Uso dell’ICT nella PA: manca decisamente qualcosa

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E’ stato presentato dal Ministro Brunetta il Rapporto sull’utilizzo delle ICT nella pubblica amministrazione italiana.

30 Ottobre 2009

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Redazione FORUM PA

Articolo FPA

E’ stato presentato dal Ministro Brunetta il Rapporto sull’utilizzo delle ICT nella pubblica amministrazione italiana.

Si legge nel Rapporto che nelle amministrazioni centrali (PAC) si rileva un forte aumento dell’impegno di spesa per l’acquisto di beni e servizi informatici con un aumento dell’incidenza delle PAC sul complesso del mercato nazionale delle ICT.  La struttura della spesa tende a concentrarsi nell’acquisto di hardware e software di base e nel ricorso a servizi. Le attività per il funzionamento e il back office segnalano insufficienti risultati riguardo all’effettiva dematerializzazione dei documenti. Tutte le amministrazioni hanno almeno un sito istituzionale, ma solo poche hanno siti “accessibili” nel rispetto delle attuali normative.

Nelle amministrazioni locali (PAL) si evidenzia una situazione di sostanziale adeguatezza delle dotazioni tecnologiche, ma ritardi nell’adozione di tecnologie più avanzate e nell’uso più complesso di quelle di base. Soprattutto con riferimento alle soluzioni di e-government emerge una notevole eterogeneità tra le diverse amministrazioni, in gran parte imputabile al fattore dimensionale. La spesa per ICT è pari allo 0,6% delle spese complessive delle PA locali prese in esame, mentre oltre 1/3 delle amministrazioni locali utilizza soluzioni di tipo open source.  Ancora modesta l’attenzione verso l’informatizzazione delle strutture di diretto contatto con l’utenza finale. I siti web sono in gran parte “siti vetrina”, con scarsi livelli di interattività. Queste evidenze vengono confermate dall’analisi di ulteriori informazioni, relative ai servizi di e-government rilevati secondo la prospettiva dell’utente. (…) Situazioni di eccellenza vengono registrate sia tra i comuni piccoli e medio-piccoli sia tra le realtà maggiori. Un’evidenza molto robusta è relativa all’impatto dei servizi offerti in modo “aggregato” a livello sovra-comunale, molto più elevato delle soluzioni sviluppate dai singoli Comuni. Complessivamente, si conferma un’enorme variabilità dei servizi disponibili per territorio, con realtà di eccellenza in un contesto di diffuso ritardo complessivo.

L’analisi comparata a livello europeo dell’utilizzo di servizi della PA da parte degli individui e delle imprese rileva un’elevata propensione all’utilizzo da parte delle imprese dei siti web della PA per usufruire delle varie tipologie di servizi offerti on line. Tra il 2004 e il 2008 la posizione relativa dell’Italia migliora, con il raggiungimento del settimo postonella classifica EU27. Per quanto riguarda servizi pubblici on line a maggiore contenuto interattivo, la performance relativa dell’Italia è molto positiva, in particolare per lo svolgimento interamente on line delle procedure amministrative. Un aspetto critico è rappresentato dal fatto che le imprese di più piccole dimensioni risultano meno coinvolte, rispetto alle unità più grandi, nell’utilizzo di servizi pubblico on-line. Le differenze tra le diverse dimensioni aziendali per quanto riguarda l’utilizzo dei servizi offerti on line dalla PA crescono all’aumentare del livello di interazione del servizio.
Considerando il rapporto tra individui e pubblica amministrazione, si registra invece un netto ritardo del nostro Paese per quanto riguarda la diffusione di comportamenti di interazione on-line con la PA. In particolare, emerge un consistente digital divide derivante dal livello di istruzione anche per la semplice ricerca di informazioni sui siti della PA.

Una lettura interessante è quella che rileva le dotazioni tecnologiche della PA, da cui risulta l’accesso ad internet copre l’80% dei dipendenti della PAC, il 63,5% della PAL e il 70,7% dei piccoli Comuni, mentre le postazioni con disponibilità in banda larga sono al 50% nella PAC, al 59,9% nella PAL e al 49,3% nei piccoli Comuni. La posta elettronica copre praticamente la totalità della PAC e la quasi totalità di PAL e piccoli comuni, percentuali che scendono drasticamente in relazione alla PEC.
 

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