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Francesco Fortuna (MiPAAF): “Agricoltura, mai così tante risorse per investire nel futuro”

Francesco Fortuna (Mipaaf): "Agricoltura, mai così tante risorse per investire nel futuro"
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Dalle nuove tecnologie in agricoltura alle sfide per mitigare gli effetti della guerra e del caro energia, l’intervista a Francesco Fortuna, Capo di Gabinetto del MiPAAF, in avvicinamento a FORUM PA 2022

6 Giugno 2022

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Redazione FPA

In attesa di FORUM PA 2022 che si terrà all’Auditorium della Tecnica a Roma dal 14 al 17 giugno, Carlo Mochi Sismondi, Presidente FPA, ha intervistato Francesco Fortuna, Capo di Gabinetto al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali (MiPAAF), per parlare dei grandi investimenti per l’agricoltura di oggi e domani stanziati dal PNRR e dal Piano Nazionale Complementare.

“Il MiPAAF – ha spiegato Fortuna – è titolare di 4 importanti progetti e per quanto riguarda le tempistiche siamo abbastanza soddisfatti di come sta procedendo. Le conversazioni con l’Europa stanno avendo un esito positivo, adesso le osservazioni sono limitate e questo significa che stiamo lavorando bene”.

La prima misura riguarda la logistica agroalimentare per un importo di 800 milioni euro e ha lo scopo di favorire lo sviluppo della capacità di stoccaggio della logistica agroalimentare e gli snodi commerciali. La seconda misura è il Parco del Solare, 1 miliardo e mezzo di euro per la concessione di contributi per l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti dei capannoni agricoli per favorire l’autosufficienza energetica delle imprese agricole. La terza misura è Innovazione e Meccanizzazione, 500 milioni di euro di importo di cui 100 sono per l’ammodernamento dei frantoi oleari e 400 per la sostituzione del parco macchine agricole. Poi c’è la misura sull’agrosistema irriguo, 880 milioni di euro, che prevede la concessione di risorse ai consorzi irrigui per la costruzione di infrastrutture. 1 miliardo e 200 per i contratti di filiera, finanziati sul Piano Nazionale Complementare, che si compone di vari sotto progetti, tra cui per la prima volta per il settore pesca, settori del cibo e delle foreste.

“Probabilmente – ha commentato Fortuna – l’agricoltura non ha mai avuto così tante risorse concentrate tutte insieme. Un primo argomento di riflessione è l’aspetto comunicativo e dobbiamo essere molto bravi perché ci rivolgiamo ad un mondo peculiare come quello degli imprenditori agricoli e l’elemento di accompagnamento comunicativo è di pari dignità rispetto alla misura vera e propria. Interessante sarà andare a vedere quanto riusciremo ad essere attraenti per i piccoli imprenditori agricoli del Paese”.

Nell’intervista si parla delle sfide poste dalle tre transizioni del PNRR – digitale, ambientale e inclusione sociale – e dei costi e delle ripercussioni del conflitto ucraino sul mercato.

“Non ci può essere crescita e sviluppo senza innovazione – ha affermato Fortuna per quanto riguarda l’innovazione 2.0 e 4.0 – e il nostro Paese ha accumulato tanti anni di ritardo. Gli interventi degli ultimi anni hanno cercato di mitigare il gap tecnologico e l’agricoltura 4.0 è stata una piccola grande rivoluzione. Lo spettro applicativo delle nuove tecnologie ha delle potenzialità molto importanti, dalle rilevazioni satellitari all’uso ottimale dei fertilizzanti e dell’acqua, alla rilevazione dei livelli di maturazione al tracciamento della qualità, dalla sensoristica sul campo al controllo con i trattori intelligenti, fino alle colture idorponiche o vertical farm. Questo passaggio è ancora più necessario come risposta di ammodernamento e sostenibilità per fronteggiare le sfide energetiche e di catena del valore”.

A queste sfide se ne aggiungono altre di pari importanza: come la mitigazione degli effetti del conflitto e della crisi energetica, l’azione del Governo contro il caporalato definito da Fortuna come un “sistema odioso e pericoloso” e gli investimenti a favore dell’imprenditoria agricola femminile.

Rispetto agli esiti della guerra Fortuna ha concluso: “Nessun Paese europeo può pensare di risolvere questa crisi da solo, ma possiamo agire solo a livello europeo. Facciamo sì che l’Europa sia indipendente da un punto di vista alimentare”.

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