Con Google Art Project ai Musei Capitolini in un click
Dopo gli Uffizi di Firenze, dal 4 aprile è possibile esplorare via web anche le sale dei Musei Capitolini, nati nel 1471 con la “restituzione” al popolo romano di un gruppo di opere antiche fino ad allora conservate in Laterano. Il nuovo sistema Google Art Project permette di navigare tra dipinti con immagini ad altissima risoluzione, che in alcuni casi permettono di studiare i dettagli molto meglio di quanto sia possibile fare ad occhio nudo.
18 Aprile 2012
Redazione FORUM PA
Dopo gli Uffizi di Firenze, dal 4 aprile è possibile esplorare via web anche le sale dei Musei Capitolini, nati nel 1471 con la “restituzione” al popolo romano di un gruppo di opere antiche fino ad allora conservate in Laterano. Il nuovo sistema Google Art Project permette di navigare tra dipinti con immagini ad altissima risoluzione, che in alcuni casi permettono di studiare i dettagli molto meglio di quanto sia possibile fare ad occhio nudo.
Il Web sempre più al servizio dell’arte e della cultura: i Musei Capitolini sono i secondi in Italia ad aderire al progetto Google Art Project, dopo gli Uffizi di Firenze. Da qualche settimana se ne possono infatti esplorare le sale connettendosi al sito dedicato, che conta ad oggi 151 musei partner in 40 diversi Paesi. Sono così diventati a portata di un click i tanti capolavori che popolano i Musei Capitolini, a cominciare da quella Lupa Capitolina che è simbolo della città e parte del loro nucleo originario, creato nel 1471 sotto Papa Sisto IV con la “restituzione” al popolo romano di un gruppo di opere antiche fino ad allora conservate in Laterano.
Secondo Gianni Alemanno, sindaco di Roma Capitale, l’adesione al Google Art Project “rappresenta per i Musei Capitolini una grande opportunità di ulteriore diffusione dell’immenso patrimonio culturale della nostra città”. Per Dino Gasperini, Assessore capitolino alle Politiche Culturali e Centro Storico, anche se vedere le opere al computer non può sostituire la visione dal vero, può comunque “offrire degli strumenti che consentono di valorizzare la fruizione stessa. Dettagli non visibili ad occhio nudo, possono qui essere ingranditi e indagati, consentendo molteplici e nuove letture delle opere”.
Fedele allo slogan meno “magia”, più “tecnality”, il nuovo sistema Art Project permette di navigare tra dipinti con immagini ad altissima risoluzione (in gigapixel), che in alcuni casi permettono di studiare il dettaglio delle pennellate e della patina molto meglio di quanto sia possibile fare ad occhio nudo. Nel caso dei Musei Capitolini, nell’Annunciazione di Garofalo, emergono ad esempio dettagli difficilmente visibili, come la trama e il tessuto degli abiti. Le opere possono inoltre essere osservate da diverse visuali, con l’opzione di sceglierne alcune per una raccolta personale di capolavori, aggiungendo ulteriore documentazione come i video, se disponibili. Tutte operazioni nate per essere condivise sui social network, anche con formule nuove come il video-ritrovo, con la possibilità di commentare il dipinto o la scultura in diretta.