Gaudenzio Garavini e Roberto Conte, innovare sul territorio
10 Marzo 2008
Chiara Buongiovanni e Tommaso Del Lungo
L’innovazione sul territorio è ormai tema comune a molte Regioni, questione di pratica per alcune. Diverse sono le declinazioni, perché diverse le vocazioni territoriali, diverse le intelligenze politiche e amministrative nel riconoscerle, intercettarle e farne il motore di un vero sistema innovativo, ovvero capace di generare innovazione e sostenerla. Parliamo con gli esponenti di due Regioni, riconosciute da sempre come innovative e sistemiche seppur diverse per condizioni di partenza e metodologie di lavoro.
Gaudenzio Garavini, Direttore generale Organizzazione Sistemi informativi e Telematica della Regione Emilia-Romagna parte dal metodo di lavoro adottato per modellizzare l’innovazione in Emilia-Romagna: la community network. Esiste un accordo tra la regione e tutti gli enti locali – ci spiega – per realizzare quella che abbiamo chiamato una community network. In altri termini abbiamo dato un assetto istituzionale a una dimensione relazionale di rete, un rapporto che ha caratterizzato il lavoro della nostra regione in campo ICT in questi anni. La novità è aver modellizzato questa esperienza. Questo sforzo di modellizzazione è importante perché permette di estendere e trasferire l’esperienza non solo in termini di buona pratica ma come modello di funzionamento di una rete. Noi stessi abbiamo mutuato questo concetto di community network dalla dimensione del Sistema Pubblico di Connettività (SPC) le cui reti regionali sono community network del SPC e questa invece ha una dimensione più organizzativa, configurandosi più come una modalità operativa di funzionamento.
Quali sono attualmente gli obiettivi di lavoro in questo ambito?
A Lepida conclusa nel 2007, che collega in banda larga da 100 Megabit a 1 Giga tutte le pubbliche amministrazioni, vogliamo a questo punto affiancare una community network di carattere più progettuale e organizzativo, tenendo conto delle difficoltà dei numerosi piccoli comuni, per cui la community network utilizzerà modalità di lavoro quali il riuso e la progettazione congiunta.
Se è vero che le Regioni sono territori "specifici" ma contigui, arriva il monito di Garavini proprio alle amministrazioni regionali a non considerarsi sistemi autoreferenziali e a declinare la dizione di innovazione in azione, perché – ammette – l’immobilismo, insieme alla pigrizia che lo determina, rischia di essere un elemento che, nella pubblica amministrazione, ci caratterizza un po’ troppo. (a volte)
Sul circolo virtuoso dell’innovazione scommette il Friuli Venezia Giulia. Roberto Conte, Direttore centrale Organizzazione, personale e sistemi informativi della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia spiega come la sua amministrazione regionale abbia concentrato molti sforzi legislativi ma anche operativi, convinta che l’innovazione è un po’ come un domino: quando si lancia la prima tessera tutte le altre seguono. Quindi crediamo che un territorio dove l’innovazione viene posta al centro delle politiche, al centro dei programmi, al centro anche del vivere quotidiano sia una regione in cui l’innovazione non solo si fa ma si promuove si stimola e si crea.
Quale è il punto di partenza dell’innovazione targata Friuli Venezia Giulia?
Il nostro è un territorio in cui con pochi chilometri quadrati e un milione e duecentomila abitanti, abbiamo tre università e un centinaio di enti di ricerca e innovazione. Questo per noi è la base e il contesto in cui sviluppare. In quanto amministrazione, cerchiamo di innovare noi stessi per indurre innovazione sul territorio. E’ una doppia sfida: è la sfida di riuscire ad essere noi per primi oggetto e soggetto di innovazione perché il territorio possa trovare effettivamente quel contesto in cui l’innovazione può a sua volta trovare terreno fertile.
Un percorso complesso e circolare, che guarda all’Europa ma parte e ritorna al territorio perché come spiega ancora Conte: Io e la mia squadra stiamo spingendo molto sulle politiche di e-government, sui servizi all’impresa e sulla semplificazione, proprio perché le energie possano concentrarsi su quei processi che inducono elementi di novità non finalizzati a se stessi, perché l’innovazione non serve per innovare semplicemente ma per migliorare la vita dei cittadini e creare nuove opportunità per gli imprenditori. Qui ritorna il fondamentale compito della pubblica amministrazione: lavorare per trasformare le buone pratiche in paradigmi, con l’impegno di organizzare, sponsorizzare e partecipare alle occasioni che permettono metodi di lavoro a loro volta innovativi.
Un abstract dell’intervista video a Gaudenzio Garavini
Un abstract dell’intervista a Roberto Conte