Cremona smart city: i sei passi per una città innovativa

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Perché una città sia smart occorre una visione innovativa e per Cremona questa visione passa per alcuni temi essenziali, quello della digitalizzazione, della crescita culturale di una comunità, dello sviluppo delle infrastrutture materiali e immateriali, della smart land e del ruolo della Pubblica amministrazione nel generare nuovi processi. Ce lo racconta il Sindaco Gianluca Galimberti

11 Ottobre 2017

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Patrizia Fortunato

Cremona mette la smart city al centro dell’azione amministrativa e istituzionale. Perché una città sia smart occorre una visione innovativa e per Cremona questa visione passa per alcuni temi essenziali, quello della digitalizzazione, della crescita culturale di una comunità, dello sviluppo delle infrastrutture materiali e immateriali, della smart land e del ruolo della Pubblica amministrazione nel generare nuovi processi.

In sei punti fondamentali, passiamo in rassegna, con l’aiuto del Sindaco Gianluca Galimberti, l’esperienza di Cremona verso la città intelligente.

  • Punto uno. Una smart city deve produrre una visione strategica sulla città. “L’innovazione tecnologica – afferma Galimberti – richiede di rispondere a una domanda “Come immaginiamo la città fra 5 – 10 anni?”.
  • Punto due. Una città che decide il percorso di innovazione di Smart city è una città che innalza il suo livello culturale, “è una città – precisa il Sindaco – che ha anche la capacità, attraverso le scuole, l’università, i progetti culturali, di innalzare il livello di consapevolezza dei cittadini che abitano quella città”.
  • Punto tre. Quali sono le infrastrutture immateriali necessarie a sostenere le linee di sviluppo di una città? “In una logica innovativa, una città deve porre accanto alle infrastrutture materiali quelle immateriali. Le linee di sviluppo della nostra città – sottolinea il Sindaco Galimberti – sono l’artigianato artistico e la filiera agroalimentare e su questo abbiamo iniziato a lavorare fin dai primi giorni del mandato. Abbiamo implementato tutte le infrastrutture immateriali che possono sostenere queste linee: università, luoghi di ricerca, luoghi di innovazione. Abbiamo puntato sul mettere insieme, costruire sinergie profonde tra università e imprese”. Il Polo Tecnologico, inaugurato lo scorso 10 giugno, ne è un esempio.
  • Punto quattro. La città di Cremona ha storicamente il vantaggio di essere una città cablata, ma non bastava. “Stiamo realizzando, grazie ad imprese pubbliche-private del territorio – continua Galimberti -, la seconda infrastruttura materiale che è quella del concentratori per la telemetria, alla quale agganciare, di volta in volta, i sensori e le innovazioni tecnologiche che noi decideremo di mettere in città”.
  • Punto cinque. Affinché una città possa consolidare le linee di sviluppo legate all’innovazione, serve facilitare tutti quei processi pubblico-privati, che permettano di costruire dei piani industriali su percorsi innovativi. “Il fatto che la nostra città – precisa il Sindaco – sia la sede della Linea Group Holding (gruppo LGH), in partnership con A2A, significa che la nostra città è la sede di società come A2A Smart city che hanno il know-how, l’apertura mentale per seguire secondo dei processi industriali queste logiche di innovazione”. L’altro esempio riguarda il Polo Tecnologico. “Il Polo è un propulsore di innovazione, contiene realtà innovative e sta costruendo, in collaborazione con Istituzioni, un piano industriale di innovazione smart land, un centro capace di collettare altre proposte di innovazione”. Cremona sta immettendo nuove modalità di gestione lavorativa. Ne è un esempio il nuovo robottino, Yape, presentato pubblicamente giovedì 5 ottobre, che si sposta autonomamente in città da un negozio fino a un cliente, da professionista a un altro professionista, portando materiale e non inquinando.
  • Punto sei. Qual è il ruolo della pubblica amministrazione in questo percorso verso l’innovazione? Il Sindaco di Cremona ha il grande merito di guardare al ruolo della pubblica amministrazione come amministrazione capace al suo interno di fare innovazione. In realtà, il ruolo della PA è trasversale in tutti i punti qui analizzati: è in alcuni casi regista, in altri facilitatore e in altri ancora promotore. Osserviamo alcuni progetti concreti che il comune di Cremona ha presentato durante questi primi due anni e mezzo del mandato, grazie a una capacità di innovazione interna alla propria amministrazione. “Dopo due anni di lavoro – precisa Galimeberti – entro dicembre di quest’anno, presenteremo lo “Sportello Polifunzionale”, telematico, per cui i cittadini e le imprese potranno 7 giorni su 7, 24 ore su 24, richiedere documenti anche da casa e snellire i tempi di attesa”. L’altro esempio già in atto è avere fatto parlare tra di loro piattaforme di database diversi – anagrafe, patrimonio, vigili, entrate. “Questo progetto – continua il sindaco – ci ha permesso un recupero di evasione fiscale dell’ordine di qualche milione. Abbiamo fatto un censimento degli immobili fantasma, ma anche dei contribuenti fantasma”. A conclusione del sesto punto e in accordo con una tesi da sempre sostenuta anche da FPA per cui non esiste innovazione tecnologica senza un’azione per la formazione e l’empowerment dei dipendenti pubblici, il Sindaco precisa “le tecnologie rendono solo se si mettono a servizio dei processi lavorativi nuovi, che richiedono interdisciplinarietà di lavoro tra diversi settori. È un cambio di mentalità che richiede formazione del personale. Aver fatto lo sportello telematico ha voluto dire e rivedere dei processi di lavoro interni all’ente e quindi la digitalizzazione, l’informatizzazione, l’innovazione tecnologica nella pubblica amministrazione corrisponde necessariamente a una novità nei processi lavorativi che l’amministrazione mette in gioco. Non più ambiti settoriali, settori ognuno dei quali lavora indipendentemente dagli altri, ma un ente che ha una visione d’insieme al servizio del quale i diversi settori, parlando tra di loro e interagendo tra di loro, raggiungono gli obiettivi”. La parola chiave rimane “interdisciplinarietà”.
Nel percorso verso la smart city, ci chiediamo se il Comune abbia attivato processi partecipativi. Il Sindaco menziona alcune azioni di smart city fatte in questi anni e raccolte nelle schede che saranno presentate il 24 ottobre a ICity Lab 2017, in occasione dell’incontro Le città circolari: dall’esperienza di Amsterdam alle iniziative italiane. Le schede sono state preparate dall’assessore alle Risorse, all’Innovazione e alla Digitalizzazione, Maurizio Manzi, in collaborazione con il Sindaco Galimberti e tutti gli altri assessori.

