PNSD, due leve per attuarlo meglio: formazione e organizzazione

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Il PNSD è in pieno svolgimento. Ecco alcune riflessioni sulle scelte organizzative che consentirebbero di incentivare e monitorare l’efficacia del piano

30 Settembre 2016

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Fulvio Benussi, Docente di Diritto ed economia, Liceo Carlo Tenca di Milano

Il percorso del Piano Nazionale Scuola Digitale (nel seguito PNSD) è in pieno svolgimento secondo le modalità delineate dal MIUR e sulla base delle scelte effettuate dalle Scuole nella loro autonomia. Qui intendo proporre una prima riflessione parziale sulle scelte organizzative che, a mio avviso, consentirebbero di incentivare e monitorare l’efficacia del piano nelle modalità di svolgimento e di successiva attuazione nell’attività didattica e nell’innovazione dell’attività amministrativa.

Penso sia fondamentale iniziare prendendo in considerazione il contesto organizzativo e gli strumenti di monitoraggio già presenti nelle Scuole italiane. Potremo così riflettere sulla coerenza degli strumenti disponibili e sulla possibilità di proporre degli eventuali correttivi.

E’ auspicabile che la formazione svolta nell’ambito del PNSD impatti sulle scuole con un preciso coinvolgimento dei Piani Triennali dell’Offerta Formativa (nel seguito PTOF) e “riverberi” nelle eventuali modifiche e integrazioni che esse genereranno nei PTOF stessi: anzi la presentazione del PNSD dovrebbe avere già implicato, a livello di progettazione, delle conseguenze nei PTOF scritti dalle Scuole.

Per verificare quest’ultima ipotesi ho provato a confrontare alcuni PTOF trovati in Internet, senza seguire alcun criterio scientifico nell’individuazione del campione di scuole considerato, ma semplicemente considerando i primi dieci PTOF individuati con il motore di ricerca.

I PTOF analizzati riguardano sei Istituti comprensivi e quattro Scuole secondarie di secondo grado. Ho quindi effettuato una prima analisi quantitativa, verificando per ogni PTOF il numero di volte in cui erano presenti le parole:

  • ict, (acronimo di information and communication technology)
  • digital (che consentiva di considerare le parole: digitale, digitali, digitalmente, ecc.), informati (che consentiva di considerare le parole: informatizzazione, informatizzato, informatica, informatico, ecc.),
  • line (che consentiva di considerare le parole: “on line”, “on-line”, ecc.),
  • ret (che consentiva di considerare le parole: rete, reti, ecc.),
  • internet,
  • tecnologie (che consentiva di considerare le parole: nuove tecnologie, tecnologie digitali, ecc.).

N.B. segnalo che nella ricerca “ret” ho preso in considerazione anche l’indicazione relativa a “reti scolastiche o di docenti” in quanto i soggetti coinvolti spesso comunicano utilizzando le nuove tecnologie. L’esito del confronto è riportato nella tabella sotto:


Come si vede la differenza tra le scuole considerate è ampia. Ci sono scuole in cui le parole relative al dominio digitale sono state scarsamente utilizzate ed altre dove la loro presenza risulta molto più diffusa.

Per un più chiaro quadro d’insieme ho realizzato il seguente grafico illustrativo del fenomeno. Per fare ciò ho collegato ad ogni Scuola considerata la somma delle frequenze di tutte le parole utilizzate nell’analisi precedente.


Il grafico enfatizza le grandi differenze presenti nella cultura e nelle prospettive di sviluppo in senso digitale delle Scuole considerate.

All’approccio quantitativo ho poi affiancato la lettura puntuale dei dieci PTOF. Ne ho tratto ulteriore conferma delle differenze esistenti tra le Scuole considerate e questo conferma il problema.

Voglio ora soffermarmi sulle possibili leve organizzative che possono essere utilizzate per incentivare l’innovazione e monitorare l’efficacia del piano.

Relativamente ai Capi d’Istituto, con riferimento alla nuova direttiva sulla valutazione dei dirigenti scolastici, potrà essere utile scegliere alcuni obiettivi di risultato in coerenza con le linee di sviluppo della scuola digitale auspicate dal PNSD.

Per incentivare e favorire la diffusione nelle scuole della didattica digitale si potrebbe pensare ad un impiego in tale senso del bonus docenti mediante l’individuazione di criteri da inserire ad hoc tra i criteri generali di valutazione. Si legherebbe così l’attribuzione del bonus ad azioni coerenti con lo sviluppo del Piano Nazionale Scuola Digitale.

E’ da ricordare che anche le scuole che nel proprio PTOF non avessero già previsto un congruo impegno nello sviluppo della “scuola digitale” potrebbero in sede di revisione annuale inserire le necessarie correzioni (vedere sotto: schema 1)


Un ulteriore sostegno allo sviluppo si potrebbe ottenere con il contributo dei Nuclei Esterni di Valutazione (nel seguito NEV) previsti dal Sistema Nazionale di Valutazione (nel seguito SNV). I NEV potrebbero incentivare e sostenere le scuole nella transizione verso la “scuola digitale” in occasione delle visite ispettive previste dal SNV.

A tale riguardo ho delle osservazioni e alcune proposte di correttivi che, a mio avviso, renderebbe più efficace la funzione svolta durante le visite dei NEV nelle scuole.

I criteri per il reclutamento dei NEV sono contenute nel documento: Conferenza per il coordinamento funzionale del sistema nazionale di valutazione. Seduta n. 2 del 23 dicembre 2015 – Sintesi delle decisioni assunte.

Il documento prevedeva: Per il primo anno di valutazione esterna delle scuole l’individuazione degli esperti verrà effettuata utilizzando la procedura selettiva già svolta per i progetti Vales e VM (Determinazione INVALSI n. 32 del 12/3/2013 e note seguenti) secondo la graduatoria compilata in esito al corso di formazione […].


Alla luce del PNSD credo che le indicazioni contenute nel documento citato (e nello stesso segnalate come provvisorie) vadano integrate, valorizzando il possesso di specifiche competenze nell’ambito della didattica digitale e/o dell’amministrazione digitale da parte dei candidati ai NEV. Per favorire ciò mi sembra che la scelta di individuare i candidati al reclutamento nei NEV esclusivamente utilizzando la procedura selettiva già svolta per i progetti Vales e VM sia da rivedere. Faccio qui riferimento alla possibilità di inserire tra i candidati anche quei docenti che negli anni hanno operato proficuamente nei nuclei di valutazione interna delle scuole e soprattutto a quei dirigenti scolastici e docenti che nell’estate del 2015 hanno partecipato alla Scuola estiva Vcamp organizzata da Invalsi. Va considerato che coloro i quali hanno partecipato con profitto alla scuola estiva hanno superato ben due selezioni di merito: una all’iscrizione e una a conclusione del percorso di formazione. Inoltre, consentire al personale che ha partecipato a Vcamp di venire coinvolto nei NEV, oltre ad ampliare i possibili candidati allo svolgimento di tale funzione, permetterebbe di ammortizzare gli oneri sostenuti dall’Amministrazione per erogare questa formazione.

Un’ultima modifica che mi permetto di suggerire riguarda la nuova linea ministeriale di attribuzione di maggiori poteri di scelta ai dirigenti scolastici e mira a rendere più coerente il sistema. Propongo che la scelta dei membri dei NEV venga dal prossimo anno scolastico effettuata mediante “chiamata diretta” dei singoli Direttori generali degli Uffici Scolastici Regionali sulla base delle competenze, incluse quelle digitali, possedute dai candidati.

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