How’s life? Un Rapporto dell’OCSE sulla qualità della vita oltre il PIL

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Il PIL non può essere la sola misura del benessere di un Paese, perché la qualità della vita e la soddisfazione delle persone dipendono da tanti fattori che non sempre vanno di pari passo con l’aumento del reddito: inquinamento, emarginazione, rapporti interpersonali, sono solo alcune delle dimensioni che influenzano il benessere dei cittadini. Per una vita di qualità, infatti, il reddito è certamente un fattore importante, ma ce ne sono altri che contano ancora di più. E di questo devono tenere conto i governi nelle loro scelte e nella loro azione politica. A ricordarcelo è il nuovo Rapporto OCSE “How’s life? Measuring well-being”.

13 Ottobre 2011

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Michela Stentella

Articolo FPA

Il PIL non può essere la sola misura del benessere di un Paese, perché la qualità della vita e la soddisfazione delle persone dipendono da tanti fattori che non sempre vanno di pari passo con l’aumento del reddito: inquinamento, emarginazione, rapporti interpersonali, sono solo alcune delle dimensioni che influenzano il benessere dei cittadini. Per una vita di qualità, infatti, il reddito è certamente un fattore importante, ma ce ne sono altri che contano ancora di più. E di questo devono tenere conto i governi nelle loro scelte e nella loro azione politica. A ricordarcelo è il nuovo Rapporto OCSE “How’s life? Measuring well-being, che è stato presentato ieri dal segretario generale dell’OCSE Angel Gurria, insieme all’economista premio Nobel Joseph Stiglitz e il ministro francese dell’Ambiente, Nathalie Kosciusko-Morizet. Uno studio che rientra nell’attività ormai decennale dell’OCSE sulla misurazione della qualità della vita e l’evoluzione degli indicatori economici al di là del Pil. È anche un primo tentativo di riunire misure comparabili a livello internazionale, in linea con le raccomandazioni del Rapporto Stiglitz-Sen-Fitoussi del settembre 2009.

Ricordiamo che anche in Italia si sta lavorando su questo fronte: nell’aprile scorso si è insediato il Comitato di Indirizzo Cnel/Istat (“Gruppo di indirizzo sulla misura del progresso della società italiana”) con l’obiettivo di definire un nuovo set di indicatori capaci di misurare il Bes, “benessere equo e sostenibile" dell’Italia. Ne abbiamo già parlato in altra occasione e a FORUM PA 2011, in un convegno dedicato proprio al tema “Oltre il PIL” e in un’intervista al Presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini.

Ti piace il tuo lavoro? Come va la tua salute? Passi abbastanza tempo ogni giorno con i tuoi figli? Complessivamente, quanto sei soddisfatto della tua vita? Sono alcune delle domande su cui si è basato lo studio dell’OCSE per tracciare un quadro degli elementi che influenzano la vita delle persone in 40 Paesi del mondo. In particolare, sono state prese in esame 11 dimensioni: reddito, lavoro, casa, salute, equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, educazione, rapporti sociali, governance e impegno civico, ambiente, sicurezza personale, benessere soggettivo.

"Alcuni potrebbero chiedersi se oggi sia ancora opportuno parlare di benessere, piuttosto che concentrarsi solo sulla crescita economica necessaria per far uscire i nostri paesi dall’attuale crisi", ha detto il segretario generale dell’OCSE Angel Gurria. Ma, ha aggiunto, è proprio in momenti di crisi come questo che i governi devono adottare un nuovo approccio e definire degli obiettivi che vadano oltre l’aumento del reddito, per coinvolgere la dimensione del benessere dei cittadini, combattere l’ineguaglianza e la povertà, garantire l’accesso alle opportunità e preservare l’ambiente sociale e naturale.

Il rapporto rileva che il benessere è aumentato in media negli ultimi quindici anni: le persone sono più ricche e hanno più probabilità di lavoro; godono di migliori condizioni abitative e sono esposte a un minore inquinamento atmosferico; vivono più a lungo e sono più istruite; sono esposte a un minor tasso di criminalità. Ma ci sono ancora grandi differenze tra i Paesi. Inoltre, alcune fasce della popolazione, in particolare le persone meno istruite e a basso reddito,rispetto a quelle più istruite e "benestanti", vivono sistematicamente in condizioni peggiori sotto tutti gli aspetti considerati nel Rapporto. Per esempio, vivono di meno hanno maggiori problemi di salute; i loro figli ottengono risultati scolastici peggiori; partecipano meno alle attività politiche; in caso di necessità non possono contare su una rete sociale di supporto; sono più esposte alla criminalità e all’inquinamento.

L’OCSE sottolinea che “nessun Paese è ai primi o agli ultimi posti in tutti gli indicatori. Ma la qualità della vita è molto alta in Paesi come l’Australia, il Canada, la Svezia, la Nuova Zelanda, la Norvegia e la Danimarca e lo è molto meno in Turchia, Messico, Cile, Estonia, Portogallo e Ungheria; tuttavia in alcuni dei Paesi emergenti nell’ultimo decennio c’è stato un sensibile miglioramento”. In generale, comunque, dal Rapporto emerge come gli abitanti dei paesi più ricchi non siano necessariamente più felici, soprattutto quando soffrono di bassi livelli di contatto sociale o bassa sicurezza personale. Per quanto riguarda l’Italia, la soddisfazione complessiva percepita risulta inferiore alla media degli altri Paesi OCSE.

Lo studio “How’s life” rientra nell’iniziativa dell’OCSE “Better life”, avviata nel maggio 2011, che ha visto anche il lancio di Your Better Life Index (BLI), uno strumento interattivo messo in rete con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini in questa riflessione sui fattori che contano per la qualità della vita e su cosa i governi stanno facendo, o dovrebbero fare, per aumentare il loro benessere. Utilizzando il ‘Better Life Index’ ognuno può assegnare un valore alle 11 dimensioni prese in esame, a seconda dell’importanza che attribuisce loro per la qualità della propria vita. Questo personale indice viene raffrontato con le performance dei singoli Paesi e consente di vedere, quindi, quali sono quelli che maggiormente rispecchiano la propria idea di benessere.

Sono oltre mezzo milione le persone che hanno visitato le pagine del Better Life Index, provenienti soprattutto da Stati Uniti, Francia, Canada, Germania e Regno Unito. Dagli indici compilati e condivisi dagli utenti, emerge come i fattori indicati come prioritari per il benessere siano pressappoco gli stessi in tutti i Paesi. In cima troviamo soddisfazione di vita, istruzione e salute. Le persone più giovani attribuiscono maggiore importanza all’equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, reddito e occupazione, mentre le persone più anziane si preoccupano maggiormente della salute e dell’ambiente.

Per approfondimenti sul Rapporto e sull’iniziativa Better Life, vai al sito dell’OCSE

 

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