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Concorsi pubblici e formazione dei dipendenti: ecco la strada per rinnovare la PA

Ripartiamo dalle persone. Concorsi pubblici e formazione dei dipendenti
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Lavorare su un buon reclutamento, investire sulle competenze, valorizzare le persone che già lavorano all’interno delle amministrazioni: sono temi al centro del dibattito, in questo momento particolarmente attuale, su come sostenere e promuovere il rinnovamento della PA. Ne abbiamo parlato in occasione di un evento digitale organizzato in collaborazione con FP CGIL. Ecco cosa è emerso dal dibattito

25 Febbraio 2021

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Michela Stentella

Content Manager FPA

Questo anno di crisi è servito a mettere in evidenza alcuni temi che non sono certamente nuovi, ma che ora sembrano diventati improvvisamente più urgenti, sospinti anche dall’esigenza di non perdere l’occasione offerta dal Next Generation UE. Uno di questi è la necessità di avere una PA preparata a rispondere a questa sfida. E per rinnovare la PA dobbiamo ripartiamo dalle persone, da quelle che lavorano nella PA e da quelle che vi entreranno grazie alla nuova stagione concorsuale, dopo lo stop causato proprio dalla pandemia. Lo stesso Presidente Mario Draghi lo ha evidenziato nei discorsi con cui ha chiesto la fiducia alle Camere: bisogna investire sull’aggiornamento continuo dei dipendenti pubblici e assumere selezionando le migliori competenze.

Ripartiamo dalle persone. Concorsi pubblici e formazione dei dipendenti

Per confrontarci su questi temi, analizzando la situazione dei concorsi pubblici in Italia e le misure adottate a livello nazionale per la ripresa delle prove concorsuali, oltre che i piani di reclutamento e la loro efficacia rispetto ai fabbisogni di personale espressi dalla Pubblica Amministrazione, abbiamo realizzato un evento digitale con la partecipazione di FP CGIL, di cui potete rivedere la registrazione e scaricare la presentazione con cui Gianni Dominici ha presentato i numeri del pubblico impiego. Ne citiamo alcuni:

  • i dipendenti pubblici nel 2018 erano 3.224.822, 212.000 in meno rispetto al 2008;
  • le amministrazioni su cui maggiormente hanno pesato le politiche di contrazione della spesa sono state le Regioni e le autonomie locali che nel decennio hanno perso oltre il 19,5% del suo personale;
  • non si arresta il processo di invecchiamento del personale della PA. L’età media sale a 50,7 anni (l’anno scorso era 50,6); le donne, in media, di anni ne hanno 51,3 e gli uomini 49,9, ma superiamo i 54 anni nei Ministeri. Gli under 30 sono complessivamente 93mila e rappresentano il 2,9% dei dipendenti della PA, quasi tutti nelle forze dell’ordine e nelle forze armate. Gli over 60 rappresentano invece il 16,9%;

La crisi pandemica ha inevitabilmente interrotto le procedure concorsuali; nel 2020 ci sono state comunque diverse banditure, in attesa di disposizioni sulle modalità di esecuzione delle prove selettive. FPA ha effettuato un’analisi (senza pretesa di esaustività) di 60 tra i principali concorsi pubblici a carattere nazionale – già istruiti nel 2020 o di cui si attende la pubblicazione entro l’anno – da cui emerge che sono almeno 125mila i posti di lavoro in corso di assegnazione. Di questi, circa 90 mila posti riguardano concorsi già avviati; la maggior parte risultano fermi, in attesa di disposizioni specifiche per la gestione delle prove selettive.

Insomma, una situazione in movimento, che richiede però alcune riflessioni su come mettere a frutto questa nuova stagione concorsuale per non ricreare meramente l’esistente, chiedendoci invece: quali professionalità e competenze servono davvero oggi (e serviranno domani) alle nostre amministrazioni?

