Consolandi: “Un altro anno senza l’attesa banca dati delle decisioni dei giudici”

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20 Dicembre 2016

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Enrico Consolandi, magistrato Tribunale di Milano

A che punto siamo?

Siamo ancora alla fase dei progetti e desideri e della carenza di una guida. Le infrastrutture che necessariamente debbono precedere la realizzazione informatica, ancora non si vedono nel settore pubblico in generale e in particolare nel sistema giustizia: ben che vada la infrastruttura insegue faticosamente le realizzazioni sperimentarle per adeguarle ai grandi numeri. Ciò principalmente è dovuto a difficoltà nel reperire le professionalità necessarie: il blocco del turn over e la difficoltà a variare gli schemi organizzativi tradizionali, ancorati alla carta o al più alla scansione, sono grossi ostacoli alla informatizzazione della PA e quindi del paese. A ciò si aggiunga una governance della informatizzazione ancora troppo frammentata e debole. Bisogna assumere, potenziare e rinnovare per dare un sostrato alla informatizzazione che troppo spesso si regge su sole leggi velleitarie.

Cosa abbiamo portato a casa in questi anni di Governo (ossia quali innovazioni si possono fare già adesso grazie alle riforme già passate)?

Nella fase del governo Renzi è stato reso obbligatorio per molti settori del processo lo strumento telematico, ma ciò ha rischiato di trasformarsi in un rigetto per i frequenti deficit di servizio e per la incompletezza delle realizzazioni anche su cose minime, quali un cloud sicuro della pubblica amministrazione o della sola giustizia. Lo Spid sarebbe una cosa importante, ma non sono seguiti servizi utilizzabili con esso, ikl nodo pagamenti della PA è restato al palo. L’utilizzo della PEC per notificare e la disponibilità degli originali firmati degli atti, nonchè la facoltà di estrarre copia da parte degli avvocati ha sicuramente consentito di ovviare alle inefficienze deis ervizi di notifica affidati agli ufficiali giudiziari e alle poste.

Cosa non riusciremo a portare a casa (e quindi per ora dovremo rinunciare)?

La disponibilità della giurisprudenza on line per il 13esimo anno di fila, posto che il decreto privacy del 2003 già prevedeva (art. 51 c.2) la pubblicazione a mezzo internet delle decisioni dei giudici. E sarebbe invece importante per una attività giurisdizionale veramente nel nome del Popolo Italiano.

Cosa ci auspichiamo adesso che succeda, da fare, per completare il percorso?

Che non passi il 14esimo anno senza la banca dati delle decisioni dei giudici.

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