EDITORIALE

FORUM PA 2016? bene, molto bene. Ma non finisce qui…

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Il FORUM PA 2016 si è chiuso da poche ore e i bilanci sono ancora provvisori, ma direi che le luci superano largamente le ombre. Ora però non ci riposiamo sugli allori: tra poco più di dieci giorni, il 9 giugno si alza il sipario su un nuovo grande appuntamento: FORUM PA TOSCANA con Regione Toscana e ANCI Toscana. Perché non c’è innovazione se non è declinata sul territorio, nei punti di contatto con i cittadini.

31 Maggio 2016

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Carlo Mochi Sismondi

Il FORUM PA 2016 si è chiuso da poche ore e i bilanci sono ancora provvisori, ma direi che le luci superano largamente le ombre. Ora però non ci riposiamo sugli allori: tra poco più di dieci giorni, il 9 giugno si alza il sipario su un nuovo grande appuntamento: FORUM PA TOSCANA con Regione Toscana e ANCI Toscana. Perché non c’è innovazione se non è declinata sul territorio, nei punti di contatto con i cittadini.

Torniamo però ora al resoconto della manifestazione appena passata: in estrema sintesi cinque punti di forza e cinque punti di attenzione che, per gioco, faccio cominciare tutti per “P”. Partiamo dalle cose su cui possiamo contare:

  • Persone: come in tutte le “knowledge farm” l’asset principale della PA sono le persone, peccato che di questo ci si ricordi troppo poco. A FORUM PA sono stati protagonisti gli innovatori che lavorano nella PA. Sono intervenuti numerosi (oltre 14mila solo le partecipazioni ai convegni, ai seminari, ai tavoli di lavoro), chi non è potuto venire si è connesso al nostro sito www.forumpa2016.it, hanno twittato le loro impressioni e le loro emozioni (19.000 tweet, top trend italiano spesso nei tre giorni).
  • Progetti: tanti e innovativi in tutti i campi dell’innovazione. Dimostrazione di una vitalità “nonostante tutto” che dobbiamo tenere in conto, ma di cui non dobbiamo abusare. Tecnologie, modelli organizzativi, strumenti di ascolto e di partecipazione, strumenti di collaborazione e di sussidiarietà, ripensamento dei processi (di questo forse un po’ meno di quanto avrei sperato), adeguamento della stessa geografia degli enti: per ciascuno di questi punti ho in mente esperienze di eccellenza presentate in questi tre ricchi giorni.
  • Piano: pur senza essere ancora ufficializzato dalla necessaria consultazione con le regioni e le amministrazioni centrali, possiamo dire di avere un piano triennale per l’agenda digitale. Antonio Samaritani ne ha illustrato le tappe davanti alla politica, alle amministrazioni, alle principali aziende ICT italiane e multinazionali. Trovate le azioni prioritarie e lo stato dell’arte continuamente aggiornato all’indirizzo http://www.agid.gov.it/monitoraggio.
  • Politica: erano anni che non se ne vedeva tanta. Oltre al Ministro dell’Economia Padoan che ha parlato dello sviluppo dell’Economia 4.0, il Ministro della PA e semplificazione, Maria Anna Madia, che ha fatto al Forum un giro per toccare con mano le soluzioni che attuano la riforma che porta il suo nome; il Ministro Delrio che ha chiarito le urgenze sulle infrastrutture materiali e immateriali per la crescita del Paese e ancora la Vice Presidente del Senato Valeria Fedeli; i presidenti di Regione Nicola Zingaretti (Lazio), Paolo di Laura Frattura (Molise), Mario Oliverio (Calabria); il Vice Ministro all’Economia Luigi Casero; i sottosegretari Luigi Bobba, Sandro Gozi, Claudio De Vincenti, Antonello Giacomelli, Angelo Rughetti. E ancora i deputati Sergio Boccadutri, Enza Bruno Bossio, Paolo Coppola, Carlo Dell’Aringa, Federico Gelli, Enzo Lattuca, Mirella Liuzzi, Mara Mucci, Veronica Tentori.
    Una politica generalmente più attenta, che non è scappata subito via dopo aver parlato, ma che è rimasta ad ascoltare. Ce n’è di strada da fare, ma questo mi sembra un decisivo miglioramento.
  • Partnership: un Paese frammentato e litigioso difficilmente innova, né tantomeno lo può fare un Pese diffidente. Ingenui no, ma neanche perennemente in guardia. La partnership a FORUM PA 2016 ha preso le forme della finanza di progetto, dei partenariati, delle alleanze di enti, delle sperimentazioni congiunte, dei progetti pilota pubblico-privato. Ma soprattutto è stata contraddistinta dal paradigma della ”sharing economy” della cui importanza si sono finalmente accorti tutti, forse anche aiutati dalla lectio magistralis di Jeremy Rifkin che ha aperto mirabilmente questa edizione.

