La banda larga un servizio universale?

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La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica per identificare l’approccio migliore in grado di garantire a tutti i cittadini della UE la disponibilità dei servizi di telecomunicazione di base. Le norme UE attualmente in vigore in materia di obblighi di servizio universale nel campo delle telecomunicazioni risalgono al 2002 e garantiscono a tutti gli europei l’accesso alle reti telefoniche pubbliche e a servizi quali l’accesso di base a internet.

4 Marzo 2010

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

La Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica per identificare l’approccio migliore in grado di garantire a tutti i cittadini della UE la disponibilità dei servizi di telecomunicazione di base. Le norme UE attualmente in vigore in materia di obblighi di servizio universale nel campo delle telecomunicazioni risalgono al 2002 e garantiscono a tutti gli europei l’accesso alle reti telefoniche pubbliche e a servizi quali l’accesso di base a internet.

La consultazione avviata il due marzo ha l’obiettivo di verificare se le norme e le definizioni relative al servizio universale vadano adeguate per tenere conto dell’avvento del digitale e, in particolare, se sia necessario estenderle all’accesso a banda larga. Le reazioni dei consumatori, del mondo industriale e degli esperti del settore aiuteranno la Commissione a decidere sulla necessità di presentare entro la fine del 2010 proposte legislative sugli obblighi di servizio universale nel campo delle telecomunicazioni.

La consultazione durerà fino al 7 maggio 2010. La Commissaria per l ’agenda digitale, Neelie Kroes, ha dichiarato: “Questa consultazione ci aiuterà a verificare la necessità di aggiornare la normativa per garantire che tutti i cittadini della UE abbiano accesso ai servizi di comunicazione essenziali, come l’internet veloce. Data la rapida evoluzione dei mercati e della tecnologia, dobbiamo fare in modo che nessuno sia escluso dalla società digitale”.Obiettivo della Commissione è verificare la necessità di aggiornare norme elaborate dieci anni fa, le quali garantiscono un accesso a prezzi contenuti alle rete telefonica e a internet alle popolazioni di zone rurali o ultraperiferiche o alla fasce a basso reddito. Le norme attualmente in vigore garantiscono ai cittadini della UE la possibilità di collegarsi alle reti pubbliche e di utilizzare i servizi telefonici pubblici per telefonare, inviare fax o collegarsi a internet. Esse garantiscono inoltre ai consumatori l’accesso agli elenchi degli abbonati e ai servizi di consultazione, ai telefoni pubblici a pagamento e a misure speciali se si tratta di persone disabili. La Commissione desidera acquisire pareri sui seguenti aspetti fondamentali:

  • Elementi di base del servizio universale: la definizione attuale di servizio universale era stata elaborata sulla base dei tradizionali servizi di telefonia vocale, ma tale approccio è ancora valido nel dinamico contesto digitale odierno? Quali strategie dovremmo utilizzare per garantire ai consumatori a basso reddito o a quelli delle zone rurali e ultraperiferiche l’accesso e l’uso dei servizi di telecomunicazione di base?
  • Banda larga: una diffusa copertura in banda larga è essenziale per rafforzare la crescita e l’occupazione in Europa. Tuttavia, il 23% della popolazione delle zone rurali non ha accesso alle reti fisse in banda larga. Per conseguire l’obiettivo della UE di garantire a tutti la banda larga, è opportuno avvalersi dei principi del servizio universale o esistono opzioni più efficaci, quali la concorrenza in un mercato delle telecomunicazioni aperto o altri approcci strategici?
  • Flessibilità nazionale e approccio coordinato a livello UE: lo sviluppo dei mercati delle telecomunicazioni, la disponibilità della banda larga, le scelte dei consumatori e le risposte dei governi al cosiddetto “divario digitale” (ovvero il solco che divide le fasce della popolazione che hanno accesso a internet e ad altre tecnologie digitali da quelle che ne sono prive) possono variare in misura considerevole da un paese all’altro. Qual è il giusto equilibrio tra un intervento coordinato a livello UE e la necessità di garantire la flessibilità a livello nazionale?
  • Finanziamento: in che modo andrà finanziato in futuro il servizio universale? si dovrà prevedere un contributo finanziario da parte del settore delle telecomunicazioni per garantire una copertura universale in banda larga o dovrà essere il settore pubblico a farsi carico dei finanziamenti, dal momento che altri settori dell’economia e la società nel suo insieme beneficeranno di tali interventi?

Il 30 marzo 2010 la Commissione organizzerà a Bruxelles un workshop aperto al pubblico per permettere uno scambio di vedute tra consumatori, operatori del settore, esperti e altre parti interessate. La Commissione illustrerà i risultati della consultazione (che si chiuderà il 7 maggio 2010) in una comunicazione che, se necessario, sarà seguita da proposte legislative entro la fine del 2010.

Informazioni generali
La liberalizzazione del settore delle telecomunicazioni verso la fine degli anni Novanta è stata accompagnata da norme sul servizio universale intese a costituire una sorta di rete di sicurezza nei casi in cui il mercato non avesse garantito la fornitura dei servizi di base. Le norme in parola avevano l’obiettivo di evitare l’esclusione sociale, garantendo l’accesso ai servizi di telecomunicazione basilari e essenziali alle popolazioni di zone rurali o ultraperiferiche e alle famiglie a basso reddito. Le norme UE attualmente in vigore (nell’ambito della direttiva servizio universale del 2002) impongono agli Stati membri di garantire che i cittadini possano connettersi alla rete telefonica pubblica da postazioni fisse e accedere a servizi telefonici pubblici di trasmissione dati e voce con un accesso funzionale a internet. La direttiva impone inoltre agli Stati membri di garantire che i consumatori abbiano accesso agli elenchi degli abbonati e ai servizi di consultazione, ai telefoni pubblici a pagamento e a misure speciali se si tratta di persone disabili. La Commissione rivede la portata della direttiva servizio universale ogni tre anni (vedi IP/08/1397 , IP/05/594 , IP/06/488 ).La consultazione fa seguito alla dichiarazione della Commissione al Parlamento europeo sul servizio universale formulata nel corso dei negoziati del “pacchetto telecomunicazioni” nel 2009 ( MEMO/09/513 ) e al secondo riesame del campo d’applicazione del servizio universale nel 2008 ( IP/08/1397 , MEMO/08/583 ).

Link
Il documento della Commissione sulla consultazione pubblica, comprese le informazioni sull’audizione pubblica, è reperibile sul sito: ec.europa.eu/information_society/policy/ecomm/library/public_consult/index_en.htm 

FONTE: europa.eu

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