Open Data su progetti e beneficiari dei Fondi Europei: quali dati sono disponibili e dove. Scoprilo a FORUM PA 2012!

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Non c’è bisogno di sottolineare come oggi più che mai gli investimenti nel campo dell’economia e dello sviluppo siano al centro del dibattito pubblico. Non sorprende quindi che anche il movimento Open Data punti i riflettori sui bilanci degli Stati, sulle commesse pubbliche e sui progetti finanziati con le tasse dei cittadini.  Il 16 maggio a FORUM PA 2012 il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica presso lo stand del PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-13 organizza un evento formativo su questo tema.

14 Maggio 2012

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Luigi Reggi *

Articolo FPA

Non c’è bisogno di sottolineare come oggi più che mai gli investimenti nel campo dell’economia e dello sviluppo siano al centro del dibattito pubblico. Non sorprende quindi che anche il movimento Open Data punti i riflettori sui bilanci degli Stati, sulle commesse pubbliche e sui progetti finanziati con le tasse dei cittadini.  Il 16 maggio a FORUM PA 2012 il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica presso lo stand del PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-13 organizza un evento formativo su questo tema.

I dati aperti sono uno strumento di trasparenza delle politiche pubbliche per migliorare i processi decisionali, rendere i cittadini più informati e consapevoli, favorire la creazione di nuovi servizi. Dati di questo tipo, quando disponibili, sono sempre tra i più richiesti dai cittadini. Con Recovery.gov, Barack Obama è stato il primo a puntare fortemente sui dati aperti per rendere più trasparenti le imponenti misure di stimolo all’economia varate all’indomani della crisi.  Mentre Where does my money go? (letteralmente “Dove vanno a finire i miei soldi?”) è un prototipo sviluppato nel Regno Unito che visualizza efficacemente come ciascuna sterlina delle tasse pagate dai cittadini si trasforma in spesa pubblica nei settori dei servizi sociali, della salute, del funzionamento del governo, ecc.

In Italia, una quota assai rilevante degli investimenti per creare sviluppo nel nostro Paese, specie nel Mezzogiorno dove rappresentano l’assoluta maggioranza, sono finanziati dai Fondi Strutturali Europei e dalla quota di co-finanziamento che lo Stato italiano ha deciso di investire nelle politiche di coesione. Politiche oggi al centro di un notevole sforzo di riprogrammazione al fine di migliorarne l’efficiacia e la capacità di assorbimento nei territori regionali.

Lo studio “La trasparenza sui beneficiari dei Fondi Strutturali in Italia e in Europa”, che sarà pubblicato nel pomeriggio di lunedì 14 maggio nella collana Materiali UVAL dell’Unità di Valutazione degli Investimenti Pubblici del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, fa il punto sulla quantità e qualità dei dati disponibili.

Guardando attraverso la lente del paradigma degli Open Government Data, l’analisi esplora le modalità di pubblicazione via web dei progetti e relativi beneficiari dei Programmi Operativi Nazionali (PON) o Regionali (POR) co-finanziati dai Fondi Strutturali, individuando i modelli più comuni di pubblicazione dei dati e le buone pratiche da riutilizzare.  Si tratta di un censimento dei 434 Programmi Operativi di tutta Europa, valutati attraverso un totale complessivo di 40 variabili – corrispondenti ad altrettante caratteristiche di dettaglio e qualità dei dati – e rappresentati attraverso mappe e analisi di benchmark.

Innanzitutto, nonostante la pubblicazione sul web di alcune informazioni di base quali il nome e il valore del progetto e il beneficiario del finanziamento sia un obbligo previsto dagli attuali regolamenti, non esiste in Europa un punto di accesso unico a questi dati.  Ad oggi, cioè, ciascuna Regione o altro Ente centrale titolare di un Programma Operativo sceglie in piena autonomia il luogo (virtuale, ovviamente), la modalità, il formato e il livello di dettaglio che preferisce.

Emergono quindi 3 strategie piuttosto differenti.  

  • il 61% delle Regioni o altri Enti titolari di programmi risultano “Focalizzati sull’adempimento burocratico”. Utilizzano formati chiusi (PDF in primo luogo), pubblicano informazioni scarne, difficilmente accessibili e, in generale, di scarsa qualità;
  • il 21% sono “Focalizzati sulla fruibilità delle informazioni da parte degli utenti”, cioè mettono a disposizione del pubblico notevoli quantità di informazioni consultabili in modalità interattiva tramite maschere di ricerca, mappe, ecc., anche se in alcuni casi non permettono all’utente di scaricare i dati in formati riutilizzabili ed elaborabili;
  • solo il 18% sono “Focalizzati sulla qualità e riuso del dato”, prestando maggiore attenzione ad aspetti cruciali quali il formato dei database scaricabili, l’aggiornamento, la descrizione multi-lingua, la facilità di ricerca, ecc..

Questi trend sono confermati anche guardando ad alcuni aspetti specifici.

In Italia, mentre gli unici dati sempre presenti sono quelli resi obbligatori dall’attuale regolamento (nome del progetto, beneficiario, valore del progetto), il 65% dei file di dati disponibili offre un dettaglio sulle spese effettivamente sostenute, e meno del 10% contiene informazioni sui tempi di assegnazione e realizzazione degli interventi.
Il PDF è il formato largamente preponderante, molto lontano dalla logica open di riutilizzo dei dati, unica scelta possibile nel 73% dei casi. I Programmi Italiani che offrono i dati scaricabili in formato machine-readable (XLS, CSV, etc.) sono meno del 10%, contro più del 30% dei Programmi Europei.

Nel confronto con l’Europa il nostro paese risulta mediamente indietro, con però alcune zone di eccellenza. La Regione Calabria, tra le più in difficoltà a spendere i Fondi Europei, è nel contempo tra le più trasparenti, anche se in pochi conoscono il suo semplice applicativo per consultare la Banca Dati Progetti regionale.

Questa situazione è forse destinata a cambiare.  Se diventeranno effettive le proposte della Commissione Europea sui nuovi regolamenti del periodo 2014-2020, a tutti i nuovi Programmi Operativi sarà richiesto un maggiore dettaglio dei dati pubblicati, un accesso centralizzato a livello nazionale e un formato rigorosamente open (CSV o XML).  L’onda lunga del movimento Open Data sembra aver raggiunto anche le politiche di coesione.

Di questo argomento si parlerà il 16 maggio alle 15.00 a FORUM PA in un workshop organizzato dal Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica presso lo stand del PON Governance e Assistenza Tecnica 2007-13. L’evento, dal titolo “I progetti finanziati con i Fondi Europei: disponibilità di dati aperti in Italia e in Europa” presenterà lo studio pubblicato dall’UVAL e una visualizzazione interattiva che si basa sui dati grezzi dell’indagine. All’evento parteciperanno i rappresentanti di alcune Autorità di Gestione di Programmi Operativi italiani, nonché il team del portale Dati.gov.it e rappresentanti del progetto ETICA.

 

 

* Luigi Reggi – Esperto di politiche per l’innovazione presso il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica del Ministero dello Sviluppo Economico

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