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I dati per le città del futuro raccontati a Modena Smart Life 2020

Riuso dei dati per la creazione di valore pubblico, la necessità di una governance
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Gli avvenimenti di quest’anno ci hanno convinti definitivamente che i dati condivisi e raccolti nelle città tra amministrazioni e fornitori di servizi non sono solo un patrimonio informativo utile per l’accountability e la trasparenza. Talvolta, i dati salvano la vita e rendono possibile lo sviluppo dei territori. Ne parliamo il prossimo 25 settembre 2020, alle ore 14.50 nell’ambito di Modena Smart Life 2020

9 Settembre 2020

B

Marina Bassi

Project Officer Area Ricerca, Advisory e Formazione FPA

Riuso dei dati per la creazione di valore pubblico, la necessità di una governance

La perseveranza nel liberarli, l’impegno nel condividerli, un accordo per governarli: questa frase, che richiama la nota saga “Il Signore degli Anelli”, ben si addice a descrivere i principi che dovrebbero guidare il percorso di valorizzazione dei dati pubblici. Un percorso che negli ultimi mesi ha trovato una imprevedibile e potente (per quanto tragica) spinta nell’emergenza pandemica.

Quando infatti, nel febbraio scorso, la Commissione Europea si pronunciava sull’importanza di dare una strategia unica all’uso e riuso dei dati tra gli Stati membri, non avremmo potuto immaginare un modo più diretto per darle ragione. Il lavoro sempre migliore di interpretazione e restituzione dei dati fatto durante il periodo del lockdown è stato, da un lato, un motore di accelerazione importante per concepire politiche pubbliche – soprattutto quelle di emergenza – in modalità data driven; dall’altra parte, la cartina al tornasole che ha dimostrato che fatta la strategia, è il momento di pensare alle procedure e al ruolo degli Enti locali. 

L’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto quest’anno ha dimostrato, come non era forse ancora successo in dieci anni di politiche sul tema, quanto valore si celi dietro il riuso – ragionato – dei dati. I cosiddetti covid-data hanno infatti rivelato una potenzialità inespressa di questa materia prima, che non potrà essere ignorata, soprattutto alla luce delle nuovissime disposizioni sul tema rese note nel Piano Triennale per l’Informatica nella PA 2020-2022, che sottolinea, in continuità con i due Piani precedenti, l’importanza di creare un’economia basata sui dati [1], supportando in questo modo la costruzione del Digital Single Market tanto auspicato dalla Commissione Europea. 

Fatta salva la strategia nazionale, però, quello che è interessante di questo Piano è la forte attenzione che viene data (già in premessa, trasversalmente a tutto ciò che riguarda la trasformazione digitale) ai livelli di integrazione tra le amministrazioni,

Gli obiettivi del Piano sono […] pianificati affinché le azioni attuative siano fortemente integrate ai diversi livelli della Pubblica Amministrazione, fino agli enti locali – che sono caratterizzati da un contesto di maggiore prossimità – per una più ampia diffusione della cultura della trasformazione digitale che abbia immediati vantaggi per cittadini e imprese. (Pag. 5 Piano – Executive Summary)

svelando già così chi sono i veri protagonisti dell’innovazione: le città. Non si fa fatica a crederlo, soprattutto guardando alla Strategia per l’Italia 2025, che nella sua Azione 09 – Dati per le città del futuro, aggiunge l’ulteriore elemento della condivisione di dati privati e pubblici per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo comune, il cui sigillo sarebbe rappresentato da un Accordo quadro per la condivisione dei dati (non personali) raccolti in fase di fornitura di servizi nei contesti urbani.

L’incontro Riuso dei dati per la creazione di valore pubblico, la necessità di una governance, nell’ambito di Modena Smart Life 2020, avrà proprio l’obiettivo di leggere il fenomeno che ha riguardato i dati durante questo anno così diverso dagli altri insieme ad alcuni esperti nazionali (come Andrea Borruso – OnData, Stefano Epifani – Tech Economy, Valentina Presutti – Università di Bologna) e rappresentanti delle città (Pina Civitella – Comune di Bologna, Luca Chiantore – Comune di Modena), ponendo l’accento su come – anche alla luce dei due documenti – le città diventino le vere protagoniste di questa innovazione data driven.


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