Come migliorare il Piano nazionale Scuola digitale, la sintesi delle proposte

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Il Cantiere Scuola Digitale di Forum PA ha cominciato i suoi lavori a maggio 2016 in uno spirito di condivisione non solo nella sostanza della discussione ma anche nella modalità. Ecco qui una prima sintesi delle proposte elaborate a valle dell’incontro del 5 luglio

8 Luglio 2016

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Paolo Paolini e Nicoletta Di Blas, Politecnico di Milano

Il Cantiere Scuola Digitale di Forum PA ha cominciato i suoi lavori a maggio 2016 in uno spirito di condivisione non solo nella sostanza della discussione (in cui pareri e commenti sono stati messi sul tavolo, sezionati, approvati o criticati) ma anche nella modalità (a incontri di persona è seguito un dibattito su docenti condivisi nel cloud).

Presentiamo qui la sintesi delle proposte elaborate (relative ai primi due focus del Cantiere) a valle dell’ultimo incontro (5 luglio), base di discussione per la definizione dei suggerimenti che il tavolo inizierà a formulare nelle prossime settimane, continuando a lavorare in remoto. Da ottobre 2016, la discussione nel cloud verrà aperta al mondo della scuola italiana.

Lo scopo è di raccogliere proposte concrete per far sì che il Piano Nazionale Scuola Digitale possa essere pienamente attivato, migliorato, ampliato ed in generale confermato come un asset per la evoluzione della scuola italiana.

La discussione si articola intorno a quattro focus (qui approfondiamo solo i primi due): ambienti e processi di apprendimento; formazione (di insegnanti, dirigenti, personale, …); contenuti (per la didattica), governance (della scuola e dei processi di apprendimento in generale). Il primo viene mantenuto ma non articolato per favorire la focalizzazione su un numero di proposte contenuto.

Tutti i documenti del cantiere sono di pubblico dominio e si trovano a questo link:

FOCUS 1

Ambienti di apprendimento e organizzazione dei processi di apprendimento

EXECUTIVE SUMMARY

Il tema viene considerato di estrema importanza. Tuttavia, diverse iniziative sono già avviate nell’attuale PNSD, per cui, allo scopo di rendere la discussione più focalizzata, non si ritiene di avanzare proposte in merito, se non di valorizzare quanto già evidenziato come efficace.

DISCUSSIONE FOCUS 2

La formazione del personale

EXECUTIVE SUMMARY

La formazione del personale è chiaramente un tema importante (forse il più importante) del PNSD.

Le proposte riguardano due temi: i meccanismi di formazione per tutti gli attori (dirigenti, insegnanti, personale tecnico/amministrativo) e in particolare la formazione dei dirigenti che si ritiene debba essere affrontata come ambito prioritario.

P201 Proposta: formazione aperta, modulare, continua, “accreditata”

La formazione può riguardare insegnanti, dirigenti e personale tecnico/amministrativo.Oggi, in linea di massima, il MIUR, quando individua una esigenza formativa (ad esempio per animatori digitali) crea anche dei percorsi formativi specifici e spesso assegna i formatori mediante bando.

La formazione dovrebbe essere aperta in vari sensi

Apertura di contenuti : i contenuti sono i più vari possibili (all’interno del tema innovazione favorita dalle tecnologie). Non c’è una lista della spesa tra cui scegliere, ma al massimo alcuni esempi.

Apertura nelle modalità di erogazione : le modalità di erogazione possono essere in presenza, online, o blended e con forme organizzative libere. Devono essere chiare le modalità di valutazione, che non possono basarsi esclusivamente sul numero di ore di presenza.

Apertura per i soggetti erogatori, che possono essere soggetti qualificati come università, associazioni o istituti di ricerca, aziende, …

  • Modulare: piuttosto che percorsi ampi vanni incoraggiate le iniziative di formazione che coprano soggetti specifici (di metodo, di tecnologia, di organizzazione della didattica, …). I moduli poi possono essere combinati, nel tempo, in percorsi.
  • Continua: i soggetti devono essere incoraggiati ad una formazione che continuamente si rinnova. Nell’ambito della innovazione, la formazione diventa rapidamente obsoleta.

