Il questionario si è confermato uno strumento idoneo per esplorare la percezione del comfort da parte dell’utente e le modalità di utilizzo dei luoghi. I risultati possono essere utilizzati per guidare gli interventi di riqualificazione, rendendoli efficaci e vicini alle reali esigenze sociali ed ambientali del luogo, regolando le modalità di utilizzo degli impianti termici dell’edificio, oppure adeguando le strutture dello spazio aperto pubblico alle esigenze delle diverse attività.

L’altro strumento utilizzato per valutare le condizioni di benessere negli spazi urbani è la modellistica, la quale consente di costruire un modello microclimatico dell’area, potendo così stimare la distribuzione e l’evoluzione delle temperature, dell’umidità relativa, velocità dell’aria etc. e degli indici di benessere: un dato numerico che consente di determinare il giudizio di comfort o discomfort (troppo caldo, troppo freddo, etc.) che le persone esprimerebbero sull’area.

Dati questi due strumenti, questionari e modellistica, un ulteriore aspetto da indagare è la restituzione delle informazioni. Come devono essere impostati gli indici (numerici) o gli indicatori (qualitativi) perché siano utili alla Pubblica Amministrazione nel definire i requisiti progettuali minimi del comfort microclimatico di uno spazio? Quali sono gli indici/indicatori che è possibile definire in fase di progettazione e misurare in fase di esecuzione e collaudo? Si può valutare il benessere microclimatico di uno spazio pubblico con un modello microclimatico oppure attraverso questionari, e i due metodi si possono anche comparare. Uno degli interrogativi che ci si è posti nello sviluppo del progetto è stato proprio la valenza dello strumento – questionario – e la possibilità di farne una strategia da adottarsi in maniera sistematica.

Conclusioni

L’impegno del progetto è trovare una metodologia da applicare in un settore dove non esistono prassi operative, non vi sono indici di comfort outdoor o sistemi di classificazione degli spazi pubblici da un punto di vista del benessere. Gli interventi di riqualificazione sugli spazi aperti dovrebbero tenere sempre in considerazione il miglioramento del microclima e la mitigazione delle isole di calore. Le trasformazioni urbane possono singolarmente non avere impatti negativi sul benessere microclimatico dell’area, ma la loro sommatoria può comportare un impatto significativo a scala urbana con conseguenze sanitarie (ondate di calore). Diventa quindi opportuno individuare le modalità, gli indici ed indicatori, nonché le prassi da adottare, nel progetto e nella pianificazione, per il benessere fisiologico, mediante una valutazione microclimatica che garantisca un corretto bilanciamento degli insediamenti futuri, siano essi rigenerati o nuovi.

 

 

*Silvia Rossi è architetto e urbanista, collabora da anni con il CNR – IBIMET sui temi del microclima urbano. Ha collaborato con Alma Mater Studiorium Università di Bologna per la redazione di Piani Energetici Comunali e attualmente è consulente presso la Regione Emilia Romagna in materia di prestazione e certificazione energetica degli edifici e dei comportamenti micro climatici degli spazi pubblici. Ha conseguito il Master internazionale in economia, politiche ambientali e territoriali e sviluppo sostenibile, collaborando con l’UNGCCP (Nazioni Unite – Global Compact Cities Programme) in Brasile.

** Kristian Fabbri è architetto, professore a contratto di Fisica Tecnica Ambientale e Modellazione del Comportamento Energetico DA – Dipartimento di Architettura, Alma Mater Studiorium Università di Bologna. È consulente di NuovaQuasco, di Associazioni di Categoria e di Regione Emilia-Romagna, in materia di prestazione e certificazione energetica degli edifici, mercati ambientali ed energy management. Ha all’attivo pubblicazioni in riviste e convegni internazionali e nazionali oltre a monografie di manualistica tecnica. www.kristianfabbri.com

 

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