e-Gov per PAL: nuove ALI, noto RIUSO, qualche perplessità
L’e-Gov nelle Amministrazioni locali riparte con una strategia che vuol fare dell’attuale manto leopardato di innovazione un tappeto omogeneo più percepibile e concreto che copra l’Italia tutta. Perché?
Perché il sistema Paese non decolla se non si accendono i motori locali e perché tutti i cittadini hanno uguali diritti di cittadinanza digitale.
25 Gennaio 2007
Chiara Buongiovanni
L’e-Gov nelle Amministrazioni locali riparte con una strategia che vuol fare dell’attuale manto leopardato di innovazione un tappeto omogeneo più percepibile e concreto che copra l’Italia tutta. Perché?
Perché il sistema Paese non decolla se non si accendono i motori locali e perché tutti i cittadini hanno uguali diritti di cittadinanza digitale.
Parola di Beatrice Magnolfi, Sottosegretario all’Innovazione, che, in conferenza stampa con il Ministro Nicolais, lo scorso 16 gennaio, ha presentato i progetti al nastro di partenza. Ovvero: ALI e RIUSO. Con un’attenzione particolare ai processi di back-office e alla cooperazione interistituzionale.
Va bene, le intenzioni ci sono. Qualche nuova parola, anche. Ma mentre i relativi Avvisi sono in via di pubblicazione sulla GU, ci chiediamo: da ora in poi come si fa esattamente? Cosa si conserva della strategia precedente e cosa cambia per le amministrazioni locali che vogliono (o devono) crescere nell’e-Gov?
Riuso e CST: eravamo all’8 luglio 2006
I progetti che mettono al centro il Riuso e le nuove Alleanze Locali per l’Innovazione (ALI) rispondono strategicamente alla 2^fase di attuazione dell’e-Government, come approvata dalla Conferenza Unificata Stato, Regioni, Città e Autonomie Locali, nel documento del 23 Novembre 2003, rispettivamente alle linee di azione n. 2 Diffusione territoriale dei servizi per cittadini ed imprese e n. 3 Inclusione dei piccoli comuni nell’attuazione dell’e-government, alla quale fanno capo indicazioni e azioni relative ai CST – Centri di Servizio Territoriale. In origine, dunque, i progetti si muovono su due linee di azione differenti, che non restano però parallele, interessando gli stessi soggetti, completandosi a vicenda e rispondendo a un comune e più ampio obiettivo: portare l’e-Gov negli Enti Locali secondo una visione condivisa e seguendo una realizzazione cooperativa. Proprio su questa osservazione, arriva nel luglio 2006, dopo il cambio di legislatura, il rinvio del termine di scadenza (a data da definirsi) del Secondo Avviso sul Riuso (GU 11 marzo 2006, n. 59, peraltro sostituito dal nuovo Avviso) con il quale veniva richiesto a Regioni ed enti locali di proporre progetti di trasferimento e riuso delle soluzioni disponibili sul Catalogo. (Ricordiamo che il Catalogo contiene quelle soluzioni cofinanziate nella 1^ fase e offerte in riuso ad altre amministrazioni in risposta all’Avviso del 27 ottobre 2004).
La ratio del Rinvio (GU 8 luglio 2006, n. 157) poggia sull’esigenza, emersa anche grazie al contributo delle elaborazioni progettuali avviate per la costituzione dei CST, di rendere quanto più possibile convergenti lo sviluppo dei progetti CST e le politiche del riuso e di rivedere il Catalogo del riuso stabilendo una compatibilità temporale tra l’avvio dei CST e l’avvio dei progetti di riuso. Del resto il fine esplicitato della proroga del termine è proprio l’integrazione tra le politiche sul riuso e lo sviluppo dei Centri di Servizio Territoriale. Facendo il punto: alla data dell’8 luglio 2006 risaliva l’ultima comunicazione ufficiale in tema di Riuso e CST, alla quale è seguita una semestrale pausa… di progettazione, ci hanno spiegato. Vediamone i frutti, come illustrati, non proprio nel dettaglio, nella conferenza stampa dello scorso 16 gennaio.