“Non possiamo slegare il tema del turnover da un ragionamento più complessivo su come utilizzare al meglio le competenze e le conoscenze delle lavoratrici e dei lavoratori che entrano oggi nella PA – ha sottolineato Serena Sorrentino, Segretaria Generale FP – CGIL -. Ma dobbiamo soprattutto porci il problema di una grande riqualificazione del personale già in forza nella pubblica amministrazione e di un sistema sempre più tendente alla formazione permanente, per consentire alla pubblica amministrazione di avere un grado di reazione molto forte ai cambiamenti socio-economici, ma anche culturali che avvengono nella società contemporanea”.

“Il reclutamento non deve servire solo a compensare le cessazioni, passare dal taglio lineare alle assunzioni lineari non è intelligente, non è corretto, né efficiente ed efficace – ha commentato Francesco Verbaro, Presidente OIV presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze – probabilmente le professionalità che sono andate in pensione in questi ultimi anni non devono essere tutte sostituite, ma devono essere assunte altre competenze. Manca un ragionamento da parte dei datori di lavoro pubblici su cosa serve ora e nei prossimi anni, anche perché quando noi reclutiamo nella PA non reclutiamo per un mese ma reclutiamo persone che restano 35-40 anni in servizio. Non è un problema di quantità, ma di qualità nel reclutamento, bisogna finirla di pensare che la pubblica amministrazione possa essere “employer of last resort” cioè il datore di lavoro di ultima istanza. Se noi decidiamo che la pubblica amministrazione debba essere un ammortizzatore sociale è un conto, se invece deve funzionare è un altro, le due cose non sono compatibili”.

“Penso anch’io che la questione di un piano straordinario dell’occupazione non possa limitarsi ad analizzare solo il dato meramente quantitativo, ma debba porsi obiettivi di selettività in base alle professionalità che realmente occorrono alla pubblica amministrazione – ha aggiunto Sorrentino – ma la domanda è: se noi abbiamo un sistema ordinamentale di classificazione della PA fermo al 2002, se oggi i piani triennali dei fabbisogni che compilano le amministrazioni si devono ovviamente misurare con la struttura di inquadramento del personale e dei profili professionali che si hanno a disposizione, forse dovremmo porci il problema di attenzionare la riforma della PA, ma soprattutto la riforma del sistema contrattuale di formazione permanente delle lavoratrici e dei lavoratori, come precondizione a un piano straordinario per l’occupazione. Dovremmo avere cura di immaginare un modello virtuoso che guarda al medio lungo periodo, alle nuove missioni e alla nuova organizzazione del lavoro nella PA che deve rispondere sempre di più alla domanda di cittadinanza digitale”.

“Servono reclutamenti di alte professionalità, non pensiamo soltanto ai giovani laureati ma anche a trovare le migliori professionalità presenti sul mercato, dobbiamo ingaggiarli anche migliorando l’inquadramento delle professionalità più elevate – ha concluso Verbaro -. Cerchiamo di inserire nei test la verifica di competenze non solo tecniche ma anche trasversali e ricordiamoci dei grandi cambiamenti in corso: la transizione digitale e la transizione ecologica non riguardano soltanto il privato, riguardano anche il pubblico e certamente non possiamo pensare che si possano mantenere gli stessi profili professionali di 30 anni fa”

Nel video dell’evento, gli interventi integrali e le testimonianze portate da Martina Romanazzi, infermiera neo-assunta presso il Policlinico Umberto I di Roma, e di Mattia Ventura, delegato Italiano di EPSO Network of Experts, struttura che si occupa di reclutamento del personale nelle istituzioni europee. Abbiamo anche fatto il punto sull’iniziativa ConCorsi Con Te lanciata nel 2019 da FP-CGIL, realizzata con il supporto di FPA, e finalizzata a sostenere e promuovere il rinnovamento della PA, favorendo la diffusione di una nuova idea di pubblica amministrazione, in linea con le ultime tendenze in atto. Il portale offre una sezione informativa con il panorama completo sui concorsi pubblici in corso, in scadenza e di prossima pubblicazione e un’area formativa pubblica (Saperi di Base) e riservata (Percorsi Specialistici) pensata per supportare con materiali, quiz e informazioni utili i candidati nella preparazione ai concorsi pubblici. 

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