Hyperautomation: che cos’è e perché rappresenta la prossima frontiera digitale

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L’hyperautomation è un mix di tecnologie per l’automazione e l’intelligenza artificiale, che consente alle organizzazioni di identificare, controllare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi. Grazie all’hyperautomation, combinata con la riprogettazione dei processi, le organizzazioni potranno ridurre i costi operativi del 30%…ma come primo passo devono diventare molto più connesse

13 Ottobre 2021

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Redazione FPA

Photo by Glen Carrie on Unsplash - https://unsplash.com/photos/HpMihL323k0

“L’Hyperautomation non è più un’opzione ma è diventata una condizione di sopravvivenza”, ha dichiarato Fabrizio Biscotti, vicepresidente per la ricerca di Gartner. Questa evoluzione deriva dalla crescente necessità di automazione dei processi IT e di business per poter accelerare i piani di trasformazione digitale in un mondo post-COVID-19, centrato sull’opzione digital-first. Non a caso Gartner, dopo aver inserito l’hyperautomation nell’elenco delle tendenze tecnologiche strategiche del 2020, la ripropone anche per il 2021.

Che cos’è l’hyperautomation

L’hyperautomation è un approccio che consente alle organizzazioni di identificare, controllare e automatizzare rapidamente il maggior numero possibile di processi, utilizzando tecnologie come la Robotic Process Automation (RPA), le piattaforme applicative low-code (LCAP), l’intelligenza artificiale (AI) e gli assistenti virtuali.

Come funziona l’hyperautomation e quali sono i vantaggi

La tecnologia funziona come il Lego, offrendo infinite possibilità: con pochi blocchi si può costruire una macchinina; aggiungendone altri si può creare una casa in miniatura; continuando si avrà una città completa o una statua a grandezza naturale. Gli stessi blocchi si incastrano in un numero quasi infinito di modi.

Pressappoco allo stesso modo si comportano le nuove tecnologie che possono combinarsi per creare un futuro più veloce. L’intelligenza artificiale, il process mining, l’automazione con RPA, l’orchestrazione e l’integrazione sono tecnologie potenti di per sé; ma il loro vero potenziale viene liberato solo quando diventano elementi costitutivi di qualcosa di più grande. In parole povere, l’hyperautomation è un mix di tecnologie per l’automazione e l’intelligenza artificiale che, se combinate, aumentano le capacità degli esseri umani, consentendo loro di completare i processi più velocemente, in modo più efficiente e con meno errori. Se la semplice automazione si limita a svolgere gli stessi compiti più rapidamente, l’hyperautomation li svolge anche in modo più intelligente.

La crescita del mercato

Per tutte queste ragioni non stupisce che Gartner preveda per il mercato dell’hyperautomation una crescita a due cifre già nel 2022, con un ruolo importante del software process-agnostic. È ad esempio il caso di RPA, LCAP e AI, considerati software indipendenti dai processi, il che significa che possono essere utilizzati in qualsiasi organizzazione in più casi d’uso IT e di business. Entro il 2024, la spinta verso l’hyperautomation porterà le organizzazioni ad adottare, nei processi che lo consentono, almeno tre dei 20 tipi di software process-agnostic esistenti. Grazie all’hyperautomation, combinata con la riprogettazione dei processi, le organizzazioni potranno ridurre i costi operativi del 30%. “Il passaggio all’hyperautomation sarà un fattore chiave che consentirà alle aziende di raggiungere l’eccellenza operativa e, di conseguenza, il risparmio sui costi, in un mondo digital-first”, ha sottolineato Cathy Tornbohm, distinguished research vice president di Gartner.

La release Roma della Now Platform

In sintonia con questo scenario, ServiceNow ha previsto che tecnologie come AI, RPA e process mining si uniscano per creare l’hyperautomation nella nuova release Roma della Now Platform, nata per attivare workflow che consentono di svolgere le attività lavorative, ovunque e in modo produttivo, interpretando la tendenza hybrid workplace.

Gli agenti virtuali basati sull’intelligenza artificiale possono, ad esempio, attingere alle informazioni contenute nei documenti, grazie all’integrazione fra più sistemi e alla comprensione del linguaggio naturale (NPL), per fornire ai clienti un servizio completamente automatizzato.

Il process mining può combinarsi con il machine learning non solo per identificare le inefficienze dei processi e i colli di bottiglia, ma anche per creare workflow in grado di eliminarli attraverso l’automazione.

Ne risulta un’evoluzione dell’automazione da semplice miglioramento dell’efficienza e della produttività verso una trasformazione radicale del modo in cui le organizzazioni operano, liberando dalle attività cognitive di basso livello i dipendenti, che possono così concentrarsi sul lavoro creativo di livello superiore e di maggior valore.

ServiceNow aiuta a preparare il terreno per l’hyperautomation

Per accedere all’hyperautomation, le organizzazioni devono però diventare molto più connesse. ServiceNow può aiutare le aziende a migliorare la capacità di integrare e automatizzare i workflow tra sistemi legacy e sistemi di nuova generazione. Al tempo stesso la Now Platform, grazie alla release Roma, integra al suo interno gli elementi costitutivi dell’hyperautomation (AI, RPA, process mining, integrazione e orchestrazione).Il risultato è che le aziende non devono preoccuparsi di integrare autonomamente tecnologie di fornitori diversi. La Now Platform è costruita infatti su una singola architettura, condivide la stessa base di codice e lo stesso modello di dati. Ciò rende più facile e veloce identificare e agire sulle opportunità di automazione end-to-end, il che si traduce in più agilità, maggiore produttività e riduzione dei rischi.

Le organizzazioni, grazie all’hyperautomation abilitata dalla nuova release della Now Platform, possono fare un notevole passo in avanti verso la trasformazione digitale.

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