Suggerimenti per l’innovazione

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Vin Sumner, Managing Director di Clicks&Links, una società IT specializzata in soluzioni web-based e innovative per il settore privato e pubblico, ci racconta il suo punto di vista sugli Open Data, e su come possono essere sviluppati su un territorio che permetta lo sviluppo di piccole e medie imprese, potenziando anche l’aspetto ludico e di intrattenimento delle applicazioni basate sugli Open Data stessi.

10 Luglio 2012

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Vin Sumner, Managing Director di Clicks&Links , Manchester

Vin Sumner, Managing Director di Clicks&Links, una società IT specializzata in soluzioni web-based e innovative per il settore privato e pubblico, ci racconta il suo punto di vista sugli Open Data, e su come possono essere sviluppati su un territorio che permetta lo sviluppo di piccole e medie imprese, potenziando anche l’aspetto ludico e di intrattenimento delle applicazioni basate sugli Open Data stessi.

Open Data

Il dibattito e le iniziative in materia di open data sono attualmente incentrate sulla pubblicazione dei dati del settore pubblico. Noi di Clicks and Links crediamo fermamente che sia molto importante mettere nella condizione di partecipare al movimento Open Data anche il settore privato e i singoli cittadini. Come passo successivo, ci impegniamo perché sia sfatato lo stereotipo secondo cui l’Open Data è materia per i soli hacker, creando e promuovendo strumenti che consentano effettivamente al “cittadino della porta accanto” di pubblicare e visualizzare gli open data come attualmente possono fare gli “hacker dell’open data”. “C’è un piccolo hacker di open data in ognuno di noi” dice Olli Aro il nostro CTO a Clicks and Links. 

L’approccio giusto in questa materia deve mirare a rendere gli open data del settore pubblico più accessibili ai cittadini, facendo sì che si possano aggiungere altri dati con facilità e, di conseguenza, si  arrivi a creare valore aggiunto attraverso la combinazione di dati. Per fare un esempio semplice, basterebbe  rilasciare i dati relativi ai parcheggi, consentendo  così agli automobilisti di segnalare quali sono i luoghi che prevedono un facile accesso per i disabili. Altra cosa è mettere i cittadini nella condizione di poter creare loro stessi una visualizzazione dei dati. Per esempio, incrociando i dati sulle aree wi-fi con le informazioni turistiche o con i dati sulle tratte dei trasporti, si può aggiungere una nuova dimensione al viaggio. Per avere un’idea di cosa ne verrebbe fuori, si può consultare il sito open data della città di Manchester.

Gamification

C’è un neologismo molto brutto che circola in questo momento ed è “gamification” (questa è l’ultima volta in cui lo userò in questo articolo). Ma ci offre un punto di partenza per analizzare come i giochi e quelle che vengono definite “gaming technologies” possano essere utilizzate per scopi aggiuntivi rispetto al puro intrattenimento, in particolare come possano accrescere la consapevolezza e incoraggiare cambiamenti comportamentali. I formatori e i coach hanno utilizzato a lungo lo strumento del "gioco" per accrescere il coinvolgimento delle persone attorno a un tema, sia nel lavoro di classe che in attività che prendessero la forma di giochi di ruolo o di simulazioni.

Oggi il web offre ancora maggiori opportunità di utilizzare questo tipo di tecniche, coinvolgendo il giocatore in una misura e con una intensità difficili da ottenere in situazioni off line a causa delle numerose distrazioni che si incontrano. I mondi virtuali che mettono insieme la dimensione social con quella di gioco, come World of Warcraft e Second Life, hanno dimostrato la loro capacità di mantenere alta l’attenzione dei giocatori per molte ore, quindi perché non utilizzare questo approccio per scopi più “seri”?

Prendiamo il tema del trasporto nelle città, un gioco o una competizione on line potrebbe lanciare ai giocatori una sfida su come raggiungere il punto B partendo da A dati alcuni impedimenti, incoraggiando così una riflessione simile a quella che potrebbe attivarsi nel mondo reale, o potrebbe coinvolgere i giocatori nella progettazione di una rete di trasporto cittadino o regionale in modo che si possano rendere evidenti le criticità. Se poi il gioco potesse essere basato su dati del mondo reale che sono in un certo senso fuori controllo (si pensi ai dati sul meteo o sull’economia) allora il gioco comincerebbe davvero a produrre effetti seri, svolgendosi di fatto al confine con la realtà.  

Le piccole e medie imprese e le città

Le città offrono enormi opportunità alle piccole e medie imprese (PMI), a condizione che si riescano a trovare nuove forme di collaborazione. Le PMI hanno molto da offrire alle Città del futuro in quanto sono per natura più innovative, flessibili e a maggior valore aggiunto rispetto a molte organizzazioni più grandi.

