Parliamo di scuola pensando al futuro: competenze, modelli e strumenti per una didattica innovativa

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È possibile superare la diatriba tra didattica a distanza e formazione in presenza, per riflettere su una logica “ibrida” che tragga il meglio da ogni forma, e che ci porti quindi a parlare di “innovazione nella didattica”? Nonostante il momento critico che stiamo ancora vivendo, proviamo a guardare al futuro

22 Ottobre 2020

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Michela Stentella

Content Manager FPA

Photo by Feliphe Schiarolli on Unsplash - https://unsplash.com/photos/hes6nUC1MVc

L’emergenza Covid-19 non si arresta e parlare oggi di scuola significa ancora, purtroppo, parlare soprattutto di contenimento dei contagi, misure di sicurezza, chiusura degli istituti o riduzione del numero degli studenti che possono frequentare le lezioni in presenza. Ma come sempre cerchiamo di guardare in prospettiva, in questo caso ci chiediamo se una crisi grave come quella che stiamo vivendo possa diventare davvero l’occasione per introdurre approcci nuovi nel sistema scolastico ed educativo in generale.

L’emergenza sanitaria ha infatti determinato in tutti gli ambiti una fortissima accelerazione sul digitale e ha contribuito ad estendere il dibattito su quale impatto questo potrebbe avere nel settore della formazione a tutto tondo: guardiamo, infatti, non solo al mondo della scuola e dell’università, ma anche al mondo del lavoro (pubblico e privato), al tema del lifelong learning, alla necessità di acquisire sempre nuove conoscenze, competenze e abilità, con tutto ciò che questo comporta per ricadute occupazionali ed efficienza dei servizi offerti. In quest’ottica, un uso consapevole e davvero innovativo delle tecnologie digitali dovrebbe farci superare la diatriba tra didattica/formazione a distanza e didattica/formazione in presenza, per riflettere su una logica “ibrida” che tragga il meglio da ogni forma, e che ci porti quindi a parlare di innovazione nella didattica.

Su questi temi FPA sta portando avanti un percorso di confronto e approfondimento con studiosi ed esperti, che ha visto già diversi appuntamenti (tavoli di lavoro, incontri, interviste), un evento al FORUM PA di luglio e un altro ora in calendario per il 5 novembre al “FORUM PA 2020 Restart Italia” dal titolo “Formazione e competenze digitali per un Paese più inclusivo e competitivo” a cui interverrà la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.

Nel frattempo, come dicevamo, sono tanti i momenti di confronto che abbiamo avviato: un tavolo di lavoro da cui sono emersi spunti e indicazioni strategiche riportate nell’ambito dell’iniziativa “Next Generation, the Italian Innovation Society” organizzata da Talent; un analogo momento di riflessione, stavolta di portata internazionale, nell’ambito di “MTL connect: Montreal Digital Week”, un evento all digital con oltre 600 relatori e più di 50 Paesi rappresentati all’interno del quale abbiamo organizzato il Panel “Restart Italia – The Education Challenge“; un evento in collaborazione con Vodafone Business dal titolo “Quali sono gli strumenti per accelerare la digitalizzazione e per creare un’esperienza di valore per l’offerta formativa?”. E ancora, approfondimenti (come l’articolo della scorsa settimana sul Rapporto OCSE) e interviste come questa recentissima a Daniele Manni, Professore di Informatica presso l’Istituto Galilei Costa Scarambone di Lecce, considerato uno dei 10 professori più innovativi al mondo per essersi assunto il compito di applicare una metodologia didattica orientata all’imprenditorialità.

Da questo confronto sono emersi alcuni spunti che vogliamo condividere con voi e, come sempre, vi chiediamo cosa ne pensate, ricordandovi che potete inviarci i vostri messaggi sui temi di FORUM PA Restart Italia.

Partiamo da una riflessione sul modello di Governance e sul valore delle reti, che chiama in causa la necessità di unire alla definizione di una strategia e di linee guida nazionali sulle competenze una successiva implementazione nei territori, tramite la rete di scuole, amministrazioni, associazioni e imprese. È infatti nei territori che si esprime la creatività e si può fare rete per valorizzare le esperienze di innovazione già esistenti: condividendo contenuti, strumenti, risorse e prassi didattiche consolidate, affermando l’idea della conoscenza come bene pubblico (magari attraverso un grande aggregatore nazionale di contenuti digitali), mettendo in connessione insegnanti, scuole, dirigenti e valorizzando la formazione peer to peer.

Sul tema delle competenze dei docenti e dei formatori a tutti i livelli (non solo all’interno delle scuole), emerge poi una definizione davvero interessante: quella del docente come “designer di esperienze educative”, responsabile della progettazione di un’esperienza didattica. In quest’ottica le competenze digitali sono funzionali proprio alla progettazione di nuove esperienze di apprendimento. I formatori devono avere competenze tecniche, per utilizzare al meglio gli strumenti e le piattaforme a disposizione, ma soprattutto competenze trasversali, rafforzando le soft skills. Per quanto riguarda il mondo scuola entrano ovviamente in gioco aspetti legati alla contrattazione e alle assunzioni. Tra gli spunti di discussione: valorizzare la professionalità degli insegnanti, a partire dal reclutamento; rivedere la contrattazione con riferimento al tema dell’obbligo formativo; valorizzare la formazione all’interno dei percorsi di carriera; promuovere nuovi modelli formativi per i neoassunti (tutoraggio).

C’è poi la formazione degli studenti (sui nuovi linguaggi digitali, uso dei dati e delle fonti, uso responsabile dei social media, imparare a imparare ecc) e delle famiglie (un grande piano di alfabetizzazione digitale che includa l’uso consapevole dei nuovi media), senza dimenticare infine i dirigenti scolastici, che hanno la capacità di incidere sull’attuazione di nuove metodologie didattiche nella scuola e devono saper governare il cambiamento e affrontare in autonomia situazioni complesse.

Un tema che ritorna è quello delle infrastrutture e degli strumenti, perché è pur sempre vero che senza queste basi non si può partire. Ecco quindi la necessità di far arrivare la fibra ottica in tutte le scuole, di permettere a tutti gli studenti di avere un proprio dispositivo personale (pc, notebook, tablet), magari prevedendo fondi specifici per un “bonus device” per ogni studente della scuola secondaria di primo e secondo grado, o attraverso forme di comodato d’uso. Del resto questi aspetti chiamano in causa un tema ampio e delicato, quello dell’inclusione (digitale, ma non solo). Tra le suggestioni emerse dai nostri incontri, la proposta di promuovere i punti di facilitazione digitale e il “servizio civile digitale” al loro interno e di mettere in atto un programma nazionale di alfabetizzazione digitale per le categorie fragili. Infine, un passaggio sul tema della valutazione, nella consapevolezza che se si sollecita una metodologia didattica innovativa, bisognerà rivedere anche i parametri per la valutazione degli apprendimenti.

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