Giustizia, novità alle porte per i cinque processi telematici

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Nel 2017 il settore civile resterà protagonista e il disegno di legge delega per l’efficientamento del processo civile (provvedimento all’esame del Senato per la seconda volta dal 9 novembre u.s.) può rappresentare una rivoluzione con effetti sul processo telematico; quest’ultimo sarà, necessariamente, tenuto ad adeguare e semplificare i propri sistemi, nonché a riorganizzare e razionalizzare la propria normativa

5 Dicembre 2016

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Valentina Carollo, avvocato e Presidente del Centro Studi Processo Telematico

Il settore della Giustizia Civile telematica è stato caratterizzato nel 2016 da due parole d’ordine: stabilizzazione ed evoluzione.

Dopo le numerose modifiche normative avvenute negli anni 2014 e 2015, all’inizio del 2016 abbiamo assistito principalmente ad una modifica delle specifiche tecniche del Processo Civile Telematico (Provvedimento del 28 dicembre 2015 pubblicato in GU il 8/1/2016 che tratta le modalità di attestazione di una copia conforme nel PCT) e ad una timida partenza del Processo Civile Telematico presso la Corte di Cassazione (Decreto 19 gennaio 2016 pubblicato in GU il 21/1/2016 relativo all’avvio delle notificazioni e comunicazioni telematiche presso la Corte di Cassazione – Avviso del febbraio 2016 relativo all’attivazione della consultazione dei Registri Civile e Penale della Corte di Cassazione – A giugno 2016 il Primo Presidente della Corte di Cassazione ha anche emesso una circolare in cui ammette l’invio telematico a mezzo PEC, in alternativa al fax, delle istanze non aventi immediata incidenza sul processo, con onere di stampa da parte della cancelleria).

Il processo Civile Telematico risulta, allo stato attuale, dotato di una normativa piuttosto completa e collaudata, anche se “polverizzata” in molteplici provvedimenti, ed anche il DDL per l’efficientamento del processo civile, in corso di approvazione, prevede “l’adeguamento delle norme processuali all’introduzione del processo civile telematico”. Ci si è, dunque, soffermati sulle misure evolutive dei sistemi per il primo e secondo grado della Giustizia Civile.


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Moltissimi sono stati, infatti, gli interventi sui software che hanno permesso al sistema di reggere la sfida digitale del 2016 consolidando l’esistente. Sono state effettuate modifiche: ai sistemi di deposito (iscrizione a ruolo telematica su istanza di soggetti diversi dal creditore; Iscrizione sul SICID del procedimento ex. art. 492 bis – ricorso in merito alla ricerca telematica dei beni da pignorare promossa dal creditore; supplementi relativi ai procedimenti particolari – art. 35 del D.lgs 25/2008; translatio in sede arbitrale e legge Pinto); alla Consolle del Magistrato (visualizzazione dello storico degli invii delle comunicazioni telematiche effettuate dalla cancelleria; revisione del pannello relativo alle informazioni di verifica delle firme; ottimizzazione dei tempi di scarico dei fascicoli e di apertura della consolle; modifiche nella visualizzazione degli atti e istanze da esaminare; introduzione del riconoscimento univoco dei creditori esteri per le procedure concorsuali; modifiche evolutive per la gestione delle assegnazioni e deleghe e altri diversi miglioramenti nella gestione dei provvedimenti per semplificare l’attività del Giudice tra cui il “visto agli atti” e il “visto si autorizza” che permettono al Giudice di approvare delle istanze in modo semi automatico; vari interventi di ottimizzazione della Consolle del Magistrato di Appello); ai sistemi di cancelleria (modifiche relative all’iscrizione a ruolo del fascicolo di secondo grado e trasferimento del fascicolo tra primo e secondo grado).

Tutti questi miglioramenti, insieme ad una cultura giuridica che si sta trasformando, lentamente, in digitale, hanno certamente giovato al settore civile.

I numeri diffusi dal Ministero della Giustizia – DGSIA a ottobre 2016 ne sono la prova:

  • 8 milioni di depositi, con un incremento mensile rispetto all’anno precedente del 44%;
  • aumento delle PA iscritte nell’apposito registro PEC per le comunicazioni e notificazioni di atti giudiziari (oggi 61%);
  • oltre 4 milioni di provvedimenti nativi digitali, con un incremento mensile rispetto all’anno precedente del 32%;
  • riduzione dei giorni necessari all’emissione dei decreti ingiuntivi telematici nei Tribunali sotto sorveglianza speciale, arrivando quasi al dimezzamento dei tempi su Roma (media a luglio 2016, 28 giorni con una riduzione rispetto ai 12 mesi precedenti l’introduzione dell’obbligo dei decreti ingiuntivi telematici del 41%);
  • 18 milioni di notifiche effettuate nell’anno, con un risparmio per la macchina della Giustizia di 1,7 milioni al mese;
  • 7 milioni di accessi al giorno per la consultazione dei fascicoli;
  • quasi 27 milioni di pagamenti effettuati per il tramite dei canali telematici.

