Sanità PNRR: la centralità del dato per l’ospedale umano e digitale
Gli investimenti PNRR per la sanità sono una grande opportunità per rinnovare il patrimonio ospedaliero, ma l’efficacia di tecnologie avanzate come l’Intelligenza Artificiale è legata indissolubilmente alla ristrutturazione fisica delle sedi. La trasformazione verso l’ospedale smart, umano, digitale e sostenibile, richiede una governance basata sulla centralità del dato pulito e standardizzato. In sostanza, la tecnologia deve servire a ottimizzare i processi per restituire tempo di cura agli operatori, senza però sostituire il contatto umano essenziale con il paziente. Referenti di strutture sanitarie, operatori privati ed esperti si sono confrontati su questi temi nel talk dedicato agli ospedali del futuro, organizzato in collaborazione con Oracle nell’ambito di FORUM Sanità 2025
18 Novembre 2025
Elisabetta Bevilacqua
Giornalista

FORUM Sanità 2025. Foto di Rachele Maria Curti per FPA
Gli investimenti in edilizia sanitaria, finanziati in gran parte dal PNRR, rappresentano un’occasione irripetibile per ripensare i luoghi della cura e rinnovare un patrimonio ospedaliero spesso vetusto e incompatibile con nuovi modelli sanitari e di relazione con il paziente, supportati dalla tecnologia. In assenza di un contesto adeguato ad accoglierli e integrarli, i progetti avanzati, come quelli che si avvalgono, ad esempio, dell’intelligenza artificiale, resterebbero corpi estranei, come sostiene Stefano Michelini, Senior Advisor P4I – Digital360 GOV nell’aprire i lavori del talk “Gli ospedali del futuro, tra innovazione e sostenibilità”, nell’ambito di FORUM Sanità 2025 ( 22 – 23 ottobre, Roma).
L’esperienza di alcuni rappresentanti delle strutture sanitarie conferma il ruolo svolto dal contesto per favorire l’innovazione avanzata. Sono destinati a risultare inefficaci, investimenti ingenti nella digitalizzazione e in progetti futuristi se i contesti non sono adeguati ad accoglierli e, anzi, andrebbero rinnovati dalle fondamenta. Ne è convinta Roberta Santaniello, Responsabile Attuazione dei progetti PNRR – Regione Campania, che esemplifica: “Un’apparecchiatura avanzata non può essere inserita in una struttura di 40 anni fa che non solo se ne limita la funzionalità ma rischia di contribuire a incrementare i costi”.
“L’infrastruttura va pensata in funzione dei servizi che dovrà erogare”, avverte Massimiliano Maisano, Dirigente Responsabile del Servizio “Gestione degli investimenti”, Assessorato della Salute – Regione Sicilia, facendo riferimento all’approccio adottato nella creazione dell’Ospedale emato-oncologico, uno dei quattro nuovi ospedali nella città di Palermo previsti dalla Regione Sicilia. Il suggerimento è, ad esempio, di pensare fin dall’inizio a spazi dedicati alle attività di socializzazione dei pazienti. I servizi, più in generale andrebbero progettati tenendo conto delle esigenze espresse dalle associazioni dei pazienti e dai futuri utenti. L’obiettivo del progetto che Maisano coordina è far coesistere l’anima infrastrutturale, gestionale e ICT, per creare un centro di cura, di ricerca e di formazione.
La centralità del dato nell’ospedale del futuro
“Gli ospedali basati su una governance supportata da processi cartacei sono in evoluzione verso ospedali smart, basati su processi digitali, eventualmente connessi con il territorio”, sottolinea Michelini, ricordando che in un ospedale medio sono presenti alcune centinaia di software per governare i processi, generando una delle strutture più complesse del mercato. L’elemento comune a tutti è il dato che deve diventare informazione utile. Dato che spesso non ha le caratteristiche necessarie: dovrebbe infatti essere pulito, standardizzato, prevedere un lavoro su sintattica e semantica. Per ottenere questo risultato, devono lavorare insieme i processi ospedalieri e, a monte, deve concorrere tutta l’organizzazione. L’ospedale digitalizzato è la condizione per realizzare la conoscenza condivisa, indispensabile per poter pensare a processi e progetti più ambiziosi.
La gestione del dato è da 48 anni il core dell’attività di Oracle come ricorda Nicola Margarita, Cloud Applications Local Public Sector Italy Lead – Oracle: “Il nostro obiettivo è dare una visione diversa del dato, trasformarlo in informazione, estrarre insight, metterlo a disposizione del decisore”.
La visione dell’ospedale del futuro deve affrontare sfide come la nuova situazione demografica, l’invecchiamento della popolazione, la crescita delle malattie croniche, con complessità e costi crescenti a fronte di risorse finanziarie e umane limitate, burocrazia, frammentazione del dato, mancanza di visione unica dell’assistito. Questa situazione rischia di influire in modo negativo sulla prevenzione e sulle terapie, sulla loro immediatezza ed efficacia.
“L’ospedale del futuro deve essere umano, digitale e sostenibile”, è la visione di Margarita che la dettaglia. L’ospedale del futuro dovrebbe essere:
- umano affinché la persona sia davvero al centro;
- digitale, perché la tecnologia deve supportare i processi decisionali a tutti i livelli, il dato deve guidare la prevenzione, coordinare le cure personalizzate, grazie al supporto dell’IA fin dalla fase di diagnosi;
- integrato, anche con l’assistenza territoriale per garantire la continuità della cura;
- flessibile e resiliente, nell’affrontare le emergenze.
In sintesi, la tecnologia deve aiutare l’ospedale del futuro a restituire tempo alla cura. “Siamo sulla strada giusta ma la velocità non è ancora appropriata”, conclude Margarita.
Accelerare l’avvento dell’ospedale del futuro, puntando anche sulla sostenibilità
Eugenia Olivero, Direttore Accoglienza Pazienti e Innovazione Organizzativa – Ospedale Isola Tiberina Gemelli Isola, concorda sulla visione positiva nella realizzazione dell’ospedale del futuro e suggerisce come accelerarne la realizzazione. “Per ridurre i tempi e fare un salto in avanti è utile fare ricorso alle best pratices di chi ha fatto qualcosa prima di noi, prendendoci anche qualche rischio”, avverte Oliviero, che si focalizza soprattutto sulla sostenibilità, diretta conseguenza della collocazione dell’ospedale (circondato dall’acqua senza possibilità di espandersi in nessuna direzione). Tuttavia, anche l’attenzione alla persona chiama in causa la sostenibilità: “L’OMS ricorda che ogni anno il 25% dei decessi è legato a problemi di sostenibilità”, spiega Olivero. “Non possiamo curare le persone ignorando le ragioni della loro malattia”. Ma c’è anche un risvolto che chiama in causa aspetti più organizzativi della sostenibilità e fa riferimento a percorsi interni e alle esigenze dei pazienti. Si tratta ad esempio di fornire punti di accesso digitali a distanza, per mantenere il legame con il territorio.
La tecnologia deve lasciare spazio alla presenza e alla parola
In conclusione, l’evoluzione della tecnologia ha spinte economiche così forti che non siamo in grado di gestire, ma possiamo decidere il modo di inserirla nell’ospedale del futuro con una visione che lasci più tempo alla cura della persona. “Ottimizzare i processi, seguire l’evoluzione della tecnologia ma lasciare agli operatori la presenza e la parola, evitando che siano fagocitate da chatbot o robot “, è l’invito conclusivo di Michelini.