Implicitamente, si rende necessario definire nuove regole per l’accreditamento dei formatori simili a quelle (internazionalizzate) per la formazione universitaria (es. valorizzare pubblicazioni e attività di ricerca). Bisogna aumentare la possibilità di formazione non solo mediante attività formative “classiche” ma anche con esperienze didattiche innovative opportunamente supportate. Incentivare maggiormente gli insegnanti a formarsi: ad esempio: stabilire che nella card formazione almeno il 50% delle spese siano dedicate ai corsi di formazione (attualmente la maggior parte delle spese è stata dedicata all’hardware).

La proposta di fondo è che invece di organizzare la formazione il MIUR faccia da arbitro tra chi propone una offerta di formazione e chi la consuma (dirigenti, insegnanti, personale), dove “arbitro” vuol dire gestore dell’accreditamento e dell’accertamento di competenze.

Commento 1: la proposta vuole ovviare ad alcuni dei più evidenti inconvenienti della attuale politica di formazione.

  • Il meccanismo attuale di “poli” (cioè insegnanti) che organizzano la formazione di altri insegnanti non porta nuova cultura dall’esterno, aumentando la autoreferenzialità del sistema scolastico.
  • Le modalità di erogazione devono essere moderne e flessibili, per ridurre i costi, aumentare la efficacia, testimoniare la qualità dei nuovi approcci pedagogici. La attuale contraddizione tra innovazione pedagogica di cui “si parla” e modalità di erogazione antiquate (in presenza, lezioni frontali, orario rigido…) sono evidenti
  • Assenza di modularità: ci sono almeno una cinquantina di argomenti trattabili (a vari livelli di approfondimento) ed è impossibile chiedere a qualcuno di coprirli tutti. Quindi bisogna consentire al docente o al dirigente di “scegliere i moduli” (magari prendendoli anche da soggetti erogatori diversi) assemblando un percorso.
  • Assenza di continuità: la formazione di ogni soggetto va continuamente rinnovata e rinfrescata. Ecco perché è necessario che sia modulare (affrontare un tema alla volta) e con tanti soggetti erogatori. Ogni accreditamento va considerato a tempo, e senza adeguatamente “rinfrescamento” scade.

P202 Proposta: formazione dirigenti

Questa formazione dovrebbe diventare il pilastro del proseguo del PNSD: incoraggiando (e non organizzando) una offerta formativa aperta e di qualità, incentivando i dirigenti a formarsi, legando la valutazione dei dirigenti anche alle modalità di formazione.

La formazione dei dirigenti deve tener conto della specificità del ruolo: coordinare la innovazione favorita dalle tecnologie è uno dei ruoli dei dirigenti. A maggior ragione in questo caso la formazione deve essere non rinchiusa all’interno del mondo della scuola ma deve essere aperta a contenuti strategicamente innovativi e concreti.

Commento: Se la autonomia deve diventare reale, il dirigente deve essere messo in condizione di muoversi con consapevolezza e cognizione di causa sul terreno difficile della formazione che dovrebbe:

  • essere erogata in modo innovativo ed efficace;
  • essere massimamente modulare;
  • fornire basi culturali di ampio respiro;
  • affrontare problemi di strategia sostanziale per la scuola e non solo la tattica.

In qualche modo contraddicendo il punto “c”, dovrebbe anche fornire dei “ready made” (soluzioni pronte per l’uso e di facile adozione) che comunque permettono al dirigente di muoversi. Questo è il salvagente che però non può sostituire il (o essere considerato alternativo a) un buon corso di nuoto.


Fonte: Coordinamento Paolo Paolini-Politecnico di Milano, Discussione 22 giugno 2016/ 4 Luglio 2016

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