Oltre l’IA: le leve per la PA “aumentata”. Nicola Mangia (DXC): lavorare in una catena di valori
Quali sono le leve per il prossimo futuro delle pubbliche amministrazioni “aumentate” dall’ormai irrinunciabile contributo dell’Intelligenza Artificiale? Un tema di grande attualità che riguarda non solo il sistema Paese, ma anche la vita quotidiana dei cittadini che interagiscono ogni giorno con la macchina pubblica. Se n’è parlato nell’ambito di FORUM PA 2025 nell’ambito della tavola rotonda dedicata. A confrontarsi alcuni autorevoli relatori, esponenti del pubblico, del privato e del mondo accademico, che hanno condiviso il loro punto di vista sulle strategie da implementare e gli ostacoli da rimuovere per le organizzazioni pubbliche dell’era IA. In uno scenario di tecnologia sempre più performante e invasiva, caratterizzato da profonde trasformazioni organizzative e culturali, la valorizzazione delle persone torna ad essere fondamentale per poter accompagnare le organizzazioni complesse verso gli obiettivi richiesti. Formazione, reclutamento, attrattività, motivazione, leadership: queste alcune delle parole chiave emerse, vere pietre angolari da seguire per le PA in questa transizione epocale. Dalla consapevolezza di questa metamorfosi, investimenti e sforzi devono essere mirati a incrementare il senso di appartenenza e di valore pubblico in grado di attrare e mantenere i talenti di ogni età dentro il perimetro pubblico. Un contributo importante alla tavola rotonda è arrivato dalla partecipazione di un player globale come DXC Technology, motore dell’innovazione nelle PA grazie alla sua consulenza IT strategica, funzionale alla crescita dell’efficienza applicativa e dei programmi di business
2 Luglio 2025
Manlio Serreti
Giornalista

FORUM PA 2025. Palazzo dei Congressi - Roma | Foto Rina Ciampolillo
In un mondo del lavoro sempre più digitale, anche nella pubblica amministrazione il valore del capitale umano deve tornare centrale per non rischiare di lasciare il passo all’Intelligenza Artificiale, ma esserne invece il timoniere che traccia la direzione del suo sviluppo ed utilizzo. Di questo scenario e delle traiettorie evolutive del pubblico impiego nell’era dell’IA, in un contesto di profonde trasformazioni organizzative, tecnologiche e culturali, si è parlato nel corso della tavola rotonda “Le leve per le organizzazioni pubbliche «aumentate»” che si è tenuta nel corso dell’edizione 2025 di FORUM PA a Roma. Un confronto tra dirigenti pubblici, referenti di aziende private ed esponenti del mondo accademico, che ha analizzato lo stato dell’arte delle organizzazioni complesse e tecnologiche che si vanno imponendo nel presente e che diventeranno paradigma consolidato del prossimo futuro. Un futuro che va immaginato e programmato già oggi, investendo sulle nuove tecnologie, sul reclutamento e la valorizzazione dei giovani talenti, sulla formazione continua dei più esperti, scommettendo su partnership sempre più efficaci e dinamiche tra pubblico e privato.
Le leve per il futuro delle PA “aumentate”: persone, relazioni, tecnologie
La buona notizia della giornata è indubbiamente che il capitale umano, il talento, la sua unicità, sono ancora l’elemento che fa la differenza anche nel pieno di una transizione digitale che ha investito tanto il privato quanto lo Stato. Ad ogni livello, adesso le persone ricercano nel lavoro un senso alla propria vita, non solo per portare a casa uno stipendio ed essere alienati dal proprio impiego: questo deve essere l’assunto di partenza di ogni strategia HR. “Dobbiamo fare qualcosa prima che le persone arrivino nella pubblica amministrazione. Dobbiamo avvicinare le persone che alla PA spontaneamente non arrivano. È un cambio di paradigma: noi siamo abituati a dire che esce un concorso e la gente arriverà: non è più così – dice Michele Bertola, Direttore Generale del Comune di Monza e Presidente Andigel –. Non è più sufficiente agevolare chi già ha intenzione di farlo. Ottimo lavoro il portale InPA, ma lavora su chi già vorrebbe entrare e gli rendiamo più facile arrivare. Dobbiamo invece andare a cercare qualcun’altro. Cerchiamo di farlo con degli enti locali anche con degli strumenti un po’ rischiosi. Ad esempio, una cosa che facciamo in Lombardia – aggiunge il Direttore Generale del Comune di Monza e Presidente Andigel – si chiama Dote Comune: è la possibilità di avvicinare dei giovani per un tirocinio formativo di un anno, di 20 ore a settimana, con un rimborso spese di 400 euro al mese, con un’alternanza tra formazione e lavoro. Ragazzi che non pensavano proprio alla pubblica amministrazione”. È fondamentale oggi riuscire ad intercettare i nuovi talenti prima delle abituali fughe dei laureati all’estero: “Bisogna essere attrattivi. Ci siamo svegliati, dopo anni di stupore e disappunto. Le persone andavano via – afferma Mariagrazia Bonzagni, Capo Area Programmazione e Statistica del Comune di Bologna e Referente Nazionale AIDP PA –. Finalmente abbiamo acquisito consapevolezza, e la parola chiave è la motivazione. Noi sappiamo quando le persone non sono motivate: quando non si riconoscono più nel proprio lavoro, quando non le agganciamo agli obiettivi della loro organizzazione, o quando vedono un gap molto forte tra quello che danno all’organizzazione e quello che ricevono, non solo in termini economici. Ad esempio, se mandando un giovane dipendente in una missione all’estero a seguire un progetto, gli sto dando un riconoscimento – sottolinea Bonzagni, che aggiunge come dovrà cambiare il ruolo del “capo” da manager a coach –. Abbiamo in casa l’IA, e non è più il caso del se, ma del come. Perché non diventi un disvalore, i nostri modi di lavorare devono cambiare nella logica dell’autonomia, dell’apprendimento, della possibilità di dare alle nostre persone degli spazi di sperimentazione e di innovazione”.