Le nuove Alleanze Locali per l’Innovazione – ALI
Le ALI – Alleanze Locali per l’Innovazione per i piccoli Comuni, vengono proposte come un progetto finalizzato alla promozione di un nuovo modello di cooperazione intercomunale, liberamente adottabile da ogni singolo piccolo Comune, efficace e sostenibile.
Nelle dichiarazioni di intenti, l’approccio all’innovazione si sposta dal paradigma tecnologico per concentrarsi sul rilancio di politiche di sviluppo che pongano al centro il processo innovativo. Si chiede, dunque, un nuovo quadro interpretativo/operativo che identifichi con chiarezza gli impegni di ogni livello di governo; i meccanismi incentivanti; le modalità per attivare la necessaria collaborazione.
In sintesi, le ALI per i piccoli Comuni dovranno essere aggregazioni tra piccoli Comuni:
- che coinvolgeranno territori contigui, ma comunque aperte alla partecipazione di Comuni di dimensioni maggiori, delle Unioni di Comuni, delle Comunità Montane, delle Province e delle Regioni;
- preferibilmente ricalcate su realtà associative o su legami di cooperazione interistituzionale preesistenti;
- caratterizzate da gestione autonoma e finalizzate all’erogazione di servizi di supporto per le funzioni comunali più importanti, alla qualificazione delle funzioni svolte e dei servizi offerti al territorio, al conseguimento di economie di gestione e all’acquisizione di competenze e professionalità altrimenti non disponibili per le amministrazioni;
- dotate di modelli di autogoverno che poggino sulla partecipazione attiva, consapevole e determinante dei piccoli Comuni coinvolti;
- tendenti a porsi come strutture erogatrici di servizi alle altre forme associative intercomunali esistenti sul territorio;
- in grado di sostenere i propri costi di funzionamento con i corrispettivi dei servizi erogati ai Comuni e agli altri enti locali associati.
Nate per supportare l’innovazione nei piccoli Comuni, le ALI muovono dalla visione di una innovazione indirizzata in primis a fornire servizi ai Comuni stessi, assicurando così un reale e qualificato supporto alla loro azione amministrativa.
Valore in € del progetto: oltre 30 milioni di Euro, di cui 15 milioni di fondi governativi e il resto, a titolo di co-finanziamento, da Regioni ed Enti locali coinvolti. Termine per la presentazione dei progetti: 20 luglio 2007. Criteri di ammissibilità e valutazione sull’Avviso relativo.
Il (più o meno) noto Riuso
Si presentano le linee generali di un progetto di Riuso che faccia propri gli obiettivi di:
- Contenere i costi della Pubblica Amministrazione;
- Superare i rischi di frammentarietà e autoreferenzialità dei progetti finanziati;
- Favorire un’innovazione di sistema, basata su soluzioni organizzative e strumenti condivisi da un rilevante numero di amministrazioni;
- Sollecitare la "rottamazione" di procedure amministrative obsolete.
In particolare l’accento viene posto sul riuso di soluzioni più che di software, nella convinzione che sia necessario adottare, con la soluzione tecnologica che viene giudicata meritevole di adozione, il modello organizzativo e funzionale. Nuovi progetti saranno inseriti in Catalogo e i finanziamenti saranno principalmente indirizzati alle amministrazioni riusanti. Le amministrazioni cedenti potranno usufruire dei finanziamenti solo per alcune voci, cioè: costi di formazione e assistenza, costi per contestualizzazione del processo, per sicurezza e per miglioramenti sulla soluzione. Ci saranno due tranches di finanziamenti, l’ultima verrà liquidata dopo 12 mesi di esercizio a regime della soluzione scelta in riuso, per far si che non si tratti di progetti sulla carta. Valore in € del progetto: oltre 150 milioni di euro, di cui 60 milioni di euro di fondi nazionali, il resto dagli Enti partecipanti. Termine per la presentazione dei progetti: 30 luglio 2007. Criteri di ammissibilità e valutazione sull’Avviso relativo, che sostituisce il precedente (Secondo Avviso sul Riuso, GU 11 marzo 2006).
