Ecco come le Regioni affrontano l’emergenza competenze digitali

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L’iniziativa prioritaria è la creazione di Centri di Competenze Digitali sovraregionali a supporto tecnico specialistico sia delle amministrazioni regionali, sia degli enti locali

30 Marzo 2016

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Oscar Sovani, coordinatore inter-regionale Reti di conoscenza per le trasformazioni digitali, Commissione speciale Agenda Digitale

Uno dei primi compiti come coordinatore del tema “Reti di conoscenza per le trasformazioni digitali”, nell’ambito della Commissione speciale Agenda Digitale interregionale, è di creare le condizioni per governare l’azione interregionale per la diffusione della cultura e delle competenze digitali.

I Centri di Competenze Digitali sovraregionali

Come già definito nel documento strategico “ Agire le agende digitali, l’iniziativa prioritaria è la creazione di Centri di Competenze Digitali sovraregionali (di seguito CCD) a supporto tecnico specialistico sia delle amministrazioni regionali, sia degli Enti Locali delle Regioni aderenti all’iniziativa, che dei relativi cittadini e imprese. Tali Centri hanno la finalità di rafforzare le competenze digitali delle Amministrazioni Territoriali e del personale in esse impiegato per lo sviluppo delle loro capacità di analisi e pianificazione strategica, di innovazione organizzativo-gestionale e di attuazione del Codice dell’Amministrazione Digitale e delle leggi di riforma della PA nel suo complesso, garantendo al contempo una capacità di dialogo virtuosa e partecipativa tra PA , cittadini e imprese e favorendo lo sviluppo di sinergie in grado di sostenere la domanda di TIC. I Centri hanno, inoltre, la mission di supportare lo sviluppo delle competenze digitali dei cittadini mediante l’accesso facilitato alle informazioni pubbliche e la disponibilità di applicazioni e servizi digitali di semplice utilizzo. Infine, i CCD si pongono l’obiettivo di individuare e implementare, anche attraverso team di esperti operanti direttamente sul territorio (field force), Livelli Essenziali di Digitalizzazione dei servizi su tutto il territorio, in ottica di abbattimento delle “barriere digitali”, realizzazione di pari opportunità di accesso a servizi evoluti e innovativi, e in generale di modernizzazione del sistema-Paese.

> Questo articolo fa parte del dossier “Speciale Cantieri, i protagonisti raccontano Spid: cosa è ora, come sarà”

L’iniziativa dei CCD è in linea con gli obiettivi della programmazione comunitaria 2014-2020 e fa riferimento in particolare agli obiettivi tematici 2 ““Migliorare l’accesso alle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, nonché l’impiego e la qualità delle medesime”” e 11 “Rafforzare la capacità istituzionale delle autorità pubbliche e delle parti interessate e un’amministrazione pubblica efficiente” dell’Accordo di Partenariato.

Il progetto coinvolge tutte le Regioni, poiché il Digital Divide culturale è presente in tutto il territorio italiano. Un ruolo significativo è naturalmente attribuito anche alle società in house regionali, decisive per l’ottenimento dei risultati attesi.

Il modello organizzativo

I CCD sono organizzati prioritariamente in logica sovraregionale, sulla base di un modello a rete che distribuisce le competenze specialistiche per ambiti tematici, per i quali ogni Regione può assumere sia il ruolo di coordinatore (Leader) che quello di partner (Partecipant) attraverso uno schema “Leader-participant” (vedi schema seguente a puro titolo esemplificativo).

Obiettivi specifici

Gli obiettivi specifici che ci proponiamo con la realizzazione dei CCD sono così sintetizzabili:

  1. a) Programmazione di politiche maggiormente mirate ed efficienti grazie alla condivisione di informazioni e all’interoperabilità dei sistemi informativi;
  2. b) Pianificazione e ridefinizione delle politiche in tutti gli ambiti tematici di riferimento;
  3. c) Realizzazione di applicazioni, servizi, ecosistemi digitali per operatori pubblici e privati;
  4. d) Data governance e data sharing, anche in modalità open data, come previsto dalle Linee Guida Nazionali per la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico, e in coerenza con il progetto nazionale sull’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR);
  5. e) Servizi al cittadino e alle imprese, che li vedano coinvolti attivamente in una logica di civic engagement.

