Centralità dell’utente, uso etico e trasparente dei dati, migrazione al cloud. Ma anche automazione di alcuni processi. Sono i temi centrali che dovrebbero guidare il percorso di trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni secondo Giovanni Stifano, responsabile settore pubblico e sanità per Avanade Europa
26 Gennaio 2022
Redazione FPA
Con questa intervista presentiamo un nuovo partner di FPA: Avanade, join venture tra Accenture e Microsoft corporation, una società presente in 25 paesi con circa 40mila dipendenti di cui 1.300 in Italia. Abbiamo incontrato Giovanni Stifano, responsabile settore pubblico e sanità per Avanade Europa, e abbiamo parlato del momento attuale che sta vivendo la nostra pubblica amministrazione e di quali opportunità si stanno aprendo per sostenere i processi di innovazione.
Crisi e opportunità: ripensare i servizi in chiave digitale
“Nell’ultimo anno e mezzo le pubbliche amministrazioni hanno dovuto imprimere un’accelerazione drammatica al loro processo di trasformazione digitale per garantire la continuità del lavoro da remoto e per garantire i servizi essenziali ai cittadini e alle imprese – esordisce Stifano -. La tendenza alla digital transformation era già in atto, ma questa accelerazione ha evidenziato alcuni aspetti di immaturità digitale. Per esempio molto spesso abbiamo assistito a una trasposizione in chiave digitale di processi già esistenti, quando invece un flusso normale di evoluzione avrebbe richiesto un completo ripensamento dei servizi in un’ottica molto più human centered. Oggi i cittadini si aspettano dalla pubbliche amministrazioni interazioni molto personalizzate. Questo sicuramente richiede un ripensamento dell’approccio una volta passata l’emergenza, che metta al centro la citizen experience”.
Cittadino al centro, dati, cloud: ecco le priorità su cui lavorare
Secondo Stifano ci sono alcuni punti centrali su cui le nostre pubbliche amministrazioni dovrebbero concentrarsi nel percorso di trasformazione digitale. Prima di tutto proprio la centralità dell’utente: “Non si può prescindere da una conoscenza profonda di chi deve utilizzare i servizi: spesso il servizio viene disegnato partendo dalla procedura, invece dobbiamo ripensarlo partendo dall’esperienza utente.”
Altro punto fondamentale è l’uso etico e trasparente dei dati: “Oggi le tecnologie di intelligenza artificiale e di machine learning fanno un’elaborazione molto sofisticata dei nostri dati. Queste tecnologie devono ovviamente garantire il massimo della privacy e della security e la pubblica amministrazione deve guardarle con grandissima attenzione”.
Non bisogna poi dimenticare il cloud, perché sottolinea Stifano “facilita l’introduzione di nuovi servizi a tecnologia avanzata, riduce il digital divide e la dipendenza dall’infrastruttura tecnologica. Infine aiuta anche le pubbliche amministrazione in termini di sostenibilità, quando si parla del footprint della pubblica amministrazione nelle emissioni di CO2″.
Infine, il tema dell’efficienza operativa. “Tutti quei processi ripetitivi, dove il giudizio dell’uomo non è fondamentale o dove addirittura la probabilità di errore dell’uomo è molto alta, vanno automatizzati – sottolinea Stifano – e questo è un lavoro che va fatto insieme alle direzioni HR delle pubbliche amministrazioni, perché le persone devono essere parte attiva e non subire questo processo di rinnovamento”.