“Cremona ha portato la raccolta differenziata dal 53 al 72 per cento (gli ultimi dati ci dicono 72.6, quasi 73 per cento), un’azione di efficientamento dei processi. Questa azione è dentro l’undicesimo, dei diciassette obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dalle Nazioni Unite (Agenda 2030) e fa parte di uno dei 6 item di Smart City”. Il Sindaco individua nei percorsi partecipativi attivati e nella campagna di formazione dei cittadini il successo di questo obiettivo e individua come percorso di partecipazione altrettanto importante quello legato al tema dei beni comuni. Anche questo fa parte di uno degli item dell’undicesimo obiettivo legato ai processi di Smart city. “Ci sono alcuni beni della città di cui farsi carico come cittadini e la pubblica amministrazione favorisce, anche usando metodologie nuove, tutti i processi di presa in carico del bene comune della città. Fa parte della presa in carico dei beni comuni anche, per esempio, il tema della sicurezza e il controllo di vicinato attraverso i comitati di quartiere che inviano con whatsApp segnalazioni alla polizia municipale. Le segnalazioni vengono valutate e spesso tradotte in interventi. Per assicurare i cittadini serve costruire delle alleanze, quelle che chiamiamo i “Patti di collaborazione” tra amministrazione e cittadini e anche questi sono in atto, il Regolamento dei beni comuni passerà fra poco in consiglio comunale”.

L’alleanza fra pubblica amministrazione e impresa è fondamentale ne è un esempio interessante il pacchetto di incentivi, presentato circa 10 giorni alle categorie economiche, per finanziare la nascita di possibili nuove imprese e migliorare l’innovazione tecnologica. Anche il Polo Tecnologico è avvenuto attraverso un’alleanza tra imprese del territorio e amministrazione.

Riprende Galimeberti presentando gli ultimi esempi di iniziative che vede l’amministrazione regista. “Come amministrazione stiamo lavorando con singole imprese per il sistema duale, l’alternanza scuola-lavoro. Una delle proposte che faremo è una piattaforma digitale (già presentata in un momento pubblico) in cui presentare il curriculum di ragazzi e i centri di ricerca, in sinergia con quanto c’è sul territorio, affinché le imprese interessate possano poi collegarsi e attivare delle collaborazione anche autonomamente”.

“Stiamo lavorando – continua il Sindaco – su un nuovo software del Sociale. All’interno di un percorso di assistenza alla persona (SAP) vogliamo, insieme alla ATS, costruire delle cartelle telematiche per famiglie con figli con disabilità, nelle quali ci sia la storia sanitaria dei ragazzi. La novità di quest’ultima gara fatta sul servizio di assistenza alla persona è quella di estendere il servizio a tutto il Distretto del Cremonese e del Casalasco”.

Il Sindaco pensa che l’esistenza del Polo Tecnologico e la collaborazione con la pubblica amministrazione di Cremona possa nel prossimo futuro rendere possibile l’estensione degli esempi riportati di digitalizzazione della pubblica amministrazione anche ad altri comuni del territorio cremonese.

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