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Paola Suriano: “Coltivare talenti per una PA attrattiva”

Paola Suriano: "Coltivare talenti per una PA attrattiva"
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“Mettere le persone al centro dell’impegno nella PA” è quello di cui abbiamo bisogno oggi per affrontare la grande opportunità per l’Italia di rilanciare se stessa, grazie ai flussi di risorse arrivati con il PNRR e la nuova programmazione europea. Ne abbiamo parlato in questa nuova puntata della Rubrica “I protagonisti del cambiamento” con Paola Suriano, Esperta in selezione e reclutamento del personale per la PA, intervistata da Gianni Dominici, Direttore generale di FPA. Suriano ci racconta come abbia sperimentato e promosso forme innovative di selezione: quesiti psico attitudinali, prove di assessment center per dirigenti e concorsi digitali

17 Marzo 2023

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Redazione FPA

C’è una grande opportunità per l’Italia di ripensare a se stessa, grazie ai flussi di risorse arrivati con il PNRR e la nuova programmazione europea; si tratta adesso di avere le capacità di usarli al meglio, ma il rischio è di una PA ad “onda quadra”, non in grado di gestire queste sfide; per evitare che questo accada, va presa in considerazione una dimensione sulla quale intervenire legata alla capacità di “attrarre nuove persone nella PA”. Nell’intento di raccogliere le testimonianze di chi ha posto le persone al centro del proprio impegno nella PA, abbiamo incontrato Paola Suriano, che è stata Direttore Area Acquisizione Risorse Umane del Comune di Milano dal 2017 al 2022. L’ha intervistata Gianni Dominici, Direttore generale di FPA, all’interno della Rubrica “I protagonisti del cambiamento”.

Le persone al centro dell’impegno nella PA

L’esperienza consolidata da Paola Suriano nell’aver progettato e sperimentato forme innovative di selezione – quesiti psico attitudinali (2017), prove di assessment center per dirigenti (2019) e concorsi digitali (2020) – è stata di aiuto a tante amministrazioni. Quando è arrivata nel 2017 al Comune di Milano c’erano 27 concorsi da fare e avevano scommesso che se fosse stata brava li avrebbe realizzati in quattro anni, in quegli stessi anni ha di fatto avviato 165 procedure. La prima innovazione che ha introdotto è quella di aver trasformato il ruolo del reclutamento in progettualità, non più in semplice adempimento burocratico, per cui riprodurre bandi, copia e incolla, nel rispetto della norma per evitare ricorsi; ha inserito la valutazione delle capacità logiche nelle prove concorsuali, ha adottato una metodologia di indagine utile a definire il modello di competenze, a comprendere – attraverso gruppi di lavoro – quali fossero le aspettative interne legate al ruolo da coprire e a stabilire l’adeguatezza di una nuova risorsa rispetto a quelle aspettative.

Una nuova cultura organizzativa

Sono recenti le notizie di cronaca sul fenomeno delle ‘grandi dimissioni’ dal lavoro, dei concorsi deserti nella pubblica amministrazione, eppure nella maggior parte dei casi si continua ad utilizzare le stesse tecniche di recruiting e non si punta su un’organizzazione nuova. Paola Suriano ci racconta che avrebbe voluto realizzare un progetto coinvolgendo tutta la struttura organizzativa nell’accoglienza dei talenti, un’attività di matching che avrebbe favorito l’incontro tra ciascun candidato e ciascun direttore e dove entrambi si sarebbero scelti.

Passare dalla logica adempimentale alla logica progettuale

Abbiamo il problema di una PA che segue l’adempimento. “Passare dalla logica adempimentale alla logica progettuale vuol dire rischiare in prima persona, anche se – come sottolinea Paola Suriano – il rischio si riduce là dove c’è competenza e conoscenza”. La PA di cui abbiamo bisogno è una PA con elevata attenzione ai nuovi profili, alle nuove risorse, ai bisogni dei giovani. I ragazzi cercano un posto che li qualifichi, come rileva l’indagine demoscopica che abbiamo realizzato con l’Istituto Piepoli per analizzare l’opinione dei cittadini sull’evoluzione della PA: il 22% pensa che nell’attuale contesto la PA possa offrire un’esperienza professionale, il 44% è attratto dalla stabilità del posto fisso; ma quel 22% aumenta se rapportato alla classe di età. Sono infatti i più giovani ad ambire l’ingresso nella PA, il 29% di chi ha 18-34 anni. La PA deve quindi essere accogliente rispetto a questi nuovi bisogni, ma questo – come evidenzia Suriano – discorda con alcune norme approvate. Le innovazioni proposte da Renato Brunetta durante il suo incarico di Ministro per la pubblica amministrazione, che introducono modifiche al decreto del Presidente della Repubblica n. 487 del 1994 (norme sull’accesso agli impieghi nelle PA e sulle modalità di svolgimento dei concorsi pubblici) o al testo del d.lgs n. 165 del 2001 (fonte di disciplina del lavoro pubblico), sono per Paola Suriano opzionali, non sostitutive, perché ritiene che la norma non possa entrare nel merito dei processi.

Cosa mettere nell’agenda del Governo 

Bisogna dare un messaggio positivo sulle professionalità che esistono all’interno della pubblica amministrazione, rendersi visibili con strumenti comunicativi. Occorre inoltre facilitare, non bloccare, non entrare nel merito delle procedure; la norma è una cornice dove tutto ciò che non è vietato è consentito. E come dice Gianni Dominici “l’innovazione è una disubbidienza riuscita”.

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