Per perseguire questi obiettivi le attività principali previste possono essere così riassunte:

  • suddivisione degli ambiti tematici e dei ruoli fra le diverse Regioni aderenti all’iniziativa;
  • istituzione dei Centri di Competenze Digitali sovraregionali, inclusa l’identificazione delle risorse da assegnare ai Centri, la formalizzazione della governance dei CCD, la definizione programmi di attività e l’avvio delle attività dei Centri mediante l’attuazione delle misure contenute nei programmi;
  • identificazione e messa a regime di Livelli Essenziali di Digitalizzazione dei servizi;
  • supporto agli EELL nella produzione (attraverso procedure di gara), autoproduzione (attraverso interventi in economia) e riuso dei servizi digitali necessari a soddisfare i Livelli Essenziali di Digitalizzazione;
  • messa a disposizione di strumenti di supporto alla diffusione della conoscenza già disponibile, mediante la valorizzazione del patrimonio informativo pubblico;
  • realizzazione di strumenti di supporto allo sviluppo della conoscenza al fine di creare i presupposti abilitanti per la crescita delle competenze degli Enti Locali;
  • messa a disposizione di strumenti di supporto alla diffusione della conoscenza per rafforzare la capacità di dialogo tra Enti Locali e cittadini;
  • implementazione di idonei strumenti di monitoraggio e valutazione delle ricadute generate dal progetto in termini di evoluzione del rapporto tra EELL e cittadini e sviluppo delle competenze (anche digitali) sia nelle risorse del comparto pubblico locale che negli stessi cittadini.

Costruito questo modello generale e condiviso, pensiamo sia necessario però che le azioni sul territorio siano realizzate nel modo più efficace rispetto alle esigenze specifiche. Per questo, prevediamo che le Regioni che aderiscono ai CCD possano avvalersi delle modalità più idonee per lo svolgimento delle attività, sia per quanto riguarda le modalità di gestione (gestione diretta, società consortili, società in house, agenzie regionali, etc.), sia per quanto riguarda le modalità di implementazione dei Livelli Essenziali di Digitalizzazione dei servizi (produzione attraverso fornitori esterni, autoproduzione in economia, riuso delle best practice).

I risultati attesi

I principali risultati attesi da questa iniziativa sono riconducibili principalmente a cinque punti fondamentali e concreti:

  1. rafforzamento delle competenze digitali delle Amministrazioni Pubbliche, in particolare per la gestione e condivisione di dati e informazioni (data governance e data sharing), l’accesso, l’impiego e il miglioramento della qualità delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per migliorare le capacità di analisi e pianificazione strategica delle Regioni aderenti e degli Enti Locali e le ricadute sulla popolazione (cittadini e imprese);
  2. miglioramento dell’efficienza dei servizi erogati dagli Enti Locali ai cittadini, attraverso l’incremento dei servizi resi on line e la digitalizzazione dei processi amministrativi;
  3. diffusione dei Livelli Essenziali di Digitalizzazione dei servizi presso tutti gli EELL sul territorio delle Regioni aderenti attraverso la produzione, autoproduzione o riuso dei servizi digitali;
  4. sensibilizzazione sui temi della trasparenza amministrativa abilitata da interventi mirati ad assicurare la corretta accessibilità e fruibilità dei dati pubblici;
  5. realizzazione di strumenti innovativi di fruizione del patrimonio informativo pubblico.

Modalità e tempi di attuazione

Tornerò in un prossimo articolo con maggior dettaglio su modalità, tempi di attuazione e sul monitoraggio dell’iniziativa. Qui, solo allo scopo di completare il quadro d’insieme, mi sembra utile sottolineare che le modalità attuative dell’intervento prevedono innanzitutto un’articolazione organizzativa dei CCD su due livelli:

  • livello di coordinamento, con il compito di gestire centralmente la realizzazione sia del progetto nel suo complesso sia per quanto riguarda gli specifici ambiti tematici individuati, svolgendo tutte le attività di program e project management richieste, oltre che di effettuare il raccordo con gli Enti Locali (e associazioni di rappresentanza degli EELL) in ottica interregionale e istituzionale;
  • livello di affiancamento, dipendente dal livello di coordinamento, composto da una field force di professionisti esperti in ciascun ambito tematico, con il compito di affiancare operativamente gli EELL nel perseguimento delle finalità del progetto

Per ottimizzare le attività dei due Livelli dei CCD, si prevede la realizzazione di una serie di strumenti a supporto della collaborazione tra Enti della PA, del dialogo partecipativo tra EELL e cittadini, della generazione e disseminazione di conoscenza nonché di gestione e condivisione di informazioni e dati, quali sito web, Piattaforma di collaboration & knowledge sharing Community network interregionale, Catalogo interregionale delle buone pratiche, Osservatorio ICT e normativo, Strumenti di analisi del territorio, Linee Guida interregionali

A valle della sua costituzione, il Centro, inoltre, si avvarrà di alcuni strumenti al fine di consentire una migliore pianificazione strategica e una migliore fruizione della conoscenza da parte dei cittadini, come Strumenti di supporto allo sviluppo della conoscenza e Strumenti di supporto alla diffusione della conoscenza.

Si prevede un piano di dispiegamento ed evoluzione delle attività dei Centri di Competenze Digitali della durata di 20 trimestri in considerazione dei tempi richiesti dai processi di disseminazione delle conoscenze e della strutturazione sovraregionale dei CCD, anche a fronte dei diversi stadi di maturità ICT degli Enti Locali e delle caratteristiche socio-demografiche dei diversi territori.

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