Emilia Romagna, perché puntare alla banca regionale del dato
Per l’Emilia Romagna uno degli elementi principali della strategia è la realizzazione della “banca regionale del dato”, un sistema di regole e modalità per indirizzare ad una maggiore qualità dei dati e agevolare gli utentinel riuso dei dati della PA
17 Giugno 2016
Massimo Fustini, responsabile progetto Open Data, Regione Emilia Romagna
L’azione dell’Emilia-Romagna sul tema degli Open Data, avviata nel 2011, rientra tra gli obiettivi prioritari dell’asse Dati e Servizi dell’ Agenda Digitale dell’Emilia-Romagna, approvata a Febbraio 2016 dall’Assemblea Legislativa.
L’Agenda Digitale della nostra regione è il documento di programmazione messo a punto per conseguire l’ambizioso obiettivo di arrivare, nel 2025, ad una Emilia-Romagna 100% digitale, in cui le persone vivono, studiano, si divertono e lavorano utilizzando le tecnologie, Internet ed il digitale in genere senza che questo risulti una eccezionalità. L’obiettivo strategico è il pieno soddisfacimento dei diritti digitali: una regione con “zero differenze” tra luoghi, persone, imprese e città al fine di garantire a tutti un ecosistema digitale adeguato.
La nuova Agenda Digitale regionale traduce un concetto complesso come i diritti di cittadinanza digitale in concreti assi di intervento: infrastrutture, dati e servizi, competenze e comunità.
L’ asse Dati e Servizi vuole rendere effettivo il diritto di disponibilità, accessibilità e qualità dei servizi digitali per i cittadini ed imprese. Una primaria importanza nell’attuazione di questo asse è data dallo sviluppo dell’azione di apertura delle basi di dati a disposizione della Regione e degli enti locali.
Le nostre priorità nell’ambito dell’open data sono:
Pubblicare dati aperti, secondo “regole chiare e certe”, in particolare sul portale dati.emilia-romagna.it.
Facilitare l’incontro tra domanda e offerta di (open) data della pubblica amministrazione che favorisca l’accesso anche ai privati, in integrazione con gli obiettivi di miglioramento e integrazione dei servizi ai cittadini (data driven services), trasparenza, miglioramento della azione di programmazione/pianificazione, attuazione e del relativo monitoraggio, anche attraverso la realizzazione e la partecipazione ad attività ed azioni di coinvolgimento di possibili fruitori dei dati aperti (contest, concorsi, ecc.).
Realizzare la “banca regionale del dato” : un sistema di regole e modalità per indirizzare ad una maggiore qualità dei dati e che agevolino gli utenti ad individuare e riutilizzare i dati della PA, attraverso un’azione trasversale che può trovare compimento, dal punto di vista operativo, in numerosi ambiti tematici, primi tra i quali quello dei dati geografici, dei dati relativi ad ambiente, bilanci pubblici e mobilità.
Standardizzare e omogeneizzare i processi di aggiornamento e pubblicazione dei dati disponibili in coerenza con la creazione della banca regionale del dato. Quest’azione si concentra su diversi livelli di governo a partire dal livello regionale mediante l’azione della Comunità Tematica Open Data, luogo di ascolto e condivisione di fabbisogni, saperi ed esperienze del nostro territorio e di diffusione di standard e servizi comuni, a livello nazionale attraverso la partecipazione ai tavoli interregionali come il Comitato di Pilotaggio per il coordinamento degli interventi OT11 e OT2 per l’individuazione di basi dati di interesse nazionale e regionale, per il supporto alle attività di alimentazione del portale dati.gov.it e la definizione degli standard Open Data Management e infine a livello europeo tramite la partecipazione a progetti europei come Homer (Harmonising Open data in the Mediterranean) che ha portato alla definizione di una serie di specifiche di “armonizzazione” di portali open data, concretizzandosi in un motore di ricerca multi-lingue che consente ricerche federate su tutti i portali dei partner di progetto.
Coinvolgere e supportare in maniera sempre maggiore gli Enti locali in iniziative di apertura delle loro basi di dati, anche a garanzia di livelli di servizio omogenei, coerenti con la banca regionale del dato, anche attraverso l’adozione di linee guida coerenti con quelle regionali (approvate nel 2012) e la condivisione di documenti operativi contenenti indicazioni comuni.
Per raggiungere questi obiettivi partiamo “attrezzati” dalle esperienze degli anni passati: nel 2011 la Regione Emilia-Romagna ha lanciato il portale dati.emilia-romagna.it , la piattaforma regionale dei dati “aperti” rappresenta lo strumento attuativo delle strategie regionali in materia di Open Data ed è a disposizione, proprio in riferimento alla volontà regionale di farsi promotrice del processo di riutilizzo dei dati pubblici, degli enti locali ed enti pubblici del territorio: il portale pubblica dataset provenienti da Regione Emilia-Romagna e da altre amministrazioni territoriali.
Frutto iniziale di un iniziale progetto di riuso, a maggio 2016 abbiamo realizzato, tramite Lepida Spa, il nuovo portale dati.emilia-romagna.it, in coerenza con le linee guida nazionali ed europee, come ad esempio il profilo italiano di DCAT-AP_IT, e basata sul sistema di indicizzazione CKAN di Open Knowledge Foundation.
Da un anno, il lavoro congiunto con gli Enti Locali del territorio regionale è stato anche concretizzato con la creazione della Comunità Tematica sugli Open Data, per puntare sempre più alla “banca regionale del dato”, e che rappresenta il luogo in cui gli enti del territorio regionale che stanno già lavorando sugli open data e quelli che sono interessati a farlo, si confrontano e collaborano per condividere finalità e approcci sui temi generali open data, lavorare su progetti specifici, restare allineati rispetto all’evoluzione del tema a livello nazionale e a livello europeo e portare l’esperienza degli Enti Locali della Regione Emilia Romagna a fattor comune.