Ma visto che gli occhi li abbiamo, guardiamo anche ai punti di attenzione, i pericoli, su cui è necessario operare e che in una grande convention della PA si sono evidenziati:

  • Paura: è il primo ostacolo al cambiamento ed è alla base di quella “burocraziadifensiva” che blocca le decisioni e le firme così come l’assunzione di responsabilità. Non si combatte con le leggi, che anzi aumentano l’ansia, ma con la cura, l’accompagnamento, i manuali e le cassette degli attrezzi. Un po’ ne abbiamo vista anche a FORUM PA, segnalata da qualche alzata di spalle e da qualche sguardo tra l’ironico e il rassegnato. Abbiamo cercato di combatterla con un potente antidoto: la consapevolezza di non essere soli e che colleghi hanno sperimentato e ci sono riusciti.
  • Presunzione: il fattore tempo è fondamentale e non possiamo perderlo, ma annunciare continue riforme epocali senza verificare quali e quanti scalini abbiamo già salito vuol dire delusione certa ed effetto boomerang. Un piano ha i suoi tempi, un progetto un suo svolgimento, una riforma la sua scansione in fasi che dobbiamo sì verificare affinché non si areni, ma che non possiamo tagliare con la spada perché la complicazione della PA non è un “nodo gordiano”, ma una Idra di Lerna a cui spuntano due teste per ciascuna che ne tagliamo. Tocca fare come Ercole che si fece aiutare per “curare” ogni moncherino col fuoco così che non si riproducesse.
  • Personalizzazione: se “locale” è bello, pensare che ogni comune, ogni ente, ogni ufficio debba studiarsi soluzioni completamente “customizzate” perché ciascuno è diverso e unico, mi sembra una sciocchezza che ci impedisce di usare paradimgi tecnologici ormai ineludibili come il cloud, ma ci fa anche spendere tanti soldi in cose non necessarie che poi costeranno ancor di più ad essere manutenute.
  • Procurement: una buona funzione acquisti, legata sia alla pianificazione strategica sia alle risorse europee, rimane un punto molto dibattuto nei convegni (anche di FORUM PA), ma se poi andiamo a guardare la gare che sono ora in svolgimento ci mettiamo le mani nei capelli. Ciascuno, se poco poco ne ha la possibilità, continua a fare come gli pare. Qui c’è necessità di prese di posizione forti e di un commitment certo che detti la linea e la faccia rispettare.
  • Precarietà: in questi 27 FORUM PA ho visto 17 governi diversi, una decina di riforme “definitive”, un susseguirsi di parole d’ordine, di concetti, di paradigmi tutti bruciati (da egov a smart city per citare solo due ultime cadute) senza essere stati realizzati. Il pericolo di ondivaghi cambi di rotta ad ogni passaggio politico, magari guardando più alla pancia del Paese che alla sua testa, è per il cambiamento della PA forse il pericolo più serio. Che si combatte però innanzi tutto essendone consapevoli e poi costruendo “cantieri” e “comunità di pratica” che assestino il cambiamento in forme autoconsistenti e quindi resilienti.

Due giorni di riposo e si riparte per Prato! A FORUM PA Toscana molti dei temi trattati a FORUM PA 2016 che declineremo nella dimensione territoriale, aiutati per questo anche dall’ottima alleanza con ANCI Toscana e ANCI Innovazione, ma molti anche nuovi, quali il piano per la Banda Ultra Larga, il ruolo delle regioni per la trasparenza e la partecipazione, l’innovazione nella fiscalità locale e tanti altri.

Ci si vede quindi a Prato il 9 giugno, vi aspetto!

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