Tuttavia le PMI devono affrontare alcune sfide nel momento in cui si rapportano con le città:

  • la dimensione è spesso una barriera, nonostante i governi garantiscano di voler favorire l’accesso esiste ancora la predisposizione a rivolgersi alle grandi organizzazioni sia per l’approccio proposto che per l’effettiva realizzazione dei progetti, anzitutto perché sembra istintivamente  più semplice;
  • le PMI hanno spesso sede in una sola città e di conseguenza può risultare difficile per loro offrire servizi in un’altra città la cui politica potrebbe essere quella di sostenere le imprese locali. Le grandi organizzazioni non hanno questo problema in quanto sono percepite come nazionali, quindi basta che abbiano un ufficio vendite locale;
  • le supply chain (catene di distribuzione) vanno bene per l’offerta di alcune componenti, ma nell’area dei servizi innovativi non funzionano bene e la PMI è spesso troppo lontano dal cliente;
  • il procurement, così come è disegnato e nonostante la riduzione di alcuni oneri burocratici, è ancora una barriera per molti.

Suggerimenti & Trucchi

Per superare alcuni di questi ostacoli , quando parliamo di Città del Futuro, il mio suggerimento è di creare una rete innovativa tra quelle PMI che propongono una gamma diversificata di offerte per le città e che potrebbero lavorare insieme come una sorta di “cooperativa”. Questo consentirebbe, ad esempio, alle PMI di Bristol di dare visibilità ai propri prodotti a Manchester e viceversa. Inoltre, questo approccio cooperativo rafforzerebbe il senso di affidabilità agli occhi delle amministrazioni cittadine, perché la rete garantirebbe un certo grado di “self – healing”, nell’ipotesi in cui un membro dovesse fallire. L’applicazione di questo approccio, non solo a livello nazionale ma anche a livello europeo, potrebbe davvero favorire il movimento e lo sviluppo dell’innovazione nelle Città.

Traduzione a cura di Chiara Buongiovanni e Michela Stentella

TESTO ORIGINALE IN INGLESE
 Innovation Tips

Vin Sumner, Clicks and Links Ltd , Manchester

Open Data 

While the focus on Open Data is currently around the publication of public sector data, we strongly believe that there is value in enabling the private sector and individuals to join this movement. Furthermore, we are keen to change the stereotype that Open Data is only for the hackers, by aiming to promote and create tools that enable the ‘everyday citizen’ to publish and view the open data as is available to open data hackers currently. “There is a little open data hacker inside us all”, says Clicks and Links CTO Olli Aro.

The approach to take is to make public sector Open Data more accessible to the citizen and the ability to add more data easily and as a result create greater value in the combined data. A simple example would be releasing parking location data and then allowing drivers to indicate which locations had good disabled access. Alternatively citizens should be able to create their own views of data. For example mixing data on free wifi areas with tourist information or transport routes can add a new dimension to travel. See http://manchester.opendatacity.eu/ for how this might look . 

Gamification

There is an awful new word doing the rounds at the moment “gamification” . That’s the last time I will use in this article. But it provides a starting point for looking at how games and gaming technologies can be used for purposes alongside entertainment, in particular raising awareness and encouraging behaviour change.  Trainers and coaches have long used “games” as a way of engaging people in the subject whether in a classroom or in some form of role play or simulation. Today’s online environment’s provide even greater opportunity to use these sorts of techniques by immersing the player in the subject in a way its often difficult to do offline because of the many distractions. Social and gaming virtual worlds like world of warcraft  and second life have demonstrated their ability to hold players attention for many hours, so why not make use of those approaches for more “serious” purposes.

Take the subject of transport in cities,  an online game or competition could either challenge  players to either get from A to B within certain constraints and encourage similar thinking in the real world or could engage players in the design of a city or regional  transport network to help understand the challenges.  If the game could be further informed by real world data which is in some senses out of control , eg the weather or the economy , then the game really does start to have a serious and real edge.

SMEs and Cities

Cities offer a huge opportunity to SMEs if we can find a some new ways of collaborating. SMEs have a a great deal to offer Future Cities as they are naturally more innovative , flexible and better value than many larger organisations. However, there is a number of challenges for SMEs dealing with Cities including:

  • size is often a barrier , despite promises by government to improve access, there is still a default position of looking to large organisations for both inspiration and delivery , often because in the first instance it seems easier;
  • SMEs are often located in one City and as a result can find it difficult to offer services to another City who may have a local policy to support their own SMEs. Larger organisations dont have such a problem as they are seen as national in some sense , so just a local sales office might suffice;
  • supply chains are fine for certain widget type offerings , but in the area of innovative sevices , this does not work well and the SME is often too far from the customer;
  • procurement although improving in terms of reducing some bureaucary is still a barrier for many.

Tips&Tricks

One suggestion I have to counter some of the above in the context of Future Cities is to create a innovative network of SMEs that have a range of offerings for Cities and could work together as perhaps some form of mutual. This would allow the SME in Bristol to get visibility of its product in Manchester and vice versa. In addition , the mutual would provide Cities with greater confidence , because it would have a degree of self healing if one member failed. The application of this approach not only at a national but also a European level would really help the movement and development of innovation in Cities.

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