Il cigno nero. Una serie, dalla Corte dei Conti

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27 Ottobre 2015

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Luca Attias e Michele Melchionda

Le esperienze vissute in prima persona, ovvero viste dall’interno, assumono una rilevanza diversa rispetto a quella che può ottenerne un osservatore il cui punto prospettico sia esterno a tale esperienza. Altrettanto spesso accade che, vivendo in prima persona un determinato fenomeno, cioè stando all’interno di una determinata struttura, le cose che ne fanno parte, anche quelle più facilmente osservabili, non si riescano a scorgere, oppure non si riescano a percepire nel modo più corretto.

Prima della scoperta dell’Australia, si pensava esistessero solo cigni di colore bianco e si era parimenti convinti che non ne potessero esistere di differenti. In seguito, con la scoperta di questo continente, furono avvistati i primi cigni neri, ed il mondo cambiò. Ciò che avevamo imparato fino ad allora non bastava più a giustificare quanto stava, nel frattempo, accadendo.

Nassim Nicholas Taleb descrive un simile evento (repentino, traumatico, unico nel suo genere e dal forte impatto) definendolo: cigno nero.

I cigni neri causano il fatto che la storia non fluisca in modo sinuoso ed aggraziato, bensì sobbalzi. E sono salti enormi per noi tutti. L’evoluzione sociale, e quella tecnologia in modo particolare, non sono rappresentative di un lento e costante processo prevedibile, spiegabile e controllabile. Sono, piuttosto, composte da un’interminabile serie di eventi unici, traumatici, imprevedibili e dagli impatti enormi, che cambiano il mondo una volta e per sempre, forse non in meglio, ma in modo indipendente dalla nostra volontà.

Alcuni recenti esempi di cigno nero? Agli inizi degli anni ‘70 del Novecento apparvero le email, poi, i primi Personal Computer, nella metà degli anni ‘90 del secolo scorso fece la sua apparizione Internet, a seguire i telefoni cellulari e poi gli smartphone. E ancora: Google, Facebook, i tablet, Skype, Whatsapp, Uber, Car2go, Instagram, il Cloud computing, le Apps e chi più ne ha, più ne metta.

Forse, anche l’immagine sotto raffigurata può essere considerata un micro cigno nero.

Insomma, da quanti cigni neri è costellata la nostra vita? E’ importante prevedere gli eventi che possono sconvolgere il nostro ordine costituito delle cose? Quando un cigno nero accade come bisogna comportarsi? Siamo preparati per il nostro prossimo cigno nero?

Dal canto nostro, cercheremo di dare una risposta a tutte queste domande, con una serie di riflessioni, tanto serie, quanto ironiche, che abbiamo pensato di racchiudere all’interno di quattro articoli, che saranno, al contempo, “racconti contenitore”. Quello che intendiamo fare non è solo condividere con voi le parole, ovvero articoli scritti nei termini tradizionali, ma inaugurare una nuova forma comunicativa, più dinamica, cromatica e, ci auguriamo, attrattiva. Un nuovo approccio, perturbante, rivoluzionario, sovversivo, mai volto alla sterile polemica, piuttosto al risveglio delle nostre menti e coscienze. Tutto ciò, come dicevamo, con l’ausilio di immagini, ironiche, a volte sarcastiche, innovative, forse sciocche, ma simpatiche, che possano accompagnarci lungo il percorso e possano attrarre l’attenzione di voi tutti, rendendo il messaggio finale, se possibile, più fruibile ed intellegibile.

In particolare, i nostri quattro “racconti contenitore” avranno i seguenti titoli:

1. Il volo del gabbiano;

2. La caccia al tesoro;

3. Il vaso di terracotta;

4. Il gioco delle tre carte.

Ne “Il volo del gabbiano” tratteremo di cloud computing, di nuvole bianche e nuvole nere. Così come il gabbiano inizia il suo volo dalle scogliere verso le acque del mare alla perenne ed affannosa ricerca di cibo, allo stesso modo il nostro volo nel cloud computing non sarà, né scontato, né prevedibile.

Ne “La caccia al tesoro” illustreremo come, al mondo d’oggi, tanti pensino di possedere la mappa per raggiungere l’agognato tesoro e di come tanti altri siano convinti di poter utilizzare la conoscenza a fini egoistici, ovvero come strumento per ottenere un ritorno personale. Parleremo di come non ci si metta mai in discussione e di come, troppo spesso, si individuino i problemi altrove e mai in se stessi.

Ne “Il vaso di terracotta” ci occuperemo della Pubblica Amministrazione. Approfondiremo le motivazioni che, secondo noi, creano resistenza al cambiamento e di come questa rappresenti ormai un’ingarbugliata matassa di storture che necessita di essere dipanata con estrema urgenza.

Ne “Il gioco delle tre carte” analizzeremo la tematica del procurement (e-procurement e smart procurement). Parleremo di come gli usi e le consuetudini influenzino continuamente le scelte che oggi operiamo in tema di acquisizioni. Tratteremo anche di malcostume, di malaffare e di un management non sempre competente e consapevole, spesso celato dietro un intricato groviglio di norme che, nella realtà dei fatti, non salvaguarda nessuno.

Preventivamente sappiamo che questa nostra iniziativa non incontrerà l’approvazione di tutti voi e ce ne scusiamo anticipatamente, ma, come nostro costume, vogliamo assumerci la responsabilità di proporre innovazione. Siamo consapevoli che non si può solo parlare di cambiamento, bisogna principalmente agire ed essere in grado di mettere in campo azioni che lo rappresentino in termini reali.

Abbiate la pazienza, la compiacenza ed il coraggio di seguirci in questo nostro viaggio e chissà che, insieme, non si riesca a persuadere chi è ancora scettico sul fatto che innovazione è progresso.

I nostri Gummy Bears vi danno appuntamento a presto.


Articolo precedentemente apparso su agendadigitale.eu

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Contenuti del dossier

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Il volo del gabbiano (ovvero: il cloud computing)

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