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Paolo Sottili: “La PA arriva sempre un po’ in ritardo, ma un cambiamento culturale c’è stato”

Paolo Sottili: “La PA arriva sempre un po’ in ritardo, ma un cambiamento culturale c’è stato”
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L’intervista di Gianni Dominici a Paolo Sottili, direttore generale dell’Agenzia regionale per il Lavoro, la Formazione e l’Accreditamento (ALFA) della regione Liguria. L’emergenza sanitaria ha portato una forte spinta verso la digitalizzazione dei processi nella PA, apportando un cambiamento culturale e organizzativo che forse non sarebbe mai accaduto in tempi normali. Ora è il momento di investire in ricambio generazionale e formazione dei dipendenti

17 Febbraio 2021

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Redazione FPA

Paolo Sottili: “La PA arriva sempre un po’ in ritardo, ma un cambiamento culturale c’è stato”

L’emergenza sanitaria ha costretto praticamente tutte le organizzazioni a cambiare i propri processi al fine di mantenere la continuità operativa e, specialmente quando si parla di PA, ha comportato un vero salto culturale dalla politica dell’adempimento a quella della valutazione per obiettivi raggiunti.

In questa puntata Gianni Dominici intervista Paolo Sottili, direttore generale dell’Agenzia regionale per il Lavoro, la Formazione e l’Accreditamento (ALFA) della regione Liguria. Attento osservatore delle dinamiche territoriali, fino al 31 dicembre dello scorso anno ha ricoperto il ruolo di direttore generale della direzione centrale organizzazione della Regione Liguria, occupandosi del personale e di conseguenza avendo un ruolo rilevante nella gestione dell’emergenza sanitaria.

“In Regione Liguria – spiega Sottili – avevamo introdotto lo Smart Working e altre misure di flessibilità già dopo il crollo del ponte Morandi verso la fine del 2018. Strada facendo però ci siamo accorti che c’erano resistenze culturali importanti” puntualizza Sottili, per rimarcare il fatto che per far sì che il cambiamento avvenga serve perseveranza.

“Oggi però abbiamo oltre 1500 lavoratori in Smart Working” continua Sottili, sottolineando come la PA arrivi sempre un po’ in ritardo su alcuni temi rispetto al privato, forse a causa dell’alta età media dei dipendenti, forse anche per mancanza di perseveranza da parte di alcuni dirigenti.

“La pandemia ha portato un cambiamento culturale e organizzativo che non ci sarebbe stato altrimenti” spiega Sottili, o quantomeno non con questa velocità. La forte spinta alla digitalizzazione dei processi e alla remotizzazione dei servizi, insieme ad un nuovo sviluppo di competenze digitali, sono stati l’occasione per mettere a sistema numerosi processi, puntando per esempio sulla formazione online dei dipendenti.

Riguardo poi al tema del turnover, Sottili è chiaro: “Si è sempre investito poco su competenze manageriali, organizzative e soft skills”. Ora che il ricambio sembra essersi sbloccato, è importante rivedere le modalità di selezione. Serve puntare su semplificazione e innovazione digitale, costruendo sistemi organizzativi più flessibili e responsabilizzando i dipendenti per obiettivi e risultati.

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