Fattore umano e motivazione del talento al centro della transizione
Motivazione per attrarre i migliori talenti ma anche per mantenere quei professionisti ormai esperti, con competenze consolidate, pronti ad accettare la sfida tecnologica. Una convivenza di generazioni che diventa collaborazione organica grazie alla formazione, ad aggiornamenti personalizzati e trasformazioni continue. “Ho venti studenti che scelgono di studiare management dell’amministrazione pubblica. Hanno una grandissima motivazione legata alla passione per le persone e per la vita comune. Noi dobbiamo costruire una formazione intorno a queste motivazioni. Quindi dobbiamo rivedere i programmi per orientare a capire come utilizziamo gli strumenti della gestione e valorizzare il mestiere che vogliono iniziare a fare – dice Tommaso Agasisti, Professore di Public Management del Politecnico di Milano, Associate Dean (Istituzioni e Pubblica Amministrazione) della POLIMI GSoM Graduate School of Management –. Il secondo elemento è quello del ruolo dei responsabili dell’amministrazione, di chi gestisce queste persone. Credo che le persone si convincano quando vedono nei propri responsabili quell’ideale alto e vedono i propri responsabili vivere per quello. Il terzo elemento – conclude Tommaso Agasisti – è sperimentare cose nuove: se le motivazioni sono nuove, allora le forme non possono rimanere quelle di una volta”.
Motivazione e formazione, aggiornamento e relazioni: un mantra che torna e ritorna negli interventi e delinea i capisaldi di una PA che vedrà gli elementi umano e tecnologico parti integranti di uno schema aperto, non basato sulle norme e le regolamentazioni, ma su esperienze condivise. “Bisogna agire sia all’interno che all’esterno. Bisogna cambiare linguaggio, non più con il linguaggio burocratico, ma parlare con il loro linguaggio. Ci serve la persona giusta al posto giusto – sottolinea Grazia Strano, Direttore Generale per le Politiche del Personale e l’Innovazione Organizzativa Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali –. Cosa si aspettano le persone? Vogliono mantenere il tempo libero per sé. Allora servono politiche di conciliazione, che rendono le persone più produttive. Bisogna agire anche sulle modalità di selezione. Servono più economisti, più statistici, che leggano la mole di dati che produciamo, di cui neanche noi ci rendiamo conto. L’IA ci sta facendo scoprire quali informazioni ci possono dare per progettare politiche più consapevoli di attrazione. Abbiamo creato il patentino del dipendente del Ministero del Lavoro. Accanto ad ogni processo ci sono le qualifiche professionali, ogni 6 mesi facciamo assesment dei profili e nel patentino c’è scritto quali corsi di formazione l’amministrazione offre per avvicinare la qualifica al profilo. Bisogna agire sul welfare – conclude Grazia Strano –. Fare in modo che le persone vengano a lavorare felici indipendentemente dal luogo in cui si trovano e quindi rivedere anche le politiche di lavoro agile che purtroppo sono rimaste ancorate alla pandemia”.
