Federsanità: i tre fattori chiave per ripensare il sistema salute in Italia

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Occorre progettare contemporaneamente il modello organizzativo e le soluzioni tecnologiche, come previsto nel Patto per la Sanità Digitale, in un percorso di lungo periodo verso l’Integrazione dell’Assistenza tra i vari setting (Integrated Care), sia in senso orizzontale (sanitario-sociale), sia in senso verticale (ospedale-territorio). Tale integrazione si basa su tre fattori chiave: la collaborazione tra i professionisti, l’attivazione del cittadino e dei caregiver, una governance più tempestiva e integrata

5 Febbraio 2016

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Angelo Lino del Favero, Presidente Federsanità ANCI

Secondo la Commissione Europea, gli acquisti delle Pubbliche Amministrazioni dovrebbero promuovere l’innovazione, con l’obiettivo di rendere il sistema pubblico più efficace e sostenibile, migliorare il benessere del cittadino e nello stesso tempo stimolare il mercato a sviluppare nuove soluzioni.

Esistono molte esperienze significative (ma isolate) sull’innovazione di singoli servizi sanitari o sociali, che fanno un uso appropriato delle tecnologie oggi disponibili (es. internet, smartphone, domotica), ma l’innovazione non è solo tecnologica; anzi, quando si parla di salute e di sostenibilità del sistema, l’innovazione si dovrebbe concentrare soprattutto sui modelli organizzativi, che oggi non possono fare a meno della tecnologia. Quindi occorre progettare contemporaneamente il modello organizzativo e le soluzioni tecnologiche, come previsto nel Patto per la Sanità Digitale, in un percorso di lungo periodo verso l’Integrazione dell’Assistenza tra i vari setting (Integrated Care), sia in senso orizzontale (sanitario-sociale), sia in senso verticale (ospedale-territorio); tale integrazione si basa su tre fattori chiave: la collaborazione tra i professionisti, l’attivazione del cittadino e dei caregiver, una governance più tempestiva e integrata .

In ogni località si tratta di mettere a sistema progressivamente tante iniziative, ognuna rivolta a specifici tipi di strutture e con un suo preciso target di popolazione, all’interno di un quadro complessivo calato sulle priorità e sulle opportunità offerte dal contesto locale (con accordi tra ASL, AO e comuni), nel quadro della pianificazione regionale e in una visione nazionale. Due casi esemplari: in una località le cure primarie hanno preso accordi con l’ospedale e i fornitori, in modo che poco prima della dimissione partissero gli ordini per i beni e i servizi da predisporre per il rientro a casa del paziente. Così si ottengono diversi vantaggi: il cittadino e i suoi familiari non devono perdere diverse giornate per svolgere pratiche amministrative evitabili, le risorse sono rese disponibili al cittadino già al momento del suo rientro a casa, l’amministrazione ha sotto controllo tutte le pratiche in tempo reale e le scorte di magazzino sono ridotte al minimo. Tutto ciò è reso possibile da un sistema informativo di semplice realizzazione, una volta che la volontà di collaborazione tra ospedale e territorio è stata formalizzata, individuando anche i ruoli e le responsabilità del personale coinvolto. In un’altra località è stato predisposto un sistema web per registrare tutti i contatti tra il cittadino e i professionisti delle cure primarie, come i medici di medicina generale, gli specialisti ambulatoriali, gli infermieri e i fisioterapisti dell’assistenza domiciliare, con una “antenna” anche sui reparti ospedalieri. In questo modo si rende possibile ad ogni professionista di “fare squadra” intorno al paziente, con un accesso alle informazioni rilevanti selezionate ed organizzate secondo il proprio ruolo rispetto al paziente stesso; anche qui la priorità non è nel sistema informativo, ma nel cambiamento culturale da promuovere tra i professionisti e negli aspetti organizzativi.

Malattie croniche e invecchiamento richiedono un ripensamento del sistema salute, con una forte partecipazione del cittadino e dei suoi caregiver al processo di gestione integrata della salute durevole nel tempo. Questa problematica viene affrontata in Europa dal coordinamento di quattro Direzioni Generali (su sanità, tecnologia, regioni e ricerca), che hanno deciso di collaborare tra loro armonizzando i numerosi programmi con finanziamenti per centinaia di milioni; il Partenariato di Innovazione per l’invecchiamento attivo e in salute (EIPonAHA) coinvolge qualche migliaio di organizzazioni in Europa e ha raccolto centinaia di buone pratiche, con una consistente presenza italiana.

Federsanità ANCI ha voluto dedicare al procurement innovativo la terza edizione del Premio Nazionale “Il Coraggio di Agire”, consegnato in occasione dell’Esecutivo di fine anno dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin a tre Aziende che si sono distinte per lo sviluppo di progetti innovativi attraverso una partnership pubblico-privato: l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige, l’Ausl della Romagna e l’AO Niguarda Ca’ Granda. Una menzione speciale è stata dedicata al professor Renzo Turatto. Nel corso dell’evento Federsanità ANCI ha anche presentato un Libro Verde, realizzato attraverso il progetto europeo STOPandGO, per suscitare una discussione sulle attività propedeutiche necessarie a realizzare sul campo i modelli avanzati ed a facilitare l’acquisizione dell’innovazione.

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