Tour de France sui Pirenei: in arrivo le bici (a pannelli solari)

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Il Tour de France (dell’innovazione) è alla ricerca dei progetti innovativi sulle tracce della corsa ciclistica più famosa al mondo. Oggi parliamo di bici elettriche (a pannelli solari).

22 Luglio 2019

R

Daniele Rizzo

Content Manager FPA

C

Maurizio Costa

Content Officer FPA

Tappa 15 - Limoux

Ultima tappa sui Pirenei, oggi giornata di riposo; da domani si riparte verso le Alpi.

A detta di molti, compreso il nostro commentatore ufficiale, Marco Baldi, questo è uno dei Tour più vivaci e interessanti degli ultimi anni. Come sentirete poi dal podcast a fondo pagina, questo è dovuto al fatto che non c’è una vera e propria squadra predominante: come spesso accade anche in altri sport, il livello qualitativo dei vari team è simile, dunque, la competizione è veramente viva e sentita.

Tornando alla catena montuosa che divide Francia e Spagna, ieri l’addio ai Pirenei, di cui abbiamo già parlato abbondantemente. Vedere tanti ciclisti scalare queste vette impervie, fa saltare subito alla mente il tema della sostenibilità.

Da sempre, le montagne, soprattutto quelle più isolate, fanno pensare alla purezza, alla limpidezza delle loro acque e alla famosa ‘aria fina’, che inebria e rinvigorisce. Il fresco, i boschi, la flora e la fauna selvatiche: tutti elementi incorrotti, lontani dall’inquinamento delle città, caotiche e rumorose.

Questo nell’immaginario collettivo, o comunque nell’idea che ci siamo fatti negli ultimi anni delle montagne. Alcuni studi, però, dimostrano il contrario: le vette dei Pirenei sono inquinate tanto quanto una megalopoli come Parigi. Di certo, non a livello di smog; in questo caso, parliamo di microplastiche, residui di buste, oggetti monouso e plastiche di vario genere.

L’università di Tolosa ha raccolto campioni d’aria a 1500 metri d’altezza, a Bernadouze, a più di 5 chilometri dal centro abitato più vicino, sui Pirenei. Ebbene, questa aria raccolta aveva oltre 365 particelle di microplastiche per metro quadrato ogni giorno. Parliamo dell’equivalente che possiamo riscontrare in una città come Parigi.

Ma come ci arrivano queste microplastiche in un posto così sperduto?

Con l’aria: le correnti e i venti hanno trasportato queste particelle, a volte più piccole di un capello, così in alto, inquinando queste zone e, indirettamente, le sue acque e il suo habitat naturale.

Una bici elettrica con pannelli solari

Di certo, la soluzione alla diffusione di queste microparticelle va trovata in città, non sui monti: diminuendo l’inquinamento nei centri urbani, si argina anche il vagare di queste microplastiche sulle montagne.

Proprio per incentivare l’utilizzo di veicoli elettrici e non inquinanti, nei pressi dell’arrivo della tappa di ieri, il comune di Foix ha presentato una bici elettrica alimentata da pannelli solari, in occasione della settimana europea dello sviluppo sostenibile.

Il modello sembra ancora un po’ troppo futuristico, ma non è questo l’importante: fondamentale è far passare il messaggio che, continuando così, anche le zone più remote del nostro pianeta non rimarranno immuni all’inquinamento atmosferico.

Anche in Italia, sullo Stelvio, recentemente un team di ricercatori ha trovato delle microplastiche disperse nel ghiaccio, a dimostrazione che queste particelle si depositano anche nei fiumi e nei laghi di montagna.

Il resoconto della tappa

I Pirenei non hanno fatto sconti a nessuno. Uno alla volta, chi più chi meno, tutti i big hanno pagato le irte salite di questa catena montuosa. Solo un corridore si è in realtà salvato, l’uomo più in forma del momento: Thibaut Pinot. Il francese della Groupama-FDJ, dopo l’exploit sul Tourmalet, si è ripetuto ieri sull’arrivo di Foix Prat d’Albis, dimostrando una volta di più di avere certamente la gamba per aspirare al podio.

Tappa bellissima la Limoux – Foix Prat d’Albis, in cui il gruppo se le è date di santa ragione a partire da primi chilometri. Basti pensare che ne sono serviti più di 50 (e il primo GPM di giornata, il Col de Montségur) per far partire la fuga di giornata, composta da circa trenta corridori tra cui figuravano nomi importanti, come Quintana, Nibali, Simone Yates, Bardet.

In prossimità della seconda asperità, il Col de Lers, la tappa ha poi avuto un nuovo sussulto sotto i colpi di Mikel Landa, lo spagnolo della Movistar intenzionato a rientrare prepotentemente in classifica dopo le difficoltà dei giorni passati (undicesimo in classifica generale all’inizio della tappa). Infine, come era prevedibile, in prossimità dell’arrivo a Prat d’Albis la tappa è definitivamente esplosa. Uno scatenato Pinot ha attaccato, in più riprese, la maglia gialla di Alaphilippe, fino a quando non è riuscito a staccarlo definitivamente, portandosi appresso solamente Egan Bernal, il colombiano della Ineos.

Intanto davanti Simone Yates procedeva solitario verso la seconda vittoria di tappa in questo Tour de France; dietro Mikel Landa si sarebbe accontentato di un terzo posto alle spalle di Pinot, che nel frattempo lo aveva raggiunto e superato in volata. Quarto Buchmann, quinto Bernal. A seguire Kamna, Thomas, Kruijswijk, Valverde, Porte e Alaphilippe.

Dunque, giornata complicata per la maglia gialla che conserva tuttavia un buon margine su Thomas, ora distante 1 minuto e 35 secondi in classifica generale. Un vantaggio però non troppo rassicurante visto che questa settimana cominciano le Alpi. L’ultima settimana di Tour potrebbe segnare la fine dei sogni di gloria per Alaphilippe. Il bello di questa edizione del Tour è che non sappiamo ancora a vantaggio di chi potrebbe andare un’eventuale débâcle del francese.

Oggi giornata di riposo. Martedì si va da Nîmes a Nîmes, tappa per velocisti che darà ai pretendenti della maglia gialla un giorno in più per ragionare sulle proprie velleità di classifica.

Ascolta il resoconto della tappa in podcast

Quest’anno, il Tour de France non ha squadre dominanti, che vincono tutto a mani basse.
Serve, forse, un antitrust del ciclismo professionistico per migliorare lo spettacolo?
Il commento di Marco Baldi.

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