Sharing economy e design dei servizi: le chiavi per innovare?
Di sharing economy ne avevamo già parlato e ne parleremo ancora. Il 26 febbraio scorso a Bologna si è tenuto un seminario sul tema “la sharing economy nel design dei servizi e nella governance cooperativa” in cui si è voluto indagare il rapporto che esiste tra l’economia della condivisione e le imprese cooperative. Può questo rapporto portare una dose d’innovazione in tali imprese?
3 Marzo 2014
Francesca Battistoni
Di sharing economy ne avevamo già parlato e ne parleremo ancora. Il 26 febbraio scorso a Bologna si è tenuto un seminario sul tema “la sharing economy nel design dei servizi e nella governance cooperativa” in cui si è voluto indagare il rapporto che esiste tra l’economia della condivisione e le imprese cooperative. Può questo rapporto portare una dose d’innovazione in tali imprese?
Le piattaforme di economia condivisa rappresentano una sfida per istituzioni e imprese chiamate a ridefinire le loro linee di servizio e i loro modelli di business. Nel caso delle imprese cooperative il rapporto con la sharing economy è ancora più articolato e complesso. I modelli cooperativi presentano caratteristiche di apertura e condivisione che possono renderli particolarmente efficaci per gestire sistemi di relazione che nel co-operare individuano il loro sistema di regolazione.
Questa la tesi di Euricse che ha messo insieme un panel di esperti in collaborazione con Iris Network e in partnership con la Fondazione Barberini.
L’obiettivo è quello di avviare un percorso per capire come si stanno trasformando i processi produttivi attraverso la sharing economy. Il design dei servizi in questo processo gioca un ruolo fondamentale laddove “si pone tra mercato e società, tra profit e non-profit, laddove in sostanza incontra gli utenti e li ingloba nel processo di definizione dei loro bisogni”, sostiene Daniela Selloni, Politecnico di Milano. Non a caso all’interno del programma Horizon 2020 è stato assegnato al design il compito di rilanciare le piccole e medie imprese europee al fine di prototipare l’innovazione come elemento di congiunzione tra sfide sociali e ambientali dell’impresa.
Quello che viene chiamato terzo settore, dice Matteo Orlandini (Università di Bologna), ha un compito fondamentale ossia quello di “reintrodurre la persona come medium dei servizi e personalizzare i nuovi servizi in ottica di empowerement e capacitazione”. Mettere al centro l’utente come persona dunque perché “siamo tutti designer” e il designer di professione diviene colui che facilita i processi di progettazione dal basso.
Durante il seminario sono stati riportati i primi risultati di un laboratorio sul design dei servizi per le imprese sociali e cooperative che avrà seguito nel corso del Workshop sull’impresa sociale di Iris Network che si terrà nel mese di settembre. (chi fosse interessato può chiedere di partecipare al gruppo Facebook #servicedesign4socent). Questo processo è partito da una conversazione su facebook e ha l’obiettivo di “mettere a punto uno strumento per innovare le imprese sociali attraverso il design dei loro prodotti/servizi” come sostiene Guglielmo Apolloni che sta gestendo la community on-line e sta organizzando il processo off-line.