Riforma Appalti, piattaforme digitali al passo con l’evoluzione normativa

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La gestione degli appalti pubblici sta catalizzando l’interesse di tutti gli enti amministrativi, sensibilizzati sul tema dall’approvazione della legge delega, che ne dispone il riordino. Come si potranno gestire le attività e soprattutto con quali sistemi operativi? FPA e TeamSystem hanno affrontato il tema in un seminario

21 Luglio 2022

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Redazione FPA

Il 14 giugno 2022 il Senato ha approvato in via definitiva il disegno di legge per la riforma del Codice degli appalti, successivamente pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 27 giugno. La rilevanza dell’evento è duplice: da una parte, l’approvazione della riforma ha contribuito a determinare lo sblocco della prima tranche di fondi europei ripartiti dal PNRR, denaro vincolato all’attuazione di 49 azioni, tra investimenti e riforme, entro il primo semestre 2022. Il 29 giugno il Governo ha annunciato il raggiungimento di questo importante risultato; dall’altra, la revisione normativa, annunciata nel 2021 attraverso la pubblicazione del Decreto Digitalizzazione (DM 148/2021) e delle conseguenti linee guida AgID, mette fine a una lunga attesa: entro il 31 marzo 2023, il Nuovo Codice Appalti dovrà essere pubblicato.

Le novità attese e i requisiti tecnologici necessari

La rivoluzione copernicana delle gare porterà innegabili vantaggi, quali la riduzione dei costi di procedura, tempi di aggiudicazione più brevi, nonché la fondamentale trasparenza delle procedure, indispensabile per combattere la corruzione. A tal fine, lo scorso dicembre, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) aveva sottoscritto un protocollo di intesa, di concerto con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che annunciava la pubblicazione delle Linee guida per:

  • ridurre il numero delle Stazioni appaltanti, attraverso un processo di qualificazione che garantirà l’incremento di competenza, professionalità e tecnologie dei soggetti abilitati;
  • provvedere all’iscrizione delle realtà qualificate all’Anagrafe Unica delle Stazioni Appaltanti (AUSA).

Dall’entrata in vigore del Nuovo Codice Appalti, le gare di lavori per un valore superiore a 150.000 euro e quelle per servizi e forniture, che prevedono spese superiori a 139.000 euro, potranno essere gestite solo dalle Stazioni appaltanti qualificate. Le gare di valore inferiore alle soglie indicate, invece, potranno continuare a essere gestite dagli Enti.

Oltre alla qualificazione delle Stazioni appaltanti, la digitalizzazione omogenea dell’intero iter amministrativo, dalla preparazione del bando all’aggiudicazione dell’incarico, rappresenta un altro importante obiettivo a cui tutti i soggetti coinvolti dovranno tendere.

Mentre le soluzioni tecnologiche per il procurement sono sotto la lente dell’AgID, che ne decreterà l’abilitazione o l’esclusione, FPA e TeamSystem hanno fatto propri i quesiti della PA, cercando di fornire le risposte nell’ambito di un seminario dal titolo: “Digitalizzazione degli appalti pubblici: evoluzione della tecnologia e del contesto normativo”.  L’evento si è svolto nell’ambito di FORUM PA 2022.

Come evolvono le piattaforme di e-procurement

La gestione telematica degli appalti non è certo una novità: Consip opera con piattaforma telematica dai primi anni 2000, mentre l’attuazione del decreto legislativo 50/2016 (l’attuale Codice Appalti), ha stabilito il passaggio formale dalle gare tradizionali alle gare digitali, il 18 ottobre 2018.

Oggi la quasi totalità degli appalti è gestita telematicamente. Tuttavia, si riscontra ancora poca omogeneità nelle procedure e un gap digitale persistente, soprattutto con gli operatori di mercato più piccoli, ancora con processi non completamente digitalizzati.

“In questo momento circa 1000 amministrazioni pubbliche sono dotate di una piattaforma di procurement” spiega nel seminario Federico Maffezzini, socio fondatore iProc – Innovative Procurement. “Di queste, la metà sono Comuni. In aggiunta, vi sono circa 300 imprese pubbliche (utility, trasporti, ecc) che operano su piattaforma telematica. Grazie agli appalti digitalizzati, le gare non si sono mai fermate: nel 2020 si è persino raggiunto il record storico di oltre 180 miliardi di euro di gare pubblicate”.

Il cambiamento è dunque avviato, ma c’è bisogno di piattaforme tecnologiche compliance con le linee guida AGID, come previsto dal decreto digitalizzazione (DM 148/2021). “TeamSystem lavora da molti anni con la PA creando soluzioni specifiche per il procurement” spiega Marco Sampaolesi, Sales Account Public Procurement. “La nostra esperienza nel settore ci consente di carpire ogni esigenza e di rispondere con soluzioni sempre più mirate. Alla luce di quanto sta avvenendo a livello normativo, abbiamo avviato un grande progetto di refactoring della nostra soluzione, che consentirà di migliorare le prestazioni e innalzare i livelli di sicurezza. Ciò consentirà alle Stazioni appaltanti che la adotteranno di qualificarsi”.

L’esperienza concreta (e felice) di un ente pubblico: INVA

“La Centrale Unica di Committenza della Valle d’Aosta è nata nel 2013, con l’affidamento della gestione appalti alla nostra realtà, che opera nel settore ICT, da parte della Regione” racconta Barbara Polin della Direzione Centrale Unica di Committenza INVA. “Sin dall’inizio – prosegue – INVA ha gestito gli appalti in maniera telematica. Tra i compiti assegnati a INVA, c’era quello di fornire a tutti gli enti del territorio uno strumento telematico per gestire gli acquisti attraverso noi o in autonomia”.

INVA ha operato per nove anni con la stessa prima piattaforma, fino a quando, vista l’evoluzione delle esigenze, ha deciso di mettere a gara l’adozione di una nuova piattaforma scegliendo così di affidarsi al mercato.

“La nuova piattaforma è in esercizio dal 1 Gennaio 2022, avendo firmato il contratto con l’aggiudicatario, TeamSystem, a fine ottobre – precisa Polin -. Abbiamo acquisito un sistema ben funzionante, diffuso in altre realtà regionali, e stiamo adattando i processi alle funzionalità della nuova piattaforma, che ci consente di ampliare il processo della digitalizzazione. Per esempio, ora possiamo gestire telematicamente anche la fase pre-gara”, conclude Polin.

La trasformazione digitale degli appalti pubblici è una delle sfide da vincere per un nuovo sviluppo del Paese, ma la tecnologia adeguata c’è ed è facile da implementare.

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