In aggiunta alle ALI e ai finanziamenti al Riuso, è istituito un nuovo strumento a servizio della strategia cooperativa, ovvero un Fondo per premiare le "eccellenze" dei territori, attaulamente in cantiere al fine di valorizzare le innovazioni sviluppate a livello locale per poi portarle a sistema, a beneficio dell’intero Paese. E’ allo studio, dunque, una linea di sostegno alla rete delle eccellenze, affinché ci siano due livelli di e gov: il sistema nazionale a cui tutti devono partecipare, fino all’ultimo comune, e il secondo livello, a cui aderiranno gli enti che si muovono sulla frontiera dell’innovazione.
Qualche (ovvia) perplessità
Abbiamo chiesto al Sottosegretario Magnolfi quali saranno le indicazioni in termini di livelli minimi di servizio e obiettivi, rispetto al bando precedente sui Centri Servizi Territoriali (CST), dal momento che ci era sembrato che uno dei problemi del secondo bando e-Gov fosse stata proprio la mancanza di chiarezza su questi punti. E perché, confessiamo, non avevamo ben capito che fine facessero i CST all’interno dei nuovi progetti, se le ALI li portassero via, li sostituissero o fossero pregresse a una loro più congrua costituzione. Nella risposta il Sottosegretario ci ha spiegato che "c’è stato un cambio filosofia basato sull’ esperienza del primo Avviso. La definizione stessa di Centro Servizi Territoriale generava delle ambiguità, qualcuno proponeva di fare un investimento immobiliare per l’acquisto del centro, o degli arredi o per gli stipendi del personale. Non dobbiamo creare nuovi uffici, nuove strutture. Abbiamo scelto un nuovo acronimo – ALI – perché già l’acronimo rende l’idea di leggerezza, e "alleanza" ci sembra la parola più giusta per cogliere lo spirito con cui gli enti si devono mettere in relazione tra loro. I piccoli Comuni, che in Italia sono la maggioranza, non possono farcela da soli, dunque nella nostra idea ogni Comune seguirà un processo (uno il flusso documentale, uno la posta certificata) e lo metterà a disposizione di tutti gli altri. Ci muoviamo per finanziare preferibilmente livelli amministrativi che già esistono, Province, associazioni di comuni, comunità montane, e comunque vogliamo finanziare i servizi, non le strutture nuove che servono per erogare servizi. Vogliamo puntare sullo scambio di competenze, sul rafforzamento della qualità dei servizi dei piccoli Comuni, perché di lì passa il decollo del paese."
Effettivamente la visione strategica è più chiara, ma qualche perplessità nell’ordine della declinazione concreta rimane. Rafforzata dal fatto che, durante la conferenza stampa, si è citato un "primo avviso", in risposta al quale 4700 comuni hanno deciso di dare avvio a 74 progetti, cioè 74 ALI, con il coinvolgimento di 50 Province, oltre 250 tra unioni di comuni e comunità montane e tutte le regioni italiane. In pratica si è parlato dell’Avviso di selezione (G.U. n. 213 del 13 settembre 2005) relativo ai CST.
- Ma se è dunque vero che la politica segue diligentemente la legge naturale per cui niente si crea ma tutto si trasforma e in fondo nulla si distrugge… Che fine hanno fatto i CST? Come si trasformeranno? E perché sembrano diventati innominabili?
- D’altro canto, se le ALI intervengono per correggere le cattive inclinazioni che i CST sembravano risvegliare negli amministratori locali (o in parte di loro), quale è l’indicazione di buona pratica che invece interviene? Quali saranno i costi e i modelli organizzativi ritenuti legittimi?
- Nella pratica quali indicazioni dovranno seguire nell’integrazione delle ALI con le proposte di Riuso gli oltre 5800 piccoli comuni di buona volontà, scarse risorse e notevoli tendenze campanilistiche?
Nei nuovi Avvisi, di freschissima uscita, sono contenute le indicazioni tecniche e le risposte a quanto viene forse naturale chiedersi. Ma per capire meglio e avere ben chiari i passaggi fondamentali ne abbiamo parlato con Roberto Pizzicannella, Area Innovazione per le regioni e gli Enti locali del Cnipa.