Non è stato, certamente, semplice produrre questi risultati e non sono mancati blocchi di sistema (tra cui uno molto grave ad aprile 2016 che ha interessato per oltre una settimana le regioni Sicilia e Calabria) ma non c’è dubbio sul fatto che il percorso intrapreso possa portare solo miglioramenti.

Se nell’anno 2016 il processo civile ha potuto così affermarsi come leader incontrastato della digitalizzazione, così non può dirsi per gli altri processi telematici che, lontani dal voler sfruttare le competenze acquisite del “fratello maggiore”, hanno continuato sulle loro strade dimostrando inevitabili inefficienze e ritardi.

Il 2016 sarà ricordato come l’anno della beffa in merito al Processo Amministrativo Telematico. Già rinviato in mancanza di regole tecniche (pubblicate a marzo 2016 – DPCM 16 febbraio 2016 ) e pronto ai nastri di partenza per il 1 luglio 2016, il PAT è stato rinviato di nuovo a gennaio 2017 con il decreto legge n. 117/2016 pubblicato in Gazzetta Ufficiale a soli 56 minuti dall’entrata in vigore dell’obbligo del deposito telematico.

Ovviamente mancavano diverse modifiche normative (e mancano tuttora nonostante quelle introdotte dal DL 168/2016 convertito, con modificazioni, dalla L. n. 197/2016) che possono realmente permettere una serena gestione dell’iter telematico del processo amministrativo. In ogni caso la sperimentazione prosegue, apparentemente, senza problematiche rilevanti, ma non vi è dubbio che il PAT sarà certamente un osservato speciale dal primo gennaio 2017.

Anche il Processo Tributario Telematico non ha retto nel 2016 la sfida col PCT. Seppur esteso alle Regioni di Abruzzo, Molise, Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna e Veneto a decorrere da ottobre-novembre 2016 (a dicembre 2015 era stato introdotto in Toscana e Umbria) è un processo telematico che stenta a decollare, soprattutto in virtù della mancanza di obbligatorietà nell’utilizzo dello stesso.

La digitalizzazione del Processo Penale è lenta ma, si può dire, costante. Dopo aver uniformato su tutto il territorio nazionale il Sistema dei registri informatici (SICIP- Sistema Informativo della Cognizione Penale) e attivato il sistema delle notifiche penali a persona diversa dall’imputato (SNT – Sistema Notifiche Telematiche Penali), si attendono ora i bandi per la realizzazione del vero e proprio Processo Penale Telematico e il relativo progetto sottostante.

Per il Processo Contabile Telematico è stato pubblicato a settembre il Nuovo Codice di Giustizia Contabile (D.Lgs. n. 174/2016) che riordina la disciplina processuale dei giudizi davanti alla Corte dei Conti e conferma la prosecuzione della digitalizzazione applicando, ove non previsto diversamente, le disposizioni di legge e le regole tecniche del processo civile telematico (art. 6).

Anche nel settore della giustizia il 2016 sarà ricordato per l’introduzione di due rilevanti normative: il regolamento eIDAS e il nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale che, pur non modificando il quadro normativo del processo telematico, introducono rilevanti mutamenti per il giurista chiamato, sempre più, ad operare tramite strumenti informatici.

E il 2017 cosa ci riserverà? Si attendono rilevanti novità, come già accennato, per i processi telematici amministrativo, tributario, penale e contabile.

Il settore civile resterà, ad ogni buon conto, protagonista di questo percorso ed il disegno di legge delega per l’efficientamento del processo civile (provvedimento all’esame del Senato per la seconda volta dal 9 novembre u.s.) può rappresentare una vera e propria rivoluzione che produrrà molteplici effetti sul processo telematico; quest’ultimo sarà, necessariamente, tenuto ad adeguare e semplificare i propri sistemi, nonché a riorganizzare e razionalizzare la propria normativa.

In conclusione, mi sento di affermare, e ad auspicare, che l’anno nuovo porterà notevoli mutamenti volti ad efficientare ulteriormente l’intero “sistema Giustizia” sulla linea tracciata dai numerosi, ancorché talvolta caotici e atomistici, interventi legislativi già operati. Il “telematico” rappresenterà, senz’altro, lo strumento maggiormente adeguato a convogliare le iniziative in tal senso e sarà compito di tutti gli interpreti ed operatori del diritto contribuire a far sì che si prosegua sulla rotta intrapresa.

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