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Servizi pubblici digitali, la sfida dei comuni e la piattaforma Opencity

Servizi pubblici digitali, la sfida dei comuni
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Pur in un momento di emergenza come quello attuale, dobbiamo guardare al futuro. Lavorare per una PA più flessibile e resiliente significa anche lavorare su servizi digitali in grado di rispondere agli standard richiesti dalla normativa vigente in termini di usabilità e accessibilità, ma anche chiari e di facile consultazione. Ne abbiamo parlato in un webinar che vi riproponiamo qui, durante il quale abbiamo presentato in dettaglio la piattaforma Opencity

2 Aprile 2020

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Redazione FPA

I diritti del cittadino sono centrali nella fruizione dei servizi pubblici digitali: è la stessa normativa italiana a sottolineare questo aspetto (Piano Triennale per l’Informatica nella PA e Codice dell’Amministrazione digitale) e a raccomandare la diffusione di strumenti che consentano un vero e proprio cambiamento culturale.

In particolare, l’articolo 54 del CAD indica chiaramente alle PA la necessità di realizzare siti web che rispettino i principi di accessibilità, elevata usabilità e reperibilità, completezza di informazione, elevata interoperabilità, avendo cura di utilizzare un linguaggio chiaro, organizzato in una struttura informativa di facile consultazione.

AgiD con il Team per la trasformazione digitale, ha sviluppato, attraverso il progetto designers italia, veri e propri kit e linee guida (queste ultime, tra l’altro, rese vincolanti dall’art. 71 del CAD) per la progettazione degli ambienti digitali. 

Partendo da questo contesto, il webinar che si è svolto il 1 aprile 2020 ha presentato un importante percorso avviato dal Team per la trasformazione digitale, che ha portato alla definizione di un modello per i siti web comunali. A raccontarlo sono stati Francesco Zaia, del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, Gabriele Francescotto, Responsabile di Opencontent e Margherita Sgalambro, Responsabile dei Sistemi informativi del Comune di Desenzano del Garda.

Il modello per i siti web dei Comuni si basa su linee guida e kit di Designers Italia.

 “Gli 8mila comuni italiani hanno tutti esperienze uniche e diverse, ma hanno necessità comuni – ha sottolineato Zaia – per cui era necessario coordinare a livello centrale lo scambio di esperienze, trovando una sintesi attraverso un modello collaborativo che rispetti le peculiarità locali”.

Obiettivo del percorso che ha portato al modello per i siti web comunali era, quindi, condividere esperienze e buone pratiche, offrire un’opportunità di partecipazione per cittadini, dipendenti pubblici, ricercatori, professionisti, aziende, puntare su interoperabilità, perché l’uso di dati open e modelli standard apre a nuove possibilità di condivisione.

Sono state analizzate esperienze nazionali e internazionali basandosi su cinque criteri per i siti web dei comuni: modalità di navigazione, organizzazione dei contenuti, presentazione e fruizione dei servizi, struttura e leggibilità delle pagine, linguaggio e tono di voce. Sono state condotte interviste e test di usabilità per identificare i bisogni e le aspettative dei cittadini, sono state raccolte informazioni e dati quantitativi e qualitativi, intervistati gli stakeholder (non solo cittadini, ma imprese, istituzioni, altre PA, visitatori occasionali).

Tutte le informazioni raccolte sono state elaborate dagli esperti e, attraverso metodi di lavoro validati dalla comunità internazionale, tradotte in criteri di progettazione per l’architettura (con un menù ricorrente a sole quattro voci), il linguaggio, i contenuti, la grafica, la funzionalità, l’accessibilità, l’usabilità del sito.

Gli standard europei sono invece stati usati per i contenuti e i dati al fine di semplificare l’interoperabilità, lo scambio di dati tra i diversi comuni ma anche le traduzioni tra linguaggi diversi dei siti stessi.

Tutto è stato fatto con un codice realizzato in modo open source e attraverso strumenti di sviluppo condivisi.

“Abbiamo lavorato in modo rigoroso con strumenti validati, ma attraverso l’ascolto e con l’aiuto di tutti – ha sottolineato Zaia -. Il progetto è una declinazione del design system della PA italiana creato da Designers Italia, e tutto il codice e la documentazione realizzati sono open-source”. Sono stati quindi concretizzati gli strumenti elaborati dalle community Designers Italia e Developers Italia, sono stati usati standard europei per contenuti e dati, il tutto nel rispetto delle Linee Guida di Design e delle norme di accessibilità e usabilità.

“Il Comune è sempre il punto di contatto istituzionale più vicino al cittadino – ha evidenziato Gabriele Francescotto, Responsabile di Opencontent – per cui è fondamentale, in un percorso di digitalizzazione dei servizi pubblici, che i siti web comunali siano chiaro, iaccessibili, fruibili e che tutti i servizi esposti siano omogenei tra loro”.

Francescotto ha quindi illustrato in dettaglio OpenCity, lo strumento, che attraverso l’applicazione dei kit messi a disposizione dal Team per la Trasformazione digitale, consente di adeguare i siti web istituzionali e i servizi pubblici digitali agli standard richiesti dalla normativa vigente. Qualsiasi dato inserito in OpenCity segue gli standard dell’informazione definiti da AgID.

Secondo questo modello, il sito web è composto da un’area pubblica, in cui i servizi sono descritti in maniera omogenea e standard, e un’area personale, che consente al cittadino che accede con SPID di avviare autonomamente nuove pratiche, di rimanere aggiornato sul loro stato di avanzamento, di ricevere documenti e messaggi dal proprio Comune.

L’area pubblica deve essere in grado di rispondere ai principali bisogni informativi dei cittadini, presentando quindi l’amministrazione (organigramma, profili, etc), le notizie e gli eventi, i documenti, il catalogo dei servizi erogati dal Comune, gli argomenti trasversali al sito. Presenta un motore di ricerca avanzata, grazie al quale cittadini ed imprese possono orientarsi facilmente all’interno del catalogo di servizi.

L’area personale è stata illustrata in dettaglio a Francescotto, con tutti i vantaggi che presenta per cittadini (risparmio di tempo, semplicità nell’uso dei servizi, unico punto di accesso alle pratiche del comune, utilizzabile anche da smartphone, pagamenti con PagoPA) ed Ente (risparmio di tempo, automazione dei processi, riduzione degli errori umani, risparmio di risorse, velocità di attivazione).

Lo sforzo, in termini di usabilità, è ridurre il numero di passaggi che l’utente deve fare per arrivare alla scheda dei servizi.

L’obiettivo è accompagnare il Comune nel percorso di conformità alla normative nazionale (Piano Triennale per l’informatica della PA, Codice dell’Amministrazione Digitale, obblighi relativi alla pubblicità sul web) e di adeguamento agli standard europei.

In chiusura, Margherita Sgalambro ha portato l’esperienza del Comune di Desenzano del Garda, che ha scelto di adottare la soluzione offerta da Open Content per rinnovare il proprio sito web e adeguarlo alle normative e agli standard nazionali ed europei. Il nuovo sito istituzionale, a un passo dalla messa online, è stato bloccato per via dell’emergenza Covid-19. In attesa di ripartire, come tutte le amministrazioni che, pur in un momento di difficoltà, continuano a guardare al futuro.

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