Leve positive ed ostacoli da superare per rilanciare il Valore Pubblico
Una parola d’ordine dimenticata che torna in auge è Valore Pubblico. “Dobbiamo essere consapevoli che si costruisce dentro la pancia dell’organizzazioni e si costruisce lavorando con le persone e per le persone – afferma Mariagrazia Bonzagni, Capo Area Programmazione e Statistica del Comune di Bologna e Referente Nazionale AIDP PA –. Non si deve più ragione di politiche HR, ma di parlare di una strategia delle persone. L’HR non deve seguire il business, ma essere al centro del business. Perché sono le persone al centro della produzione del valore”. Nella transizione in corso nelle PA, il fattore tempo rischia di essere un ostacolo se non utilizzato per stare al passo dell’accelerazione tecnologica. “Bisogna comunicare nel modo giusto gli adempimenti e la comunicazione è fondamentale per mettere al centro le persone come parte dei processi. – aggiunge Grazia Strano, Direttore Generale per le Politiche del Personale e l’Innovazione Organizzativa Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali –. Se rimaniamo nella logica dell’adempimento non vediamo le potenzialità di programmazione di sviluppo che hanno quegli oggetti e strumenti. I giovani devono avere la sensazione: io sto partecipando al futuro di questo Paese”.
Altro ostacolo da rimuovere è anche quello della selezione, in particolare il tema della retribuzione e della valorizzazione del personale che potenzialmente è attratto salto nel privato. “È un tema antico. La motivazione non può essere usata come alibi per non affrontare questo tema della selezione e retribuzione – aggiunge Tommaso Agasisti, Professore di Public Management del Politecnico di Milano, Associate Dean (Istituzioni e Pubblica Amministrazione) della POLIMI GSoM Graduate School of Management –. Dobbiamo avere il coraggio di rischiare, di fare cose nuove, avere il coraggio di comunicare in modo nuovo, anche di occupare qualcuno”. Altro punto fermo è la necessità di interrompere il circolo vizioso della normazione incontrollata e ipertrofica della macchina pubblica, forse il vero grande ostacolo alla modernizzazione delle PA in Italia. Stimolare invece la passione per il proprio ruolo, al servizio del bene comune, è la leva principale da perseguire per il Direttore Generale del Comune di Monza e Presidente Andigel, Michele Bertola, che cita niente meno che Sant’Agostino: “Esiste un solo breve precetto: ama e fa’ quello che vuoi. Sia in te la radice del bene comune, perché da questa radice non può che procedere nulla, se non il bene stesso!”
Il ruolo del manager nella trasformazione della PA “aumentata”
Alla tavola rotonda ha portato il contributo della sua importante esperienza manageriale Nicola Mangia, Market Leader for Italy DXC Technology. Una realtà di successo a livello internazionale che opera in numerosi settori industriali, dall’Aerospazio all’Automotive, dalla Sanità all’Energia, dalle Telecomunicazioni alle Amministrazioni Pubbliche. DXC aiuta le aziende globali a gestire i loro sistemi e le operazioni mission-critical nel processo di innovazione IT, ottimizzando le architetture di dati e garantendo sicurezza e scalabilità dei cloud pubblici, privati e ibridi. Tra i prodotti di punta, DXC Platform-X è la soluzione di automazione intelligente data-driven che consente ai clienti di accelerare il loro percorso verso un ecosistema IT resiliente e con prestazioni davvero importanti: prevenzione del 15% dei guasti dei sistemi mission-critical; riduzione del volume degli incidenti fino al 30%; risoluzione o diagnosi automatica del 75% degli incidenti senza intervento umano. Il risultato è un risparmio di tempo e denaro, oltre a consentire agli specialisti IT di concentrarsi sul business.“Oggi immaginiamo l’azienda come un tavolo aperto. Noi manager cerchiamo fortemente l’interazione con le persone – sottolinea Nicola Mangia –. Prendendo una metafora calcistica, ognuno ha il suo ruolo, ma è importante che questi ruoli si interscambino. Non esiste fare bene solo il proprio compito. Esiste farlo all’interno di una catena di valori in cui le persone ne fanno parte”. Tante le aziende e le organizzazioni del settore pubblico hanno affidato a DXC l’implementazione di servizi aumentati dall’IA, alzando la competitività della propria infrastruttura tecnologica e manageriale. “Per trattenere i talenti bisogna mantenerli in un’ottica che non sia solo ordinaria. Qui l’innovazione determina un valore importante – aggiunge Mangia –. Il ruolo del manager non è più di distributore dei compiti, ma deve essere un coach, deve saper rappresentare gli obiettivi, svolgendo più un elemento di facilitazione che di controllo”.
Un manager moderno deve essere una guida evoluta in grado, attraverso un processo di condivisione, di monitoraggio e valutazione, di far emergere le migliori capacità dei singoli nel perseguire gli obiettivi, dando il meglio di sé all’interno di una squadra in cui ognuno conosce il valore proprio e dell’altro. “I ragazzi di oggi sin dall’inizio vogliono chiarire che hanno una vita privata. Dedicano del tempo alla vita professionale e vogliono essere parte integrante di questo schema. Ci obbligano anche a intravedere dei percorsi diversi – conclude il Market Leader for Italy DXC Technology –. Porre loro al centro, in un’ottica di guardare non solo al futuro ma anche per focalizzare il presente, ci riporta nella giusta dimensione: loro possono essere il ponte che ci conduce al futuro per una PA aumentata.”