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Come si avvia un progetto di Smart Working nella PA

Buone pratiche di Smart Working? Ecco il progetto VeLA
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Non è così facile per una Pubblica Amministrazione avviare un progetto di Smart Working: a FORUM PA 2019 si è parlato anche di questo, analizzando il progetto VeLA

26 Giugno 2019

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Maurizio Costa

Content Officer FPA

Lo Smart Working nella Pubblica Amministrazione sta cercando di uscire allo scoperto. Al momento i numeri non sono esaltanti: il Politecnico di Milano stima che solamente l’8% degli enti pubblici ha avviato progetti strutturati di lavoro agile (dati 2018) e l’1% iniziative informali. Nonostante questo, si percepisce un barlume di speranza: un altro 8% delle PA ha già messo in cantiere iniziative di lavoro agile, mentre nel 36% dei casi si parla di una probabile introduzione. Il 38% delle amministrazioni, invece, è incerta, il 7% si dichiara “non interessata” e un residuo 2% non sa proprio di cosa si stia parlando.

Buone pratiche di Smart Working? Ecco il progetto VeLA

Smart Working a FORUM PA 2019

A FORUM PA 2019, la tematica dello Smart Working è stata al centro di diversi incontri e approfondimenti. Agli Studios FPA, realizzati in collaborazione con Olivetti, Stefania Allegretti, Responsabile dell’Ufficio Sviluppo organizzativo della Provincia Autonoma di Trento, e Stefania Sparaco, della Direzione Generale della Regione Emilia-Romagna, hanno raccontato il percorso seguito all’interno del progetto VeLA, nato proprio per implementare il lavoro agile nella PA.

Il progetto VeLA

Partiamo dagli inizi: “Il progetto VeLA nasce a maggio 2018 grazie a un bando sul PON Governance e capacità istituzionale 2014-2020” esordisce Sparaco. “Come amministrazione abbiamo deciso di buttarci sul tema dello Smart Working, che all’epoca stava emergendo”.

L’obiettivo di questo bando è di creare un kit di riuso: “Una cassetta degli attrezzi”, continua Sparaco, “che fosse a disposizione di tutte le PA che in futuro fossero state interessate a partire con un progetto di Smart Working”. Una sorta di pacchetto pronto all’uso, che, dopo la sperimentazione, sarà reso disponibile agli altri enti pubblici.

Le PA, per avviare progetti del genere da zero, devono affrontare non poche difficoltà: avendo un kit già pronto, invece, potranno rendere la procedura più snella ed efficiente.

“Il kit di riuso vuole offrire strumenti concreti e completi: non soltanto i più classici come la disciplina, le regole da applicare e gli strumenti tecnologici, ma anche alcuni elementi come degli indicatori per misurare la produttività e le performance di dirigenti e smart worker” conclude Sparaco.

TelePat 2.0

Il progetto nasce da una buona pratica di Smart Working: TelePAT 2.0 della Provincia Autonoma di Trento. “Siamo stati individuati come buona pratica perché eravamo l’unica amministrazione con una lunga esperienza alle spalle in merito al telelavoro” spiega Allegretti. “Siamo partiti con le prime dieci postazioni nel 2002 e nel 2015 siamo passati alla firma dell’accordo sindacale, facendo diventare il telelavoro una vera e propria modalità lavorativa, al pari delle altre”. Allo stesso tempo si era partiti con la sperimentazione sullo smart working, che a differenza del telelavoro non prevede un luogo e orario predefinito per svolgere le proprie attività. Un passaggio culturale importante, come ci racconta Allegretti.

VeLA è l’acronimo di Veloce, Leggero e Agile ed è il modello di Smart Working messo a punto dal progetto, nella speranza che nei prossimi anni le pratiche di lavoro agile possano diventare una modalità di lavoro standard nella pubblica amministrazione. Un percorso che va accompagnato, dimostrando concretamente a lavoratori e dirigenti come lo smart working possa davvero migliorare la qualità del lavoro.

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